Case di riposo, 19mila richiami dai riposi. Fenalt: “Situazione non sostenibile”
Roberto Moser, vice segretario generale del sindacato: “Mi chiedo se agli operatori delle Rsa resti ancora uno dei diritti essenziali dei lavoratori, il diritto al riposo, o se dobbiamo far finta che quello delle Rsa sia un altro pianeta in cui valgono altre regole”
LA FUGA "Sempre meno personale"
TRENTO. Nell'ambito di un incontro fra i rappresentanti dei lavoratori e Upipa, sono stati resi noti i dati dei richiami del personale dai riposi per necessità di servizio nel corso del 2022. Se le giornate di recupero andate in fumo nel 2018 erano già a livelli allarmanti, circa 17.000, il triste primato è stato superato nel 2022 oltrepassando la soglia dei 19.000 giorni di richiami.
«La situazione di oggi non è più sostenibile. Il problema è così grave che non si può più chiudere gli occhi - commenta Roberto Moser, vice segretario generale Fenalt - Ormai sta scomparendo il diritto al riposo. Mi fai lavorare quando dovrei essere a riposo, poi mi concedi il riposo compensativo da fruire entro il mese successivo, ma alla fine lo annulli perché mi richiami in servizio. Mi chiedo se agli operatori delle Rsa resti ancora uno dei diritti essenziali dei lavoratori o se dobbiamo far finta che quello delle Rsa sia un altro pianeta in cui valgono altre regole. In cui, ad esempio, fare un numero impressionante di ore di straordinario sia l'ordinarietà».
Per il sindacato "le estenuanti condizioni di lavoro sono all'origine anche dell'emorragia del personale". «Pellizzano, Rovereto, Predazzo - ricorda Moser - non sono che le tre realtà in cui il fenomeno della fuga del personale ha assunto livelli macroscopici. Che cosa è stato fatto per tamponarlo? Certo, nell'ultima riunione l'assessore provinciale alla sanità, Stefania Segnana, ha detto che sono state introdotto delle indennità. Si è dimenticata però di aggiungere che si tratta dell'indennità oraria per il cambio divisa, un diritto che non era riconosciuto ai lavoratori finché Fenalt non lo ha fatto valere davanti ad un giudice».
Sempre secondo il sindacato uno degli aspetti carenti nella gestione delle case di riposo e all'origine delle grandi differenze fra una struttura e l'altra è quello manageriale: «Abbiamo bisogno di gente capace ai vertici delle residenze. Le Direzioni devono essere valutate con criteri nuovi e diversi che tengano conto non soltanto di quanto si risparmia, ma del benessere organizzativo e relazionale perché è questo che determina la qualità del servizio e dell'assistenza».