Violenza / Tribunale

Tentò di uccidere la moglie: in estate inizia il processo per il 40enne accusato di tentato omicidio

Cinque mesi fa l’episodio a Borgo d’Anaunia: l’uomo aveva raggiunto al lavoro la consorte, portando con sé una corda con l’intenzione di toglierle la vita dopo che lei aveva chiesto la separazione. A salvare la donna un artigiano edile del posto, impegnato in un intervento nel vicino cantiere

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TRENTO. Il decreto di giudizio immediato è stato notificato nei giorni scorsi al quarantenne della val di Non accusato di tentato omicidio nei confronti della moglie. Significa che l'imputato va direttamente a processo.

Cinque mesi fa l'episodio: l'uomo aveva raggiunto il luogo di lavoro della consorte, a Dovena, una delle frazioni del comune di Borgo d'Anaunia, portando con sé una corda con l'intenzione - secondo la ricostruzione della procura - di ucciderla dopo che lei aveva chiesto la separazione. A salvare la donna era stato il provvidenziale intervento di un artigiano edile del posto, impegnato in un intervento nel vicino cantiere: dopo aver sentito le grida d'aiuto, aveva raggiunto il luogo in cui si trovava la donna, sorprendendo il marito che le stringeva il collo con la corda. Il quarantenne, che si era dato alla fuga, venne fermato poco dopo dai carabinieri. Era un venerdì di fine novembre.

Per l'imputato, dunque, il processo si apre in estate. L'udienza potrebbe essere spostata a fronte della eventuale richiesta da parte della difesa di un rito alternativo, come può essere un abbreviato che consente una riduzione della pena di un terzo, anziché affrontare il dibattimento. Il legale del quarantenne, l'avvocato Giovanni Rambaldi, sta valutando questa possibilità. Il giudizio immediato era stato chiesto dal pubblico ministero a fronte dell'evidenza delle prove: saltando l'udienza preliminare si dà un'accelerata al processo.

Quando l'uomo venne fermato dai carabinieri, dopo la richiesta di aiuto della donna e dell'operaio che l'aveva salvata, scattò la perquisizione: nel suo zaino, oltre alla corda con la quale avrebbe tentato di strangolare la moglie, erano stati trovati un grosso coltello da cucina, una bottiglia di acido muriatico ed una di benzina, un paio di manette ed uno spray anti aggressione. Secondo gli inquirenti, l'uomo avrebbe potuto utilizzare quel materiale contro la moglie.

Proprio il giorno dell'aggressione i carabinieri gli avrebbero dovuto notificare il divieto di avvicinamento dalla moglie, provvedimento che era stato deciso dalla Procura a fronte delle segnalazioni della donna. Il quarantenne, che non era mai inciampato nella giustizia prima di allora né aveva manifestato comportamenti violenti in famiglia, era cambiato quando la convivenza con la moglie si era fatta difficile e la donna aveva manifestato la volontà di separarsi.

Con insistenza molesta aveva più volte chiesto alla moglie di ripensarci, minacciando velatamente l'intenzione anche di farla finita, e poi aveva raggiunto spesso la casa dei suoceri. Accusato di tentato omicidio, stalking e porto di oggetti atti ad offendere, l'uomo rimane in carcere: il tribunale del riesame aveva infatti respinto la richiesta dei domiciliari.

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