Politica / Il confronto

Riforme, Unterberger: no al presidenzialismo, sì a premierato e autonomia differenziata

La senatrice Svp, oggi ha indicato nell'incontro con Giorgia Meloni la posizione del gruppo per le Autonomie di cui è presidente. In una nota congiunta con il presidente del gruppo misto della Camera Manfred Schullian si apprezza comunque l'apertura al dialogo da parte della premier

ROMA. "Abbiamo apprezzato l'atteggiamento aperto al dialogo della Presidente Meloni e condiviso la necessità di dare stabilità al sistema. Nel merito siamo molto scettici sul presidenzialismo. Siamo invece disponibili a confrontarci su una riforma per l'elezione diretta del presidente del consiglio o, in alternativa, sul suo rafforzamento con l'introduzione della sfiducia costruttiva. E siamo naturalmente favorevoli all'autonomia differenziata, anche se deve essere chiaro che questa riforma non può avere alcuna implicazione sull'autonomia del Sudtirolo, che è vincolata ad accordi internazionali. Bene quindi che la presidente abbia ribadito l'impegno a un tavolo condiviso sulle competenze perse dal 1992 a seguito delle sentenze della Corte costituzionale".

Lo spiega in una nota la presidente del gruppo per le Autonomie Julia Unterberger (foto) e il presidente del gruppo misto della Camera Manfred Schullian, entrambi esponenti dell'Svp, dopo l'incontro con la presidente del consiglio Giorgia Meloni cui hanno preso parte anche il senatore Luigi Spagnolli e i deputati Renate Gebhard e Franco Manes.

"Per noi - ha aggiunto - il presidente della Repubblica, nella cornice di garante della Costituzione, ha storicamente rappresentato un elemento di garanzia sulle autonomie speciali e le minoranze linguistiche. Per questo non ci convince la politicizzazione della sua figura che si determinerebbe in un sistema presidenziale o semipresidenziale.

Invece l'elezione diretta del presidente del consiglio potrebbe restituire potere decisionale ai cittadini, facendo da antidoto all'astensionismo.

Il tutto dovrebbe essere combinato con un rafforzamento dei poteri di controllo e di indirizzo politico del Parlamento.

E naturalmente non intaccando gli attuali poteri del presidente della Repubblica, se non nelle parti relative al conferimento dell'incarico al presidente del Consiglio e alla nomina dei ministri.

Su questo schema di partenza noi siamo disponibili a collaborare.

L'augurio è in ogni caso che ci sia la più larga condivisione possibile. Una riforma che interviene in maniera così importante sull'impianto costituzionale non può essere fatta a colpi di maggioranza".

comments powered by Disqus