I frati cappuccini lasciano Trento dopo cinque secoli, la mensa dei poveri affidata alla Caritas
L'addio è dovuto alla carenza di vocazioni, domenica nella badia di San Lorenzo si terrà la messa di ringraziamento. Le attività della mensa al convento della Cervara sono riprese a inizio settembre, dopo la pausa estiva, e proseguiranno normalmente, grazie al contributo fondamentale di oltre trecento volontari
L'ANNUNCIO I frati cappuccini si preparano a lasciare Trento
VAL DI NON Mancano le vocazioni: i frati via anche da Cles
TRENTO. I frati cappuccini lasciano Trento dopo 500 anni di permanenza nel capoluogo. L'addio, dovuto alla carenza di vocazioni, è stato annunciato da tempo. L'ufficialità è arrivata lo scorso 20 marzo, in un comunicato in cui si dava conto dei lavori del Capitolo ordinario della provincia veneta dei frati minori cappuccini, svoltosi a Camposampiero.
Per il congedo dal capoluogo, d'intesa con l'arcivescovo di Trento, Lauro Tisi, si è scelta la badia di San Lorenzo, uno dei luoghi simbolo della presenza cappuccina, insieme al convento alla Cervara (foto), dove trova posto anche la mensa dei poveri voluta dai frati e destinata a rimanere come testimonianza viva della loro eredità evangelica. La messa di ringraziamento vedrà la presenza del ministro provinciale dei cappuccini fra Alessandro Carollo e del suo vice, fra Luca Trivellato, già responsabile della comunità di Trento e ora nella comunità di Arco. L'appuntamento è in programma per domenica 17 settembre alle ore 18 nella Badia di San Lorenzo.
Il Convento è prossimo a passare formalmente in gestione alla Diocesi, dopo la partenza dei religiosi a fine agosto. Ma uno dei punti fermi del futuro, anche sotto l’ala diocesana, resta la volontà di proseguire con il servizio mensa, ripreso a inizio settembre, dopo la pausa estiva, con la regia della fondazione Caritas Diocesana e la presenza fondamentale di oltre trecento volontari che offrono ogni sera la garanzia di un pasto caldo a più di un centinaio di persone.
La presenza dei Cappuccini in Trentino proseguirà a Rovereto nel convento di Santa Caterina (26 frati) che ospita l’infermeria dei religiosi e dove si conferma anche il sostegno all’attività pastorale, oltre alle comunità di Arco (9 frati) e Terzolas (3 frati).