Grandi carnivori, in Trentino su 150 orsi sono 47 quelli al centro di un “caso”
Gli animalisti hanno analizzato 20 anni di «Life Ursus», tra plantigradi catturati, morti, divenuti star, sentenze dei tribunali e natura che fa il proprio corso. La ricostruzione si basa sui dati ufficiali dei Rapporti redatti annualmente dai forestali della Provincia
IN PIAZZA Il grido degli attivisti per proteggere MJ5: «Corri orso, corri»
VIDEO Dov'è l'orso MJ5, condannato a morte dalla Provincia?
LEGAMBIENTE "La Provincia non può decidere, abbattimento illegittimo"
IL CASO Identificato l'orso, Fugatti: sarà catturato e ucciso
TRENTO. «Chiamatelo progetto Death Ursus, non più Life Ursus». Orsi morti, più che orsi vivi. Lo dicono e lo denunciano gli animalisti, che in questi giorni stanno scendendo in piazza - oltre a muoversi in televisione, con i comunicati stampa e nelle aule di tribunale - in difesa di MJ5, ribattezzato Johnny come il partigiano del romanzo di Beppe Fenoglio, nella speranza che l'animale possa correre libero tra le montagne.
Gli attivisti hanno voluto realizzare una sorta di studio sul destino degli orsi in Trentino dal 2000 a oggi. Ne emerge che il destino di un terzo dei circa 150 esemplari presenti sul territorio non è stato propriamente naturale. «Casi infausti», li definiscono gli animalisti: 28 esemplari morti (abbattuti, avvelenati, investiti e "cause sconosciute"), 4 imprigionati, 9 scomparsi (per cause naturali, come lo sconfinamento o una valanga, ma anche per cause "umane", come episodi di presunto bracconaggio), 4 predati e 2 "morti che camminano", ovvero orsi con un ordine di abbattimento pendente o sospeso.
In totale, appunto, 47 animali su 150 che sono al centro di un "caso". Tutti i dati sono ufficiali, ovvero ricavati dai Rapporti Orso annuali redatti dai forestali della Provincia e dai comunicati stampa della Provincia stessa, e sono stati poi elaborati nella tabella da Stefania Panozzo e Alessandro Ghezzer.
Lo studio rappresenta anche un salto nel passato, riportando alla memoria le storie di animali divenuti mediaticamente delle "star", oltre a essere involontari protagonisti di casi politici ancora di attualità. Il primo nome che salta all'occhio è quello di Daniza, l'anziana femmina morta durante un tentativo di cattura da parte della Provincia. Vista l'età (19 anni), una morte che preoccupa molto gli animalisti anche in relazione al caso di MJ5-Johnny, che di anni ne ha 18.
E poi M49-Papillon, l'animale probabilmente più famoso, perché capace di fuggire per ben due volte dal recinto del Casteller. Il 14 luglio 2019, dopo essere sfuggito a diverse trappole, M49 venne catturato e trasferito in un recinto elettrificato nel centro faunistico di Trento, dove gli viene sganciato il radiocollare. Poche ore dopo, alle prime luci dell'alba, l'orso riuscì a fuggire dal recinto, scavalcando incredibilmente una barriera alta 4 metri e tre recinti elettrificati.
Per oltre nove mesi il fuggitivo riuscì a scorrazzare tra i monti a est della provincia (unico orso, tutti gli altri sono sempre stati nella parte a ovest), prima di essere ricatturato nella notte tra il 29 a e il 30 aprile 2020. Trasportato per la seconda volta al recinto di Casteller, nella notte del 27 luglio, Papillon riuscì a compiere una seconda e clamorosa evasione abbatte una parte della recinzione e conquista per la seconda volta la libertà. Meno di due mesi dopo, però, la seconda cattura, nel Lagorai. E a tutt'oggi resta rinchiuso al Casteller.