Il custode forestale ucciso al lago di Santa Giustina, i testimoni in aula: «Fausto Iob era deluso da Dallago».
Alcune testimonianze descrivono la perdita di fiducia della vittima nei riguardi del boscaiolo: «Rischiava di perdere il lavoro». La difesa punta invece ad aprire nuovi scenari passionali o finanziari. Altra sfilata di testi della procura prevista nell'udienza del 13 ottobre, quando dovrebbe prendere la parola anche l'imputato
PROCESSO Dalle tracce sangue nessuna certezza, sconosciuta l’arma
IL DELITTO Morto annegato dopo l'aggressione e i colpi alla testa
L'ARRESTATO Dallago interrogato: «Non ho ucciso io Fausto Iob»
TRENTO. Il giorno prima della scomparsa Fausto Iob aveva incrociato in maniera del tutto fortuita David Dallago, che si trovava alla guida di un trattore: trasportava legname destinato ad un deposito situato in altro luogo. Era il 2 giugno 2022. La ricostruzione delle ore che hanno preceduto l'omicidio - secondo gli inquirenti avvenuto nella tarda mattinata del 3 giugno - e successivamente delle concitate ricerche della vittima - ritrovata nel pomeriggio del 5 nel lago di Santa Giustina - è stata al centro dell'udienza che si è celebrata l'altroieri, 27 settembre, davanti alla Corte d'Assise di Trento, presieduta dalla giudice Claudia Miori.
Sono stati quattordici i testi sentiti in aula. Toccante le testimonianza dei figli di Iob, Davide e Valentino, e del nipote Rudi Cattani, tutti costituiti parte civile. Hanno poi parlato la ex moglie, colleghe di lavoro e amiche della vittima. Se l'accusa tira dritto per la sua strada ipotizzando come movente dell'omicidio la scoperta del furto di legname, la difesa dell'imputato David Dallago punta ad aprire nuovi scenari. C'è la pista passionale ad esempio: Fausto Iob, 59 anni, piaceva alle donne, come è stato ribadito dai testimoni, e negli anni aveva intessuto diverse amicizie speciali. E c'è la pista finanziaria: a seguito della separazione e poi del divorzio dalla moglie, la vittima aveva passato periodi difficili.
La scoperta del furto. Il custode forestale aveva scoperto il furto, ma allo stesso tempo invitato Dallago a sistemare subito le cose riportando il carico nel luogo previsto, a Casez. Era la mattina del 2 giugno 2022, giornata festiva in cui sia Iob, la vittima, che il boscaiolo Dallago, accusato di omicidio, erano a riposo. Eppure per motivi diversi si trovavano nel bosco ed i loro destini si sono incrociati in maniera indissolubile: Dallago, 33 anni, è in carcere da 15 mesi con l'accusa di aver ferito con 17 colpi alla testa e poi gettato nel lago di Santa Giustina il custode forestale Iob, l'uomo che gli aveva procurato il lavoro del taglio delle piante per il Comune di Sanzeno. Di quell'incontro con Dallago, Fausto Iob aveva parlato il giorno stesso al telefono con il sindaco e il vicesindaco di Sanzeno e, a pranzo, con il figlio maggiore Davide.
Dalle testimonianze è emerso che Iob non voleva denunciare Dallago, ma aveva perso la fiducia dopo aver verificato che neppure a seguito dell' "ammonimento" la legna era stata portata nel luogo concordato.
La delusione di Iob. «Dallago non è affidabile. Non lavorerà più» è il senso delle parole che Iob aveva detto agli amministratori di Sanzeno. Lo ha riferito in aula il sindaco Martin Slaifer Ziller, spiegando anche che «Iob aveva dato a Dallago la possibilità di rimediare, di mettere la legna al suo posto».
Il vicesindaco Lucas Brentari, che parlò con Fausto Iob proprio la mattina della scomparsa, così ha riferito: «Mi aveva detto di essere rimasto deluso dal comportamento di Dallago e che non lo avrebbe più fatto lavorare».
Stessa versione fornita dalla segretaria comunale di Sanzeno: «La mattina del 3 giugno Iob era passato all'ufficio segreteria e poi si era affacciato alla mia porta. Mi aveva detto che sarebbe andato a verificare le operazioni di taglio delle sort di Banco, cantiere affidato a Dallago. I lavori erano in ritardo. E aveva aggiunto che Dallago era una persona non affidabile».
I figli e le amicizie speciali. Fausto Iob, che non era solito parlare del proprio lavoro, aveva però raccontato l'episodio al figlio maggiore Davide. «La mattina del 2 era andato a Smarano a raccogliere fiori di sambuco e aveva visto il trattore - ha ricordato Davide - Il boscaiolo aveva cercato di giustificarsi sostenendo di essere lì per misurare il tempo di percorrenza dal luogo dello stoccaggio a casa sua. Ma mio padre non gli aveva creduto, invitandolo a riportare la legna nel luogo previsto».
Dopo un silenzio durato quasi 10 anni, Fausto Iob e i figli si erano riavvicinati: «Era un padre premuroso, cercava di non farci mancare nulla». «Mi chiedeva sempre come stavo e come andavano gli studi» ha detto Valentino, il figlio minore. L'ex moglie ha spiegato che dopo il divorzio i rapporti era cordiali. Sono state sentite le donne - amiche speciali o semplici confidenti - con le quali Iob aveva scambiato messaggi fino poche ore prima della scomparsa. L'ultimo mandato da un'amica è delle 10.57: non è mai stato letto.
Il diario e le indagini. Il nipote della vittima, Rudi Cattani, da sempre vicino allo zio, ha ricordato di «non aver escluso la via passionale». «Lo avevo detto anche i carabinieri, perché sapevo che mio zio piaceva alle donne». Il diario trovato a casa delle vittima non sarebbe d'aiuto agli inquirenti: gli appunti si fermano alcuni mesi prima della scomparsa dell'uomo.
Spunta un nuovo teste: un avvocato. Nel frattempo si è fatto avanti un avvocato, che ha mandato via pec un documento al pubblico ministero e per conoscenza all'avvocata della difesa Angelica Domenichelli: chiede di poter essere sentito. Si tratta del professionista che ha seguito la pratica di divorzio di Fausto Iob. Altra sfilata di testi della procura è prevista nell'udienza del 13 ottobre, quando dovrebbe prendere la parola l'imputato Dallago. Il confronto fra genetisti è rinviato a novembre.