Droga, assolto dopo 4 anni: non è sua la voce intercettata
A scagionare l’imputato è stata la perizia fonica: si è trattato di uno scambio di persona. Restituiti circa 400mila euro di beni sequestrati
IL CASO La droga non era droga, assolti
TRENTO. Assolto per non aver commesso il fatto. La sentenza è arrivata dopo quattro anni: la voce al telefono registrata nelle intercettazioni non è dell'imputato. Dunque ci sarebbe stato uno scambio di persona. Nel settembre 2019 Vincenzo Scognamiglio, 45enne di Torre Annunziata, venne arrestato dagli uomini del Gico della guardia di finanza di Trento nell'ambito dell'operazione internazionale "Carthago", che portò al sequestro di oltre una tonnellata di hashish e di due chili di cocaina, per un valore sul mercato di oltre 70 milioni di euro.
Come evidenziarono gli investigatori delle Fiamme Gialle nel presentare i risultati dell'indagine - 73 persone indagate in due anni e mezzo, 15 arresti di cui 12 avvenuti in flagranza di reato, sette ordinanze di custodia cautelare - venne sgominato un canale di approvvigionamento dello stupefacente gestito a Trento dalla camorra. La droga veniva spacciata anche fuori dalle scuole, agli studenti. Proprio dai controlli sul territorio erano partiti gli accertamenti che portarono gli investigatori oltre il confine nazionale.
Nell'abitazione di Scognamiglio vennero sequestrati due orologi Rolex, computer, oro, per un ammontare di 400mila euro, comprensivi del denaro presente sui conti correnti. Gran parte dei beni sono già stati riconsegnati, mentre i Rolex solo ieri. Dunque, a 4 anni dal termine dell'indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, Scognamiglio è stato assolto.
Alla lettura della sentenza davanti al gup Gianmarco Giua, erano presenti gli avvocati Roberto Cuomo e Massimiliano Lafranco. Per il perito incaricato dal giudice, l'ingegner Vitiello, c'è una incompatibilità al 99% fra la voce dell'imputato e quella a lui attribuita nelle intercettazioni.
Del resto, come evidenziato dalla difesa, l'allora giudice per le indagini preliminari a cinque giorni dall'arresto aveva ordinato la scarcerazione di Scognamiglio, sulla base di una considerazione precisa: nelle conversazioni intercettate l'uomo diceva di essere in vacanza ad Ischia a casa della figlia, mentre non risulta (dallo stato di famiglia rilasciato dall'Ufficio anagrafe di Torre Annunziata) che Scognamiglio abbia figlie femmine.
Fin dall'inizio la difesa aveva chiesto alla procura una perizia fonica, che però non è stata effettuata da un esperto: è la guardia di finanza che, interrogando l'imputato, ha registrato la voce asserendone la compatibilità con l'intercettazione. Una analisi fonica è stata quindi prodotta dalla difesa, che si è rivolta all'ingegnere Roberto Porto di Napoli: per il consulente il timbro che si sente nelle intercettazioni non è di Scognamiglio.
Alla medesima conclusione è giunto il perito del giudice: quella voce al 99% non è dell'imputato. Lo scambio di persona avvenuto in sede di indagini potrebbe far partire la richiesta di un'azione risarcitoria per accusa ingiusta.