Rifiuti, i gestori pungolano la Provincia. Localizzazione e tecnologia: “Mancano risposte chiare”
All'Appa, l'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente, sono arrivate le osservazioni nell'ambito della Vas, la Valutazione ambientale strategica. Di rilievo quelle dei gestori della raccolta dei rifiuti. Che per la prima volta hanno fatto squadra: hanno discusso, valutato e alla fine condiviso le osservazioni alla proposta di Addendum
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TRENTO. La giunta provinciale, nella seduta della prossima settimana, ha in calendario l'approvazione dell'Addendum al Piano di gestione dei rifiuti, quello che prevede la chiusura del ciclo con un impianto di trattamento finale. E, visto il dibattito fin qui sviluppato in ogni sede, in primo luogo al Consiglio delle autonomie (Cal), e vista l'esperienza toccata con mano nelle visite all'EcoCenter di Bolzano, la scelta pare scontata: un termovalorizzatore, vale a dire un inceneritore, in luogo del gassificatore, che è la seconda tecnologia considerata dai consulenti di Fbk e Università di Trento. All'Appa, l'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente, sono arrivate le osservazioni nell'ambito della Vas, la Valutazione ambientale strategica.
Di rilievo quelle dei gestori della raccolta dei rifiuti. Che per la prima volta hanno fatto squadra: hanno discusso, valutato e alla fine condiviso le osservazioni alla proposta di Addendum. Tutti uniti: Comunità Alto Garda e Ledro, AmAmbiente srl, Asia, Azienda Ambiente srl, Comunità Valsugana e Tesino, Dolomiti Ambiente srl, Comun General de Fascia, Fiemme Servizi spa, Comunità delle Giudicarie, Comunità della Val di Non e Comunità della Val di Sole. «Prendiamo atto di quanto espresso dalla Provincia» annotano i gestori «segnalando tuttavia la mancanza di risposte chiare e puntuali».
La presa d'atto riguarda l'approccio della Provincia: la necessità di attivarsi fin da subito per la realizzazione di un impianto termico provinciale, la possibilità di adottare una soluzione tecnica certa, testata ed efficiente, l'inutilità dell'utilizzo del Tmb (trattamento meccanico biologico), l'impraticabilità della raccolta e del trattamento dei Pap, i prodotti assorbenti per la persona (per la tecnologia non adeguata e i costi troppo alti, di 700 euro a tonnellata per il solo trattamento), il limitato inquinamento dell'impianto termico.
Ecco, preso atto di tutto ciò, i gestori criticano la Provincia per la «mancanza di risposte chiare e puntuali che consentano una valutazione complessiva» di sei punti: «la scelta rispetto alla localizzazione, la scelta rispetto alla tecnologia impiantistica, la scelta rispetto al dimensionamento nel trattamento di rifiuti urbani e speciali, la scelta rispetto alla titolarità e ai finanziamenti per la realizzazione, la scelta della forma di affidamento e di gestione, la conseguente definizione della tariffa di smaltimento che graverà sui gestori e sui cittadini».
«Pur apprezzando i passi avanti compiuti nella direzione della chiusura del ciclo dei rifiuti», la richiesta degli enti gestori alla giunta Fuganti è quindi chiara: «Che la Provincia finalizzi la conclusione del processo partecipativo in corso con successivo atto, affrontando la risoluzione delle tematiche evidenziate». Non sarà così, però. Perché è chiaro che le vere scelte (tecnologia e localizzazione) saranno a questo punto lasciate in eredità alla giunta che uscirà della urne del 22 ottobre.
La giunta Fugatti, valutate le osservazioni, la prossima settimana, come detto, approverà l'Addendum e il "pacchetto" completo, cioè il disegno di legge che ha due punti cardine: primo, l'orientamento, come indicato a livello nazionale, verso un ambito unico di riferimento provinciale (omogeneità nei criteri di gestione), pur senza escludere l'affido a più gestori; secondo, la governance, vale a dire la riproduzione del "modello Bolzano": una società in-house, pubblica, formata da Provincia e Comuni, cui affidare realizzazione e gestione del futuro termovalorizzatore. Sull'Addendum, è ancora atteso anche il parere finale del Cal.
Intanto, i gestori si mettono a disposizione della Provincia «per un supporto tecnico-economico utile al processo decisionale». Lo fanno già con le osservazioni, che presentano una swot analysis (punti di forza e debolezza) su localizzazione, tecnologia e governance. Per quest'ultima, le opportunità sono due: che la politica locale possa dare indirizzi e la condivisione con i gestori. Mentre la minaccia è una sola: il «rischio di perdita di controllo sulla politica ambientale del territorio».
Le osservazioni analizzano punto per punto l'Addendum. Alcuni esempi: nel confronto tecnico ed economico sulle diverse tecnologie, «non sono ricompresi i costi per opere civili (lo stabile in cui l'impianto deve essere allocato)». Per il dimensionamento (80 mila tonnellate/anno), «l'impianto dovrebbe poter trattare anche i rifiuti della depurazione, i rifiuti cimiteriali e alcune quantità dei rifiuti speciali più simili ai rifiuti urbani».