Madre e figlia trovate senza vita nel loro appartamento a Pergine Valsugana: erano morte da settimane
Tragedia della solitudine, il medico conferma che le due donne sono decedute per cause naturali, a dare l'allarme i vicini di casa. La figlia sarebbe morta tre settimane fa, l'anziana madre quindici giorni più tardi
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PERGINE VALSUGANA. Dramma della solitudine ieri, venerdì 31 marzo, al civico 68 di via Petrarca a Pergine. I corpi di un'anziana madre e della figlia cinquantacinquenne sono stati trovati in avanzato stato di decomposizione in un appartamento posto al terzo piano della palazzina Itea. La figlia sarebbe morta tre settimane fa. La mamma, di stenti, due settimane dopo.
Ad allertare i soccorsi, nel primo pomeriggio, sono stati i vicini di casa allarmati per il fortissimo odore che proveniva dell'appartamento. «Un misto di odore di gas e di morte», testimonia un vicino delle donne che in cortile attende di poter rientrare nel suo alloggio. I sospetti degli altri inquilini della palazzina hanno trovato conferma quando i vigili del fuoco volontari di Pergine, insieme agli agenti della polizia locale Alta Valsugana, hanno fatto ingresso nell'appartamento.
Utilizzando un'autoscala, sono entrati dalla portafinestra che si affaccia sul balcone. La porta d'ingresso era chiusa a chiave e bloccata con il chiavistello. Subito esclusa, quindi, l'ipotesi del coinvolgimento di terzi. All'interno dell'appartamento sono stati trovati i corpi di Franca Bernabè, 55 anni e della madre, Filomena Antonacci, 82 anni. Secondo i primi accertamenti del medico legale chiamato sul posto le cause della morte di entrambe sarebbero naturali, anche se il decesso della figlia sarebbe avvenuto prima di quello della madre.
Da quanto ricostruito dai carabinieri di Borgo Valsugana e Pergine intervenuti sul posto, la figlia sarebbe morta probabilmente per arresto cardiocircolatorio nella prima decade di marzo, quindi più di 20 giorni fa. La mamma, che aveva seri problemi di salute e che aveva bisogno di essere costantemente accudita, è deceduta a distanza di due settimane, probabilmente di stenti. Allettata, non ha potuto ricevere le medicine che doveva assumere ogni giorno, così come non è stata idratata e nutrita.
Un dramma che lascia senza parole. Mamma e figlia erano conosciute in zona e anche dai servizi sociali di Pergine. La loro era una situazione di disagio nota, anche se purtroppo sembra che rifiutassero l'aiuto che arrivava dall'esterno. Una situazione di disagio probabilmente legata anche a dei precedenti lutti. Un mese e mezzo fa, quando c'era stato un intervento per un allagamento proprio nella loro abitazione, chi è intervenuto ha testimoniato che effettivamente la più anziana delle due era allettata e non interagiva. Spesso la polizia municipale o i carabinieri erano stati chiamati a intervenire nell'appartamento, così come anche i servizi sociali avevano ben presente la situazione, ma tra alti e bassi le due donne avevano trovato un loro precario equilibrio.
I vicini le conoscevano poco, qualcuno per niente. La mamma da tempo non usciva di casa, costretta dall'età e da varie patologie a rimanere a letto. La figlia si vedeva di rado. L'ultima volta, secondo le testimonianze raccolte, sarebbe stata vista il 7 marzo. Poi più nulla, ma evidentemente in queste tre settimane nessuno si è preoccupato di sapere se fosse accaduto qualcosa. Se oltre quella porta chiusa qualcuno potesse aver bisogno di aiuto.
Solo il cattivo odore ha fatto scattare l'allarme. Quando i vigili sono entrati nell'appartamento la figlia si trovava a terra non lontano dall'ingresso. La mamma era in camera da letto. Sembra che sia caduta nel tentativo di alzarsi portandosi dietro le coperte. Per questo quando gli investigatori l'hanno rinvenuta con il volto coperto è stata avanzata l'ipotesi dell'omicidio-suicidio, che poi è stata invece esclusa dal medico legale.
Sono stati gli addetti al servizio funebre del Comune di Pergine a ricomporre le salme che sono state poi messe a disposizione dell'autorità giudiziaria. In serata è stata effettuata una seconda ispezione cadaverica che ha confermato quella del primo medico necroscopo intervenuto: morte naturale per entrambe le donne. Oggi i carabinieri hanno consegnato alla pm Maria Colpani tutta la documentazione e sarà lei a valutare se è necessario procedere con un'autopsia oppure se il caso non ha bisogno di ulteriori approfondimenti.
Rimane lo sconcerto per un dramma della solitudine che si è verificato in una palazzina abitata da tante famiglie dove però Filomena e Franca vivevano senza avere rapporti con i vicini. Nessuna visita, nessuna relazione di amicizia. Giorno dopo giorno le due donne avevano alzato un muro che era diventato invalicabile. Ora i carabinieri stanno cercando di contattare l'unico parente. Un figlio che vive in Germania.