La tragedia di Caldes: «Qui ormai da anni abbiamo paura dell'orso»
In paese tanta rabbia, oltre al profondo dolore, dopo l'aggressione mortale del giovane runner Andrea Papi, ucciso mercoledì scorso, lungo una strada forestale sul monte Peller. Una mamma: «Non ci fidiamo più a portare i bambini nel bosco»
PROGETTO Ora la Provincia intende dimezzare il numero di orsi
WWF Va rimosso l'orso responsabile dell'aggressione
SONDAGGIO I lupi e gli orsi problematici vanno abbattuti?
CALDES. L'autopsia di ieri, 7 aprile, ha fornito la conferma: Andrea Papi (nella foto), 26 anni, è stato ucciso da un orso. È stato aggredito e ferito a morte sul monte Peller, mentre rientrava a casa a Caldes.
Il giovane ha cercato prima di fuggire e poi di difendersi con un ramo.
La linea dura del presidente della Provincia, Maurizio Fugatti: ordinanza per abbattere l'orso che ha ucciso Andrea, abbattimento di tre orsi problematici (MJ5, JJ4 e M62) e richiesta di portare il numero degli orsi in Trentino dai cento attuali a cinquanta.
Intanto, in paese, oltre al profondo dolore c'è anche la rabbia e molti spiegano di avere paura ad andare nei boschi. Paura dell'orso, che in quest'area sarebbe presente con una venbtina di esemplari.
Nel piccolo parco di via IV Novembre a Caldes una giovane mamma spinge l'altalena. «Nel bosco non vado quasi più. Men che meno con lei» dice indicando la bimba biondissima che si sta dondolando.
Oltre la chiesa, rimanendo nella parte alta del paese, incontriamo Davide, pensionato, con la moglie: «L'orso io l'ho visto, lungo una strada forestale a Cis: era un bestione, per fortuna mi trovavo in auto. Ho fatto subito retromarcia, lui mi veniva incontro».
Davide ammette che nel bosco non va più volentieri come una volta. «Non è che non voglia andarci, il fatto è che ho paura: non vado più per funghi e neppure a far legna».
Storie di vita di montagna e di cambiamenti radicali delle abitudini: la libertà di fare due passi in quota in sicurezza non c'è più e monta la rabbia.
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