Caro benzina: quando Giorgia Meloni voleva l'abolizione delle accise sui carburanti, oggi però la nega
Diventa virale il video nel quale la leader di destra, non ancora premier, attaccava il governo e prometteva la svolta: «Una vergogna, uno scandalo. Noi pretendiamo che le accise sulla benzina vengano progressivamente abolite!». Ora molti chiedono almeno una riduzione di quelle tasse, ma lei risponde che non si può replicare quanto fece Draghi nel 2022
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TRENTO. A tagliare le accise sulla benzina il governo non ci pensa proprio. "Costerebbe un miliardo al mese, 12 miliardi l'anno", avverte il ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, spiegando che questi fondi sono stati utilizzati "per tagliare due volte il cuneo fiscale" e che l'esecutivo intende farlo ancora con la prossima legge di bilancio.
Eppure, si ricorda da più parti, questa maggioranza aveva promesso in campagna elettorale il taglio o l'eliminazione di questo balzello.
La questione, oltretutto, non era certo alla fine dell'elenco di tematiche utilizzate dalla stessa premier Giorgia Meloni come strumento di propaganda elettorale, anche in un noto video del 2019.
«Noi pretendiamo che le accise sulla benzina vengano progressivamente abolite!», tuonava la leader di Fratelli d'Italia in campagna elettorale, in un video nel quale lei stessa si recava a far benzina e apparentemente rimaneva scioccata nell’apprendere che, su 50 euro, solo 15 servivano per pagare effettivamente il carburante, mentre 35 finivano nelle casse del fusco. «Una vergogna, uno scandalo», insisteva. “Andiamo a cambiare tutto”, era lo slogan.
In realtà, ad abbassare le accise, a fronte dei rincari eccessivi, era stato il governo Draghi, nel maggio 2022 (inizialmente trenta centesimi al litro in meno da pagare), durante la crisi energetica legata alla guerra in Ucraina: l'esecutivo guidato da Giorgia Meloni, al contrario, ha prima ridotto nel mese di dicembre e poi, dal 1° gennaio 2023, cancellato completamente lo sconto.
La stessa premier, peraltro, intervenendo al'assise di una organizzazione imprenditoriale, definì le tasse "pizzo di Stato", scatenando una ridda di polemiche.
E ora sono in molti, in questi giorni, a rievocare la scelta del governo di non toccare le altissime accise, scelta in contrasto totale con le promesse elettorali: fra i tanti che hanno ricordato criticamente, sui social, il video di Giorgia Meloni dal benzinaio c'è l'ex presidente della Provincia, Ugo Rossi.
Altroconsumo fa sapere che oltre 103mila cittadini hanno sottoscritto la petizione online per chiedere al governo di ripristinare lo sconto sulle accise e azzerare l'Iva sui carburanti, allo scopo di neutralizzare i rincari "inaccettabili" su benzina e diesel.
Ma a palazzo Chigi non se ne vuole parlare. Il governo di destra fa muro alla richiesta arrivata da consumatori e opposizione di abbassare le tasse sui carburanti.
I prezzi sono stabili da tre giorni, con variazioni di millesimi, assicura il Mimit. Vero, il costo della benzina è stabile ma resta comunque su livelli elevati, in particolare in autostrada dove la verde al self è a 2,019 euro al litro, il gasolio a 1,928 euro.
Sarà dunque un controesodo caro quello che si accingono a fare molti automobilisti a cui conviene fare il pieno prima di entrare in autostrada in stazioni di servizio dove i prezzi sono più bassi, con le varie differenze fra regioni.
La verde in self più a buon mercato si trova nelle Marche con un prezzo medio di 1,924 euro al litro, la più costosa in Puglia e Basilicata (1,968 al litro). Nella provincia di Bolzano il prezzo più elevato a 1,982 salito da 1,977 di ieri. Urso annuncia che "il ministero dell'Economia sta preparando la manovra che sarà destinata al taglio strutturale del cuneo fiscale per rilanciare l'impresa e il lavoro e consentire a chi ha salari più bassi di avere un reddito dignitoso".
Saranno quindi "milioni di automobilisti a pagare le tasse per finanziare taglio cuneo", dice ad esempio Osvaldo Napoli, della segreteria nazionale di Azione.
Il ministro continua a difendere il provvedimento che ha imposto di esporre i prezzi medi regionali, a maggiore tutela del consumatore. E affibbia la colpa dei rincari all'Opec+, il cartello dei paesi arabi alleati con la Russia che ha cominciato a tagliare la produzione per far salire i prezzi del barile. "Dal 1 ottobre al 31 dicembre", aggiunge Urso, partirà il "trimestre anti inflazione" che vedrà "prezzi calmierati su una selezione di articoli rientranti nel carrello della spesa", penalizzati dall'aumento del costo dei carburanti perché l'88% della merca viaggia su gomma. L'inflazione, ha spiegato ancora il ministro, "si è dimezzata dal varo del decreto trasparenza che ha dato più poteri anche al Garante del Prezzi "che ha la chiara missione di intervenire in favore dei cittadini e in particolare dei più bisognosi".
Ma Mister prezzi poco può in concreto se non segnalare al governo le situazioni critiche. E così da un lato sono i controlli della guardia di Finanza a evidenziare irregolarità che vengono multate, come oggi in Veneto dove dodici distributori di carburanti irregolari sul fronte dei prezzi sono stati sanzionati per un totale di 50mila euro dal Comando Provinciale delle fiamme gialle di Vicenza.
Dall'altro sono i consumatori a irrompere in campo, come il Codacons che ha presentato una denuncia in varie Procure italiane "nei confronti del ministero dell'Economia e delle Finanze per appropriazione indebita e speculazione da aggiotaggio, con diffida a congelare i 2,2 miliardi di euro di accise incamerati solo nell'ultima settimana; e, contestualmente, nei confronti delle pompe e dei grossisti che nel corso di queste settimane hanno speculato sulle vacanze degli italiani".