Scuola per l’infanzia a luglio, la lettera di oltre 1.000 maestre: “Le politiche scolastiche della giunta? Scellerate”
Dura presa di posizione delle insegnanti contro Bisesti e l’esecutivo di cui fa parte. Nel mirino anche la Sovrintendenza scolastica per non aver espresso il minimo dissenso su chi ha squalificato l'intero comparto"
LA SODDISFAZIONE Bisesti: "I dati ci danno ragione"
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MATERNE Apertura a luglio, la rivolta dei sindacati
TRENTO. È ancora scontro sull'aggiunta del mese di luglio al calendario scolastico delle scuole dell'infanzia. Se da una parte l'assessore Mirko Bisesti mantiene la sua posizione, definendo la scelta «al passo con i tempi», dall'altra per le insegnanti è solo un «intervento goffo e maldestro per racimolare una manciata di voti in più, che lascerà una scuola dell'infanzia ancor più in difficoltà di prima».
È questo quanto viene scritto in una lettera firmata da più di mille insegnanti di ben 175 scuole dell'infanzia trentine che ancora una volta ribadiscono il loro secco no agli 11 mesi.«Un intervento a gamba tesa, scomposto e pericoloso, mosso da mero tornaconto elettorale. Qualcuno si è chiesto chi ne pagherà le spese? La risposta è davanti a noi: i bambini e le loro maestre. Questa trovata elettorale, aggiungendo un mese di scuola ai dieci del calendario tradizionale, va di fatto a dimezzare la pausa estiva dei bambini e delle insegnanti», scrivono.
Questo arrecherebbe danno non solo al mondo della scuola ma anche a tutta la comunità. In primis per una questione pedagogica. «Dopo dieci mesi di scuola un bambino ha bisogno di staccare, di fare esperienze diverse, di stare all'aperto e rapportarsi con altre persone. Dario Ianes, pedagogista trentino di fama internazionale, ha più volte sottolineato questo aspetto, ma è stato completamente ignorato non solo da Bisesti e dalla Giunta Fugatti al completo, ma persino dal Dipartimento istruzione e cultura». Nel mirino anche la sovrintendenza scolastica, che «non ha fatto nulla per stemperare le ricadute negative di questa forzatura».
Le affermazioni di Bisesti «giusto lavorare a luglio» hanno fatto arrabbiare le dirette interessate poiché «mostrano la superficialità e l'incompetenza dell'amministrazione in carica». La lettera si rivolge non solo all'assessore, ma anche al consigliere Paccher, al dirigente Ceccato, e alla sovrintendente Sbardella: «Secondo le statistiche disponibili la categoria professionale degli insegnanti è una delle più esposte al rischio di burnout, una forma di esaurimento psico-fisico che negli ultimi anni sta conoscendo un incremento allarmante».
Per quanto riguarda i bambini «con difficoltà, che un tempo erano l'eccezione oggi stanno diventando la regola. Bambini che richiedono attenzioni e cure continuative, nonché interventi celeri in collaborazione con l'azienda sanitaria, anch'essa sempre più in affanno nel gestire l'esplosione di casi problematici».
"Scellerate" vengono definite le politiche scolastiche della Giunta Fugatti, mentre i dirigenti del Dipartimento e la Sovrintendente vengono accusati di «non aver mosso un dito» e «non aver espresso il minimo dissenso» su chi ha squalificato l'intero comparto. Chiaro l'appello delle insegnanti: «Date un segno di vita, se potete, perché il vostro silenzio sta diventando più eloquente di qualunque risposta».