Seguiti 200 uomini con trascorsi di violenza sulle donne in Trentino: "Percorsi che smuovono"
Accanto al percorso con gli uomini, un altro operatore svolge un monitoraggio laterale, chiamato “contatto partner": la ex partner dell'uomo che frequenta “Cambiamenti” viene contattata per monitorare che durante il percorso non ci siano agiti violenti. Questo avviene sia durante il percorso, sia nei sei mesi successivi alla fine del percorso
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TRENTO. Sono 200 gli uomini che sono stati seguiti in Trentino da quando è attivo il corso per uomini autori di violenza, "Cambiamenti". I numeri sono stati forniti, in conferenza stampa, dalla presidente di Alfid, Sandra Dorigotti. "Accanto al percorso con gli uomini, un altro operatore svolge un monitoraggio laterale, chiamato “contatto partner": la ex partner dell'uomo che frequenta “Cambiamenti” viene contattata per monitorare che durante il percorso non ci siano agiti violenti. Questo avviene sia durante il percorso, sia nei sei mesi successivi alla fine del percorso", ha spiegato Dorigotti.
Il Comune di Trento ha individuato lo spazio per ospitare il Centro uomini autori di violenza (Cuav). Si tratta di due locali situati in via Verruca 1. Da settembre i due corsi ("CambiaMenti") per uomini con agiti violenti che si stanno svolgendo in questo momento a Rovereto, frequentati da 24 uomini, si sposteranno quindi nel capoluogo. Lo hanno annunciato in conferenza stampa la presidente di Alfid, Sandra Dorigotti, che cura i corsi assieme a Fondazione famiglia materna, e l'assessora comunale alle politiche sociali, Chiara Maule. I due locali concessi ad Alfid in via Verruca saranno assegnati all'associazione per nove anni a fronte di una corresponsione simbolica di cento euro annui e un rimborso spese per l'utilizzo delle utenze.
La decisione del Comune, ha spiegato Maule, nasce a seguito di "un consiglio comunale dell'anno scorso" e gli spazi affidati sono quelli che "erano stati usati dai medici per anni". Il percorso di "Cambiamenti", finanziato dal Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dalla Provincia di Trento, dura un anno e prevede incontri settimanali. "Sono percorsi che smuovono. I casi di recidiva durante il percorso sono pochissimi", ha detto Dorigotti, che ha spiegato che chi accede ai corsi "lo fa per una decisione personale".
"Un altro criterio è che queste persone avvertano in sé o abbiano un percorso rispetto ad agiti violenti. Questo può essere sia un percorso che è già arrivato alla giustizia come un percorso che non è mai arrivato alla giustizia. Nel primo caso, il percorso è a pagamento. Per chi invece non ha ancora avuto un giudizio di condanna, la Provincia garantisce la gratuità di questo percorso", ha concluso Dorigotti.