In Trentino le api stanno meglio: grazie al confronto con i frutticoltori sono diminuiti i danni da pesticidi
Il presidente degli apicoltori Marco Facchinelli: riconosciuto il nostro ruolo, proficua collaborazione con gli agircoltori dell'Apot che ci permette di influire nelle scelte di gestione dei frutteti e di poter tutelare l'azione degli insetti pronubi
TRENTO. Le api, in Trentino, ronzano un po' più felici rispetto al passato. Non che i danni provocati dai pesticidi siano da consegnare agli archivi, anzi. Ma il punto di vista degli apicoltori, raccolti nell'Associazione apicoltori trentini, coglie il segno che un cambiamento, in meglio, c'è stato.
Anche se non bisogna assolutamente abbassare la guardia.
Lo ha detto Marco Facchinelli, il presidente del sodalizio che associa un numero di apicoltori che sfiora i 500, nell'assemblea che si è tenuta pochi giorni fa l'agritur Maso Tratta di Pressano.
E c'è pure la questione orso: anche gli agricoltori ne patiscono la presenza. E proprio negli ultimi due giorni, sulla strada che porta a Mechel, Facchinelli si è visto distruggere altre cinque arnie dal plantigrado.
Assemblea, cui sono intervenute l'assessora all'agricoltura Giulia Zanotelli e Valeria Malagnini, tecnologa esperta di apicoltura del Centro di trasferimento tecnologico della Fondazione Mach. L'assemblea aveva pure carattere elettivo. In scadenza, per fine mandato, c'erano Paolo Frisanco di Vigolo Vattaro e Gessica Mosca della Val Rendena.
I due volti nuovi, eletti, sono quelli di Fabrizio Paris di Livo e Maurizio De Giuli di Cavedine. Il bilancio approvato porta ottimismo: segnala ricavi per 292 mila euro e chiude in sostanziale pareggio (312 euro di utile). L'associazione fa da centrale acquisti per i soci: i contenitori in vetro dalla UnionVetro, gli alimenti per le api dal Consorzio agrario di Bolzano. Ed il miele dei soci rifornisce gli scaffali della grande distribuzione, di Dao-Conad e del Gruppo Poli.
Il presidente Facchinelli, nella sua relazione, ha evidenziato la positiva collaborazione con la Provincia e l'assessorato all'agricoltura.
«Abbiamo raggiunto i risultati più significativi» ha detto «basti pensare ad esempio all'indennizzo per gli apicoltori che hanno subìto l'annata avversa, con le mancate produzioni di miele prima nel 2019 (con 275 mila euro) e poi nel 2021 (con altri 300 mila euro)».
Ciò che conta di più, però, è il riconoscimento "politico" del ruolo degli apicoltori: «Finalmente ascoltati e rispettati» ha sintetizzato il presidente. Dalla Provincia, ma anche dai frutticoltori che usano i cosiddetti "agrofarmaci" che annientano le api. Sul piano dei rapporti con la Provincia, conta l'applicazione della legge 4, che vuol dire fondi per l'acquisto di attrezzature, autocarri e strutture.
«La buona notizia» ha detto il presidente «è che tutti i fondi messi a disposizione dalla Provincia (350 mila euro, il 40% degli investimenti che ammontano a 870 mila euro) sono stati oggetto di domanda da parte degli apicoltori professionisti».
Gli apicoltori sono ora in attesa dello sblocco dei contributi per l'acquisto di materiale apistico (arnie, api e attrezzature).
Sul fronte dei frutticoltori che ancora fanno ricorso ai pesticidi, Facchinelli parla di «proficua collaborazione con l'associazione provinciale di riferimento, l'Apot. Il dialogo che si è instaurato con loro ci permette di influire nelle scelte di gestione dei frutteti e di poter tutelare l'azione degli insetti pronubi».
Facchinelli esemplifica: «Se invece dell'insetticida Trebon, viene usato il principio attivo Fluvavinate, questo le api lo tollerano perfettamente».
Attenzione, però. Non basta ben istruire alle buone pratiche i frutticoltori.
«Secondo noi» ha avvertito il presidente «in certi casi gli agricoltori, oltre che informati, vanno controllati, ed eventuali utilizzi impropri di certe sostanze vietate vanno durante sanzionati».
L'approccio è dunque questo. Niente muro contro muro.
«Intendiamo avere» ha aggiunto il presidente degli apicoltori «un atteggiamento che non fa sconti, ma pienamente costruttivo».
Il senso della partecipazione al tavolo con Apot, per Facchinelli, è chiaro: «Non è criminalizzando un settore che conseguiremo i nostri risultati». E la moria di api? «C'è come gli altri anni» spiega Facchinelli «ma quella da pesticidi è praticamente assente. Fino ad ora, con tutte le api in campo per la impollinazione, nessun segnale ci è arrivato.
In Veneto, invece, il sindaco di Montegrotto ha imposto immediatamente lo sfalcio dei campi di colza perché i trattamenti facevano morire le api».
Dal biomonitoraggio fatto dalla Fondazione Mach sul polline, risulta che c'è un calo del totale di agrofarmaci usati per ettaro. Residui si trovano però ancora nei sottofilari dove non c'è stato lo sfalcio dell'erba.
Spazio anche alla solidarietà. Facchinelli ha ricordato l'impegno del vicepresidente Fabrizio Calovi, che nel giugno 2022 ha passato due settimane in Nepal, ad insegnare le tecniche apistiche.All'assemblea di Pressano ha partecipato anche Diego Coller, presidente di Confagricoltura, che supporta l'attività dell'Associazione apicoltori trentini.