Fridays for future, gli attivisti condannati per l'assemblea nella scuola: udienza rinviata
Oggi in Tribunale il rinvio a ottobre, mentre all'esterno, davanti al palazzo di giustizia, si teneva un presidio di solidarietà nei riguardi dei tre giovani chiamati a pagare 40 mila euro per essere entrati nell'istituto durante lo sciopero per il clima del 22 ottobre 2021
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TRENTO. È stata rinviata al 31 ottobre l'udienza del Tribunale di Trento in merito al ricorso presentato dal movimento Fridays for future di Trento contro la condanna di tre attivisti a pagare 40 mila euro per aver partecipato ad un'assemblea nel cortile del liceo "Vittoria", durante la manifestazione per il clima del 22 ottobre 2021.
Questa mattina, davanti al Tribunale di Trento, si è svolto un presidio lanciato dagli attivisti per il clima.
"No alla scuola fortino. Costruiamo saperi critici", recitava uno striscione del movimento locale.
I fatti. Era il 22 ottobre 2021, il giorno in cui il movimento Fridays for future aveva organizzato in molte città nel mondo lo sciopero per il clima.
A Trento il movimento aveva deciso di farsi sentire e di coinvolgere anche un istituto scolastico e la scelta era ricaduta sul liceo Vittoria.
Il gruppone di ragazzi e ragazze scesi in piazza ha pensato di avviarsi, in corteo, fino al liceo artistico e di fare lì la propria assemblea.
Voleva far sentire la propria voce, sull'urgenza di azioni concrete capaci di ridurre le emissioni clima alteranti e sull'insufficienza delle politiche messe in atto finora dai governi di pressoché tutti i Paesi.
Tra ragazzi e ragazze, erano una settantina. Il piano era quello di raggiungere il Vittoria e invitare chi stava facendo lezione nelle aule a partecipare a quello che si proponeva di essere un momento di approfondimento.
Il problema è che a scuola non erano stati avvisati.
Alcuni ragazzi sono entrati nell'edificio, per provare a mettersi in contatto con studenti e studentesse, ma sono stati bloccati dal personale.
Il resto dei manifestanti hanno scelto quindi di fare assemblea nel cortile della scuola provando a coinvolgere da lì la comunità studentesca, attraverso altoparlanti installati in cortile e appendendo striscioni per convincere chi era nelle aule a mollare libri e matite e a scendere per prendere parte alla protesta.
Tanto di più non potevano fare, anche perché la polizia nel frattempo si era messa davanti all'ingresso, a presidiare l'accesso all'edificio. Il tutto è durato circa quattro ore, poi se ne sono andati tutti.