Gerosa non molla: vuole esse la vice di Fugatti, oggi a Roma la resa dei conti in FdI
Sono convocati da Giovani Donzelli i neo consiglieri provinciali. Alta la tensione intorno al commissario Alessandro Urzì. Sul tavolo - pur non ufficialmente - c'è la possibilità di una scelta da fare: difendere la vicepresidenza di Gerosa ma accontentarsi di quella, come pare voglia proporre la Lega, lasciare e in cambio avere due assessorati e magari qualche altra posizione di prestigio o rompere ritenendo l'alternativa irricevibile
GEROSA "Io vicepresidente, lo dice il voto dei trentini"
FUGATTI Il presidente vuole in giunta il "cerchio magico"
ROMA. Si terrà domani martedì 7 novembre la proclamazione degli eletti in consiglio provinciale. Da quel momento il presidente Maurizio Fugatti si insedia formalmente. E da quel momento scattano i dieci giorni di tempo per nominare la propria giunta. Un ulteriore giorno in più che forse sarà utile per trovare una quadratura non così semplice da portare a casa. Per ora l'attenzione di tutti è su Fratelli d'Italia e sulle dinamiche interne al secondo partito della coalizione. Contatti con il presidente - anche informali - riguardo alla futura giunta, sembra non ce ne siano stati, certo non è in calendario un incontro. Anche lui aspetta che il partito si chiarisca al suo interno, perché cosa accade lì sarà dirimente rispetto a come andranno poi le trattative per l'esecutivo provinciale.
Ecco perché c'è massima attenzione rispetto a quanto accadrà oggi a Roma, quando sono convocati da Giovani Donzelli i neo consiglieri provinciali Francesca Gerosa, Claudio Cia, Carlo Daldoss, Christian Girardi e Daniele Biada. Con loro, ci sarà il commissario del partito Alessandro Urzì ma non dovrebbero esserci l'onorevole Andrea de Bertoldi e la collega Alessia Ambrosi, impegnati altrove. Fin qui gli inviti, che tuttavia nulla dicono davvero: ognuno, nel partito, ha cercato di preparare questo incontro al meglio, compresa la neo consigliera e vicepresidente in pectore Francesca Gerosa, che martedì è stata a Roma. Sui social è apparsa una sua foto con l'onorevole Salvatore Deidda, ma i suoi colleghi consiglieri danno per scontato che abbia trovato modo, in transatlantico, di incrociare anche Giovanni Donzelli, il cui ruolo diventa adesso centrale. Perché in gioco c'è il ruolo del partito nel futuro esecutivo in una provincia autonoma.
E sul tavolo - pur non ufficialmente - c'è la possibilità di una scelta da fare: difendere la vicepresidenza di Gerosa ma accontentarsi di quella, come pare voglia proporre la Lega, lasciare e in cambio avere due assessorati e magari qualche altra posizione di prestigio o rompere ritenendo l'alternativa irricevibile.Quel che parte del partito si attende dall'incontro di oggi, è che per "cinturare" il commissario in questi giorni piuttosto isolato, Donzelli avochi a sé l'onere di condurre le trattative con il presidente Fugatti.
Magari non formalmente, magari non salendo da Roma a Trento per sedersi ad un tavolo, che darebbe una brutta immagine dell'autonomia di un partito in una terra autonoma, ma nella sostanza sì. Nel frattempo, dirà ai neo consiglieri, alcuni poco abituati alle frequentazioni romane, quale sarà la strategia del partito e quale la posizione rispetto agli alleati nelle trattative che a breve si apriranno. Ma a Roma parleranno anche loro, i consiglieri, magari chiedendo di essere coinvolti negli incontri con Fugatti.
Hanno posizioni anche diverse. Gerosa insisterà - e con lei il commissario - sulla necessità di far valere l'accordo pre elettorale che la vuole vicepresidente. E gli altri? Non è dato sapere. Di sicuro pressoché tutti nelle dichiarazioni post voto si sono detti pronti ed aperti alla collaborazione. Politicamente non sembrano pronti ad alzare muri o barricate con il presidente, per trasformare la legislatura in un Vietnam.
E siccome, se il partito dovesse mettersi in contrapposizione con il presidente, dovrebbero essere loro il "braccio armato" in aula, avranno anche il diritto di dire se sono pronti alla pugna o se preferiscono una scelta più pragmatica, tanto più se questa scelta rischia di venire maggiormente incontro alle loro ambizioni.Questi i temi sul tavolo, lunedì. Nel frattempo Fugatti aspetta. Anche per capire chi sarà davvero il suo interlocutore nelle trattative.