Contestato il Festival dell'economia, a Sociologia occupata arrivano i "contro-eventi"
L'assemblea studentesca: "La presenza di ministri di questo governo e amministratori delegati è indice di un preciso indirizzo politico. In un momento storico di profonda crisi, il Festival si fa portavoce di discutibili narrazioni politiche, teoriche e scientifiche capitaliste"
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TRENTO. Nell'atrio della facoltà di sociologia, a Trento, occupata questa mattina da un gruppo di studenti contrari agli ospiti e al programma del 18/o Festival dell'economia, si stanno tenendo degli eventi per discutere di anticapitalismo, crisi climatica, immigrazione e transfemminismo.
Tra questi, un workshop sulle migrazione con il collettivo Rotte balcaniche.
"Eventi organizzati dal basso, sostituiti a quelli del Festival dell'economia", spiegano gli studenti dell'Assemblea studentesca contro il Festival dell'economia. "L'occupazione è temporanea, vedremo quanto durerà. Si deciderà adesso anche quello", aggiungono gli studenti.
L'assemblea studentesca contro il Festival dell'economia oggi, 26 maggio, ha diffuso un documento sul tema.
"In riposta all’occupazione della nostra città . vi si legge - da parte del Festival dell’Economia, come studenti abbiamo sentito la necessità di riappropriarci pacificamente degli spazi che attraversiamo nel quotidiano.
Desideriamo rendere Sociologia – e l’Università – uno spazio aperto a tutta la cittadinanza in cui dibattere e discutere su come creare un futuro alternativo, dal basso, collettivo.
In un Festival che si fa portavoce di discutibili narrazioni politiche, teoriche e scientifiche capitaliste, in un momento storico di profonda crisi, abbiamo deciso di prendere una posizione politica netta contro il Festival dell’Economia e il modello di società che rappresenta.
Poniamo una critica concettuale a un Festival che viaggia su categorie “scientifiche” veicolate da una retorica politica neoliberale, reazionaria e guerrafondaia.
La presenza di ministri di questo governo (19) e amministratori delegati è indice di un preciso indirizzo politico. Multinazionali come Enel, Renault e partner come Intesa San Paolo, Ferrovie dello Stato, Confindustria e il Sole24Ore giostrano un Festival che di scientifico ha poco ma di interessi economici privati ne ha tanti.
Lo slogan “Il Futuro del Futuro” è un chiaro tentativo di distrarre il focus dell’attenzione: le persone presenti al Festival non sono assolutamente disposte a guardare il futuro, ma sono qui a imporci una visione pregna di una retorica politica anacronistica che ha ampiamente mostrato i suoi drammatici fallimenti. Occupiamo per riappropriarci del nostro tempo, della nostra vita, del nostro futuro, della nostra Università. La giustizia e l’Italia che vorrebbe chi in questo festival presenzia è una chiara volontà di sovradeterminare le nostre vite e le nostre esperienze".
Nel documento critiche ai provvedimenti del governo, dalla questione migranti all'alta velocità ferroviaria, ma più in generale il rifiuto delle politiche sociali ed economiche sempre ispirate al neoliberismo. Ma critiche anche all'impostazione degli studi e della ricerca negli atenei.
"Occupiamo contro l’ideologia capitalista che, in questi giorni più che mai, viene venduta come scienza oggettiva e inconfutabile. Occupiamo contro il mito dell’apoliticità e della neutralità del sapere.
Occupiamo contro l’Università-azienda che segue un modello privatizzato. Occupiamo contro l’Università che incentiva la competizione, la performance e il merito come perpetuazione del privilegio di classe. Occupiamo contro l’Università di Trento che si configura sempre più come Università di nicchia. Occupiamo contro il carovita e la speculazione sugli affitti, di cui siamo vittime ignorate. Occupiamo contro un’Università che finanzia una ricerca coloniale, guerrafondaia, ecocida ed eurocentrica", scrivono ancora gli studente in assemblea.