Bus a chiamata, passa la proposta degli studenti universitari: da ottobre parte la sperimentazione
Saranno in funzione dalle 23 alle 3 su tre giorni (mercoledì, venerdì e sabato). Un collegamento tra gli studentati e la biblioteca dell’Ateneo. E anche una risposta a due problemi che la comunità universitaria soffre: alloggi e sicurezza
TRENTO. Era un lavoro che il Consiglio degli studenti dell'Università di Trento portava avanti da anni: i bus a chiamata saranno attivi entro ottobre in maniera sperimentale, dalle 23.00 alle 3.00, su tre giorni, mercoledì, venerdì e sabato, per essere implementati poi in maniera sistematica. L'iniziativa, ispirata a progetti dello stesso stampo, come quello organizzato a Padova, nasce innanzitutto dalla mancanza di connessione, a opera dei mezzi pubblici, in serata: dopo le 23 i bus sono pressoché inesistenti e, per molti, raggiungere il centro, o ancora peggio tornare a casa, non sembra essere il migliore degli scenari, a partire dai residenti negli studentati come il Sanbapolis o per quelli stabilitisi nelle frazioni di Povo e Mesiano.
La linea notturna, "OnOff", sarà composta da tre mezzi e sarà possibile - tramite un'applicazione per smartphone, a un orario prestabilito - prenotare un autobus che arriverà alla fermata più vicina alla propria posizione iniziale, raggiungendo poi quella più vicina alla destinazione, tutto grazie a un algoritmo.
Le fermate possibili non saranno chiaramente tutte quelle disponibili sul territorio, ma collegheranno, sicuramente, tutti i principali poli universitari, con l'aggiunta di una fermata di fronte la biblioteca universitaria, garantendo anche la possibilità di studiare fino alla chiusura della struttura - fissata durante la settimana alle 23.45. I bus notturni saranno una possibile soluzione, o quantomeno un lenitivo, per alcuni dei principali problemi di cui la comunità universitaria soffre: alloggi e sicurezza.
In primis, trovare una sistemazione "lontana" dal centro potrebbe non essere più un ostacolo, quanto sembra esserlo ora, per vivere al meglio l'ambiente universitario, non solo accademicamente: gli alloggi meno centrali potrebbero non essere più esclusivamente un ripiego, avendo la possibilità di godere allo stesso modo della città fino a tardi. Il servizio, inoltre, si presterà come un'alternativa concreta per rientrare a casa la notte, un momento fin troppo delicato di questi tempi: nelle fasce orarie in cui sarà attiva la linea, la sicurezza è sempre più labile.
I trasporti viaggeranno, appunto, sulla scia di A riveder le stelle, un Piano giovani di zona della Consulta degli studenti, la cui volontà è quella di aumentare la sicurezza, un'esigenza comune della popolazione universitaria.
Come da manifesto del progetto, l'obiettivo è quello di «riappropriarsi di spazi che "appartengono agli studenti" e che la vita notturna sia diversa»: il primo step è stato ridare vita a Piazza Dante, con delle serate di musica durante l'estate; si tratta un punto nevralgico della città, tanto importante quanto fragile, che agli universitari potrebbe dare molto.
La ratio fondamentale su cui si muove A riveder le stelle è la, purtroppo, dura risposta a una domanda molto semplice: «Cosa ti fa provare tornare a casa la sera?», per troppe persone la risposta è «paura», proprio per questo la riqualificazione di alcuni spazi urbani sembra essere diventata essenziale.