Orsi animalisti di nuovo in piazza a Trento. Il Wwf: favorire le "migrazioni" naturali verso altri territori
Annunciato per domani un sit-in davanti alla Provincia, domenica manifestazione ad Avio, presso la casa del presidente Fugatti. Contestata la linea basata su abbattimenti di esemplari "problematici" e rimozione di oltre metà del gruppo attuale. Intanto a Roma si parla di un nuovo "piano strategico"
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TRENTO. Le sezioni di Trento di Oipa, Lega nazionale per la difesa del cane (Lndc) e Lav promuovono un nuovo sit-in di protesta contro la gestione degli orsi in Trentino.
Si troveranno davanti al palazzo della Provincia, in piazza Dante, domani, venerdì 28 aprile, alle 10.45.
Nell'iniziativa, le associazioni verranno presentante nuove proposte per la convivenza tra la popolazione locale e i grandi carnivori.
E dopo le proteste di Trento davanti al palazzo della Provincia e al centro di detenzione orsi Casteller, domenica 30 aprile alle 14 è prevista un'altra iniziativa animalista nel comune di Avio, frazione di Sabbionara, paesino in cui risiede il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti.
Il presidente del partito animalista europeo, Stefano Fuccelli, comunica in una nota che andrà in scena la manifestazione "Dalla parte dell'orso sempre! Presidio sotto casa di Fugatti", organizzata insieme a varie associazioni.
Intanto ieri, dopo la seconda seduta del tavolo tecnico al ministero, con l'audizione delle associazioni ecologiste, anche il Wwf ha diffuso una nota per fare il punto della situazione.
"La questione orso è estremamente complessa - scive l'organizzazione ambientalista - e richiede un approccio scientifico e socio culturale che, ad oggi, è mancato. Alla popolazione di orsi del Trentino deve essere data la possibilità di ampliare l'areale attuale in modo naturale, intervenendo su quelle barriere antropiche che, soprattutto nella porzione orientale, ne impediscono o ne rallentano la dispersione, attraverso la realizzazione di quei corridoi ecologici vitali anche per tante altre specie".
Poi, la critica alla linea ribadita dalla Provincia autonoma, che fra l'altro, sull'Adige oggi in edicola, ribadisce per bocca dell'assessora Giulia Zanotelli, l'intenzione di abbattere rapidamente ogni orso classificato "problematico" (ma anche su questa definizione è scontro con le associazioni protezionistiche). La stessa Zanotelli esclude categoricamente la creazione di corridoi naturali per la dispersione degli orsi in altri territori, il potenziamento del personale dedicato a Life Ursus, la creazione di vaste aree recintate.
Insomma, la linea è più che dimezzare la popolazione di orsi presenti, ma senza seguire le proposte degli esperti che indicano la costruzione di un percorso naturale verso migrazioni o strumenti come le sterilizzazioni. Restano dunque gli abbattimenti e le deportazioni di massa.
Ma un piano strategico per la gestione degli orsi e di tutti gli animali selvatici è una delle novità emerse dal tavolo di confronto tecnico sulla gestione degli orsi in Trentino, che si è svolto ieri, mercoledì, al ministero dell'ambiente a Roma.
Nell'audizione di ieri sono state coinvolte le associazioni di protezione animale.
La task force del ministero, in accordo con le indicazioni fornite dalle associazioni, si è resa disponibile allo studio di un piano strategico per la gestione dei plantigradi, e in generale per la convivenza con gli animali selvatici, sulla base delle necessarie valutazioni scientifiche.
Le associazioni si sono impegnate a far pervenire in breve tempo i contributi tecnici che saranno presi in considerazione nell'elaborazione della strategia.
Il confronto con le associazioni, voluto dal ministro, Gilberto Pichetto, e dal sottosegretario, Claudio Barbaro, sarà il metodo che il Mase adotterà per le tematiche della biodiversità e più in generale ambientali.
Per parte loro anche sulla delocalizzazione degli orsi auspicata da alcuni, gli animalisti obiettano: "La rimozione o lo spostamento di un cospicuo numero di orsi - scrive ancora il Wwf - come paventato dalla Provincia di Trento non ha alcun fondamento scientifico ed è in contrasto con le normative di tutela attualmente in vigore.
È opportuno basare le scelte gestionali sulla base di robusti elementi tecnico scientifici, mettendo da parte posizioni estremiste o demagogiche.
Il Wwf ha dato mandato ai suoi legali al fine di valutare quali siano le responsabilità, anche relative a condotte omissive e negligenti, in capo ai soggetti deputati all'adozione delle misure preventive previste dalla normativa nazionale e locale".