Diego, 11 anni, aveva perso la maglietta juventina nella calca per Ibrahimovic al Festival: ritrovata e restituita
La casacca della Juve personalizzata era un regalo prezioso che il piccolo della Vallagarina aveva ricevuto dai nonni quando si era risvegliato dal coma. L’aveva smarrita domenica al teatro Sociale ma l’appello lanciato dall'Adige ha permesso di recuperarla: «E ora non la toglierò mai più», sorride il ragazzino
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TRENTO. «Sono felicissimo, non me la toglierò mai più». Aveva un sorriso che partiva da un orecchio e arrivava all'altro Diego Linardi, ieri sera, quando gli è stata riconsegnata la sua maglietta, un sorriso che ha sancito il lieto fine della storia raccontata ieri da "L'Adige". La storia di Diego, l'undicenne lagarino tifosissimo della Juventus, arrivato domenica al Sociale di Trento con la sua maglietta bianconera per farla autografare da Ibrahimovic e che è tornato a casa senza maglietta (ma con un pallone firmato dall'attaccante).
L'appello lanciato dalle pagine del giornale per cercare di ritrovare la maglia è andato a buon fine grazie ad un giovane che quel pezzo di divisa se l'è ritrovata fra le mani (anzi, sulla testa per essere precisi) e che ha fatto in modo che ritornasse dal legittimo proprietario. Che ieri sera era felicissimo di poter indossare nuovamente la maglia che per lui ha un significato speciale. Gli era stata infatti regalata dai nonni il giorno in cui si era svegliato dal coma, il giorno in cui ha cominciato a vivere, pur giovanissimo, il secondo capitolo della sua storia. Perché l'11enne è un ragazzino la cui vita è stata segnata pesantemente dalla malattia, ogni giorno per lui è una conquista importante, e quella maglia un po' gli ricorda i passi in avanti che ha fatto.
Noi invece facciamo un passo indietro per raccontare la vicenda. Il ragazzino era al Sociale con il papà. Lui è sulla carrozzina e quindi non poteva raggiungere il palco per l'autografo di Zlatan. La maglia la prende gentilmente un addetto che la passa ad un collega e viene quindi sistemata sul palco. C'è molta confusione e la maglietta sparisce. Per cercare di rimediare alla comprensibile delusione del bambino, un vigile del fuoco raccoglie un pallone che viene autografato dal calciatore e consegnato al giovanissimo come ricordo positivo della giornata. Ma la famiglia, assieme a Trentino Marketing che è uno degli organizzatori del Festival dello sport, ha lanciato un appello perché, come detto, quella maglietta non è una semplice maglietta.
"Mission impossible"? Così poteva sembrare ma così non è stato, grazie ad un giovane. «Sono juventino anche io - racconta - e fra juventini ci si aiuta». Ed ecco il suo racconto. «Domenica ero anche io al Sociale - spiega - e al momento degli autografi ero sotto il palco. C'era tantissima gente e ad un certo punto la maglietta è volata sulla mia testa. L'ho presa in mano e ho cercato il legittimo proprietario chiedendo anche attorno a me se fosse di qualcuno. Avrei potuto lasciarla lì ma non me la sono sentita. Era una maglietta personalizzata, quindi una maglietta che per il proprietario era importante. Così l'ho messa nello zaino e questa mattina (martedì per chi legge) l'avrei portata al Sociale per darle una possibilità di essere ritrovata. Ma andando al lavoro ho letto l'articolo».
Ed ecco quindi che la maglietta sparita è stata portata a L'Adige e quindi all'11enne che è stato felicissimo di riaverla, anche se senza autografo. E (ri)troverà un posto d'onore accanto al pallone con la firma di Zlatan. Felicissimo della maglietta e di essere protagonista di un articolo di giornale, Diego. Una gioia incontenibile come solo i bambini riescono ad esprimere. Per lunghi minuti ha continuato a toccare quella maglietta che ha voluto immediatamente indossare. «E non la toglierò mai più» ha detto davanti alla mamma Susanna, poco convinta di poter realizzare questo desiderio di suo figlio. Che ieri mattina si era svegliato convinto che la sua maglietta non sarebbe più tornata a casa ma che è stato invece piacevolmente sorpreso che così non sia stato. E da Diego, tramite il giornale, arriva il grazie a chi ha permesso questo "ritorno a casa".