Comitati e cittadini delusi dall'Apss: «Bypass ferroviario, manca un piano di prevenzione sanitaria»
Attolini, Geat, Margoni e Pertile, lo scorso aprile avevano chiesto chiarimenti. Oltre due mesi dopo, a cantiere già avviato, la risposta: «Dovete rivolgervi all’Osservatorio». La reazione: «Classico rimpallo di responsabilità. Se ci fosse una contaminazione da piombo, Apss non disporrebbe di alcun piano specifico di contenimento del danno alla salute»
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TRENTO. Denuncia secca, a questo punto documentata: «Per la circonvallazione ferroviaria di Trento, l'Azienda provinciale per i servizi sanitari non ha predisposto un piano di prevenzione del rischio per la salute e non ritiene di avere competenza in materia».
Carteggio con l'Apss in mano, lo sostengono quattro cittadini: Renata Attolini, Claudio Geat, presidente della Circoscrizione Trento Centro storico-Piedicastello, Martina Margoni, portavoce della Rete dei cittadini, e Marco Pertile. I quattro cittadini, lo scorso 6 aprile, hanno preso carta e penna, interpellando il direttore generale dell'Azienda sanitaria, Antonio Ferro, il responsabile dell'Ufficio relazioni con il pubblico di Apss, Adriano Passerini, e, per conoscenza, la direttrice del dipartimento prevenzione, Maria Grazia Zuccali, il responsabile dell'Unità operativa igiene e sanità pubblica, Francesco Pizzo, e il direttore dell'Unità operativa prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, Dario Uber.
Oggetto della missiva: una richiesta di accesso agli atti e alle informazioni sulle attività di prevenzione che l'Azienda sanitaria «ha realizzato o intende realizzare in relazione all'imminente inizio dei lavori della "circonvallazione ferroviaria di Trento"».
Quesiti assai puntuali: quali attività preventive e informative Apss intende realizzare a beneficio della popolazione e dei lavoratori coinvolti? Qual è il livello di accesso di Apss dispone rispetto ai dati sul monitoraggio ambientale rilevati da Rfi, dall'appaltatore e da Appa (Agenzia provinciale protezione dell'ambiente, ndr)? Come opera il coordinamento tra Appa e Apss rispetto alle questioni sanitarie e ambientali poste dalle lavorazione e dagli impatti delle stessi?
E, ancora, altre domande: è prevista o necessaria la istituzione di fasce di rispetto in prossimità del cantiere quando le lavorazioni saranno effettuate nella zona limitrofa ai siti inquinati di Trento Nord o in aree geologicamente fragili? È prevista o necessaria un'azione di screening sui dati biologici della popolazione residente nelle limitrofe al cantiere nella zone inquinate di Trento Nord prima, durante e dopo le lavorazioni?
La risposta del direttore Ferro è arrivata il 15 giugno, oltre due mesi dopo l'invio dei quesiti, a lavori iniziati. Il grosso della risposta è riservato alla titolarità diritto di accesso agli atti della pubblica amministrazione, da parte dei firmatari.
«Alcuni documenti da voi citati (es. piano o documento valutazione rischi negli ambienti di vita e di lavoro inerenti il cantiere» scrive Ferro «non sono in nostro possesso perché la loro elaborazione non compete all'Azienda provinciale per i servizi sanitari. Altre richieste sono oggettivamente generiche...».
Conclusione: «Con spirito collaborativo, si ritiene che le richieste debbano essere dettagliate e opportunamente deputate a garantire tutti gli aspetti (ambientali, igiene e sicurezza del lavoro, ecc.) appositamente individuato dalla Giunta provinciale», vale a dire L'Osservatorio sul bypass. Commentano Geat e gli altri firmatari: «La sostanza è che Apss non ha predisposto un piano di prevenzione del rischio per la salute. Che se, per una qualsiasi evenienza, dal cantiere partisse una contaminazione da piombo dell'aria o dell'acqua, Apss non disporrebbe di alcun piano specifico di contenimento del danno alla salute!». Un «classico rimpallo delle responsabilità».
«Apss non può assolvere le proprie responsabilità di prevenzione del danno alla salute demandandone l'esercizio ad un ente senza poteri. Ricordiamo» annotano i quattro cittadini «che il cantiere è già operativo e che non è stata ancora fornita alcuna informazione credibile su quando e come verrà effettuata la caratterizzazione ambientale dei terreni inquinati di Trento Nord».