In Trentino sono sempre di più le persone povere, l'appello del vescovo Tisi
I numeri nel rapporto della Caritas diocesana sugli interventi svolti l'anno scorso a favore dei più fragili. Mons. Lauro Tisi: «Tutta questa povertà non è sulla Luna: comunità parrocchiali, guardate i poveri che avete in casa»
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TRENTO. Passato il Covid, non c'è comunque da stare allegri. In attesa della Giornata mondiale dei poveri istituita da Papa Francesco, che si celebra oggi, la Fondazione Caritas Diocesana diffonde i dati sulla povertà in Trentino, e le azioni messe in atto per contrastarla. Non c'è da stare allegri: se la situazione generale del 2022 è raffrontabile agli anni pre-covid, sia per numero di senzatetto che per il rischio di povertà, stanno emergendo nuovi e preoccupanti bisogni, dalle famiglie incapaci di far fronte a spese impreviste (36,9 %) a chi lavora ma resta comunque povero, a chi non riesce a pagare affitti e bollette e lotta con un'inflazione che colpisce le fasce basse della popolazione.
Gli 850 volontari e i 70 operatori della Caritas fanno il possibile, ma serve di più. L'iceberg - «Dobbiamo sempre dare un volto a chi vive un problema - rimarca l'arcivescovo don Lauro Tisi - così come la guerra è nei volti degli uomini che muoiono, così anche per la povertà non dobbiamo parlare del problema in sé ma delle persone e dei volti di chi vive in difficoltà». Ma non è tutto.
«Al netto dei ringraziamenti ai volontari e operatori che si sono dati da fare, resta il fatto che siamo di fronte a dati forti, alla parte visibile di un iceberg che nasconde un mondo di poveri estremamente più grande che spesso non è intercettato: chi non si cura più perché la visita prenotata arriva dopo un anno, chi lavora ma poi deve trovare riparo in un dormitorio perché non ha i soldi per un affitto, chi non arriva a fine mese, chi vede andare tutto a rotoli per una malattia, perfino le urne cinerarie che nessuno richiede più è un segno di povertà».
«Il 3,2% dei trentini soffre di grave deprivazione, per un totale di 17mila individui» ricorda il referente Caritas Fabio Chiari.
«I richiedenti asilo sono difficilmente monitorabili - spiega Chiari - e dai 1600 del 2018 sono adesso calati a 700. Ma le difficoltà restano e si cerca di rispondere con i progetti: grazie a Uci (Una comunità intera) nel 2022 sono state ospitate 167 persone, prevalentemente pakistani, mentre con la guerra in Ucraina la Diocesi si è attivata per dare risposte immediate».
«I migranti ci sono da quarant'anni e non si è fatto nulla: basta parlare di emergenza», avverte don Lauro.
L'arcivescovo parla anche dei giovani che non studiano e non lavorano: «Il disagio psichico è un importante terreno di povertà». E qui parte anche una riflessione interna: «Serve umiltà, ogni povero ha qualcosa di prezioso da donare». Rivolto alla "sua" Chiesa rimarca: «Tutta questa povertà non è sulla Luna: comunità parrocchiali, guardate i poveri che avete in casa». Riprende don Lauro: «Se questo è un momento buio per l'umanità, è perché ce lo siamo costruito noi, ponendo come focus il denaro e la tecnologia, trascurando il fattore umano».
Nel giorno della nuova giunta a trazione leghista, cosa chiede una Caritas che non vuole«tappare i buchi" delle istituzioni? «Chiediamo - ammette l'arcivescovo - a tutti quelli che si occupano del bene comune, una grande umiltà. I problemi profondi non si risolvono a spot o con la polarizzazione, ma con fatica e impegno, tenendo conto delle complessità. Lo chiedo agli altri e lo chiedo a noi, a tutti, di ritrovare il volto delle persone, questo è il patrimonio più prezioso che c'è. Il futuro del Trentino non dipende dalle sue risorse, ma dal suo riuscire a far parte di una comunità. Le grandi partite le ha vinte il Trentino solo quando ha ritrovato il suo essere comunità».
Allo sportello unico in via Giusti nel 2022 si sono rivolte 926 persone senza casa, che poi hanno trovato un riparo presso la casa di accoglienza Bonomelli, la struttura in via Lavisotto, le strutture per l'inverno, il Portico, Casa Giuseppe, il Sentiero.
«Quest'anno - ricorda Chiari - abbiamo avuto in lista d'attesa per la prima volta anche una ventina di donne, e per loro la vita di strada è particolarmente dura. É un dato che fa riflettere, perché comprende situazioni diverse, persone con disagio psichico, in difficoltà». I giovani - «Sono loro i poveri dei poveri, non hanno alcuna garanzia e vengono solo giudicati. Sono dimenticati da tutti, anche dalla Chiesa».
Don Tisi è convinto: «Sono il futuro».
Sono cinque le aree di intervento della Caritas: ascolto, con 38 punti e centri di ascolto, attraverso cui nel 2022 sono passate oltre tremila persone, a cui sono stati erogati 850mila euro, la maggior parte dei quali frutto di donazioni private; l'accoglienza per far fronte alle situazioni d'emergenza; l'abitare, per dare una casa a chi ne ha bisogno, 157 persone in 51 alloggi nel 2022; empori con vestiti e beni di seconda mano, pacchi viveri e assistenza nelle carceri; area rifugiati, con la presa in carico di circa 300 persone.