Sciopero, l'Apss: possibili disagi nella sanità. Ecco i settori che si fermeranno, corteo da piazza Fiera
Domani, 17 novembre, l'iniziativa lanciata da Cgil e Uil contro la manovra economica e le politiche industriali del governo Meloni. Nei trasporti, è escluso il settore aereo, mentre lo stop è ridotto a quattro ore (dalle 9 alle 13). L'appello dei lavoratori della scuola e dell'università rilanciato dagli studenti: "Contrastiamo il definanziamento dei settori della conoscenza in Italia"
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TRENTO. Domani, venerdì 17 novembre, sciopero generale e possibili disagi anche in Trentino. La mobilitazione lanciata da Cgil e Uil (mentre la Cisl ha una linea più morbida verso il governo) prevede anche un corteo da piazza Fiera fino, con ritrovo alle 9.30. Obiettivo, denunciare le storture della manovra economica e le politiche industriali e del lavoro del governo Meloni, accusate di penalizzare ancora i lavoratori, già colpiti del carovita.
L'Apss fa sapere che domani saranno possibili disagi anche per i servizi sanitari.
Le sigle sindacali Usb Pubblico Impiego con l'adesione di Sidl, e Cgil, Uil e il sindacato delle professioni infermieristiche Nursind hanno proclamato per l'intera giornata, lo sciopero generale di tutte le categorie pubbliche e private. Per il settore sanità lo sciopero sarà di 24 ore.
L'Azienda provinciale per i servizi sanitari spiega di essersi attivata per garantire i servizi pubblici essenziali e assicurare agli utenti la continuità assistenziale, determinando i contingenti minimi di personale. L'assistenza sanitaria d'urgenza (servizi di emergenza e pronto soccorso) sarà garantita, mentre potrebbero esserci disagi per quanto riguarda le attività programmate, in base al numero di aderenti allo sciopero. Possibili disservizi quindi potranno verificarsi per le visite ambulatoriali programmate, i prelievi del sangue e le prenotazioni al Cup.
Per quanto riguarda i trasporti, è escluso il settore aereo, per scelta dei sindacati stessi. In seguito alla precettazione del personale, disposta dal vicepremier e capo della Lega Matteo Salvini in veste di ministro competente, lo sciopero nei trasporti si riduce a quattro ore ( dalle 9 alle 13) per evitare le sanzioni salate previste per chi non rispettasse la disposizione governativa.
In questo arco di tempo sono prevedibili riduzioni anche nei servizi di Trentino Trasporti, mentre Trenitalia ha comunicato che si potrebbero registrare cancellazioni, ritardi o limitazioni per regionali, Frecce e Intercity (con eventuale estensione oltre l'arco indicato).
Otto ore durerà lo sciopero negli altri ambiti della funzione pubblica: oltre alla sanità, le scuole e l'università, i vari uffici, le poste eccetera. Coinvolti anche servizi pubblici in appalto, come le pulizie, la vigilanza o la ristorazione collettiva.
A scuola si apre un fronte unitario di alvoratori e studenti. Le battaglie e le ragioni di lavoratrici e lavoratori, studentesse e studenti, in occasione dello sciopero di domani e della giornata di mobilitazione internazionale degli studenti, si fonderanno in una stessa data.
"Infatti, a poco più di un anno dall'insediamento del ministro Valditara e alla luce degli insufficienti stanziamenti nella legge di bilancio per il contratto e agli assenti fondi per il diritto allo studio, l'idea di scuola del Governo appare sempre più povera, divisa e precaria. Riforme come l'autonomia differenziata, il dimensionamento scolastico con il taglio di quasi 900 istituti, l'alto tasso di lavoro precario, le riforme della condotta e della filiera tecnico professionale, rischiano di rendere la scuola un moltiplicatore di disuguaglianze, subordinato alle logiche del mondo delle aziende e dei privati", affermano le lavoratrici e i lavoratori della Conoscenza, che per tutti questi motivi si fermeranno il 17 novembre per lo sciopero nazionale e scenderanno in piazza con studenti e studentesse.
La segretaria generale della Flc Cgil Gianna Fracassi dichiara: "Scioperiamo per contrastare il definanziamento dei settori della conoscenza in questo Paese. Nella scuola è in atto una vera e propria spending review che si tradurrà, col dimensionamento, in un taglio lineare che rischia di sguarnire il sistema dell'istruzione soprattutto nei territori più deboli come il Sud e le aree interne. Saremo in piazza anche contro il tentativo di privatizzare interi pezzi della conoscenza tramite l'entrata dei privati nella governance degli istituti con l'introduzione della nuova filiera tecnico-professionale. Una riforma che piega alle esigenze dell'imprese il sistema dell'istruzione negandone la vera funzione che è quella di formare cittadini critici e consapevoli.
Le risorse in legge di bilancio per rinnovare i nostri contratti sono insufficienti e non si affronta il tema della stabilizzazione dei 200 mila precari della scuola. Un lavoro stabile è un diritto per il lavoratore e garantisce continuità e qualità dell'offerta didattica. Scioperiamo infine, perché riteniamo ingiusto e illegittimo il disegno di autonomia differenziata che è attualmente in discussione in Parlamento e che rischia di portare a un sistema fatto di tante scuole diverse, con i diritti a geometria variabile a seconda del territorio in cui si vive".
Bianca Chiesa, coordinatrice nazionale dell'Unione degli Studenti sottolinea: "Scendiamo in piazza domani 17 novembre per portare all'attenzione della politica e del Paese tutto le richieste del manifesto nazionale I diritti non si meritano, frutto di momenti assembleari e di confronto tra gli studenti di tutto il Paese. Ribadiamo che l'istruzione non si merita, è un diritto di base, e lo rivendichiamo con forza: il diritto ad un'istruzione completamente gratuita, con una Legge nazionale sul diritto allo studio e almeno il 5% del PIL all'istruzione; il diritto ad una scuola non subordinata alle aziende e ai privati, con l' abolizione dei PCTO e delle forme di Alternanza Scuola - Lavoro in favore dell'istruzione integrata; il diritto a spazi sicuri ed adeguati, con interventi massivi sull'edilizia scolastica; il diritto ad una scuola tutelante, con una riforma della didattica e della valutazione ed interventi per la tutela del benessere psicologico; il diritto a decidere nelle nostre scuole, con il potenziamento della rappresentanza studentesca ed un nuovo Statuto dei diritti degli studenti e delle studentesse".
Per la Rete degli studenti medi, Paolo Notarnicola ribadisce: "Ogni giorno il futuro della nostra generazione diventa sempre più precario. Vediamo avanzare la crisi climatica e conflitti globali, e lo spazio per noi è pari a zero: veniamo educati ad un lavoro povero e precario, mancano fondi per garantire la tutela del benessere psicologico nella sanità pubblica e il diritto allo studio è di fatto negato. Non resteremo a guardare in silenzio mentre il Governo disinveste nei giovani. A partire dalla finanziaria serve stanziare fondi per garantire l'accesso all'istruzione, serve investire in edilizia, serve fermare le riforme che stanno svuotando di senso e privatizzando la formazione nel nostro Paese. Il 17 scenderemo in piazza in tutto il Paese insieme ai lavoratori dell'FLC CGIL, perché non accetteremo decisioni prese sulla nostra pelle, non resteremo a guardare!".