Caldes, la deputata Ambrosi (FdI): «La Provincia accolga senza contestazioni l’eventuale richiesta di risarcimento della famiglia Papi»
L’on. Ambrosi: «Tutti i vertici politici, nessuno escluso, hanno dimostrato di non essere all’altezza di gestire il progetto Life Ursus. Non esistono cifre capaci di lenire il dolore, ma un’ingiusta contrapposizione con la famiglia suonerebbe come una vergogna e un’offesa verso tutta la comunità»
LA DECISIONE La famiglia di Andrea Papi denuncerà la Provincia e lo Stato
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TRENTO. Non usa mezzi termini la deputata di Fratelli d’Italia, Alessia Ambrosi, all’indomani del funerale di Andrea Papi, aggredito e ucciso dall’orsa JJ4 mercoledì 5 aprile a soli 26 anni. «La Provincia di Trento accolga senza contestazioni o contrapposizioni un’eventuale richiesta di risarcimento danni della famiglia Papi» ha dichiarato.
«Dopo i funerali di Andrea Papi, svoltisi ieri (mercoledì 12 aprile) in un clima di grande, comune commozione, credo sia arrivato il momento, dopo tante, forse troppe parole dei vertici della Provincia succedutisi negli anni, dei fatti concreti, il momento cioè di dare un segnale non solo alla famiglia di Andrea ma a tutta intera la comunità trentina».
«Anche se non ci sono cifre che possano pur solo minimamente lenire il dolore della famiglia, la Provincia di Trento ha a mio avviso, oltre al dovere morale della vicinanza, anche un concreto dovere di carattere economico: ossia aderire senza contrapposizioni giudiziarie alla richiesta di risarcimento che la famiglia stessa ha prospettato di voler promuovere, trovando il prima possibile un eventuale accordo. Non vorrei assistere allo spettacolo di una Provincia attrice in tribunale di un'ingiusta contrapposizione con la famiglia che suonerebbe come una vergogna e un'offesa verso la nostra comunità» ha sottolineato.
«La famiglia di Andrea ha pieno diritto a chiedere di essere risarcita, e la Provincia ha il dovere di risarcire, senza rifugiarsi in atteggiamenti che risulterebbero incomprensibili e ingiustificabili. Tutti i vertici provinciali - nessuno escluso - sin dall’inizio del progetto di reinsediamento dell’orso si sono sin qui dimostrati alla prova dei fatti non all'altezza di gestire la sua presenza e di tutelare l'incolumità delle trentine e dei trentini. Ed è perciò giusto, anzi sacrosanto, che la Provincia paghi senza contestazioni» ha concluso.