Accusato di omicidio in Perù, il cuoco non verrà estradato
L'uomo ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento nell'agguato a colpi di arma da fuoco avvenuto nel 2014, ipotizzando che ci sia stato uno scambio di persona. Lui era stato testimone, non un assassino: questa la sua difesa
TRENTO. Non verrà estradato il 55enne peruviano accusato di aver preso parte ad un omicidio avvenuto 9 anni fa nel suo Paese d'origine. Lo ha deciso la Corte d'Appello di Trento. L'uomo, assistito dall'avvocato Gabrio Stenico, valuta ora la possibilità di chiedere i danni di quanto patito: da cuoco dipendente di un ristorante etnico, si è infatti ritrovato da un giorno all'altro in una cella del carcere di Spini, dove ha trascorso tre mesi. L'arresto era scattato nel novembre scorso, quando si era presentato in questura per chiedere la protezione internazionale. Inserendo le sue generalità nel database la polizia ha scoperto che l'uomo era destinatario di una misura restrittiva nel suo Paese.
L'uomo ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento nell'agguato a colpi di arma da fuoco avvenuto nel 2014, ipotizzando che ci sia stato uno scambio di persona. Lui era stato testimone, non un assassino: questa la sua difesa.
Dopo i tre mesi di detenzione si è ritrovato senza lavoro, solo, costretto a lasciare il Trentino per recarsi in un'altra città del nord, ospite di parenti. Il conto che potrebbe chiedere - allo Stato estero o all'Italia - potrebbe essere di alcune decine di migliaia di euro.