Città / La mobilitazione

Migliaia di persone in corteo a Trento contro la violenza sulle donne: "Educa tuo figlio"

Marcia in centro storico, lunedì 20 novembre, per ricordare Giulia Cecchettin e tutte le vittime di femminicidio e per lanciare un nuovo appello sulla prevenzione. Non una di meno si rivolge a Fugatti: "Riattivi nelle scuole i corsi sulla relazione di genere. Per noi questo si chiama concretezza ed essere dalla parte delle donne, non la presenza in piazza"

FOTO Violenza sulle donne, migliaia in marcia a Trento per dire basta
VIDEO Il reportage dalla grande manifestazione a Trento
PSICHIATRA "Contro la violenza sulle donne vanno educati gli uomini"

GENITORI Il papà di Turetta: «Non capiamo come possa essere successo»

TRENTO. Sono migliaia le persone che hanno dato vita a una marcia in centro a Trento, per manifestare contro la violenza sulle donne, in memoria di tutte le vittime di femminicidio e in solidarietà alla famiglia di Giulia Cecchettin, la giovane veneta uccisa dall'ex fidanzato, Filippo Turetta, ora detenuto in Germania, dove è stato arrestato ieri.

Toccanti i momenti di questa serata di lunedì 20 novembre, nei quali le donne di Non una di meno hanno fatto risuonare in coro i versi della ormai celebre poesia dell'attivista peruviana Cristina Torres Caceres “Se domani sono io”. Un componimento del 2011, diventato da qualche anno uno dei simboli della lotta contro la violenza maschile sulle donne: "Se domani sono io, mamma, se non torno domani, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l'ultima”, vi si legge fra l'altro (vedi il testo integrale in fondo).

Stop alla violenza sulle donne: il grido dell'affollato corteo in città dedicato a tutte le vittime

Affollato corteo, stasera a Trento, dedicato alle vittime dei femminicidi e per chiedere alle istituzioni più iniziative di prevenzione della violenza contro le donne. Durante la manifestazione, nata dopo l'uccisione della studentessa 22enne Giulia Cecchettin, il movimento Non una di meno ha chiesato alla Provincia di riattivare nelle scuole i corsi sulle relazioni di genere

Dalla piazza, anche un nuovo appello alle istituzioni anche locali. "Vorremmo dire al presidente Fugatti, presente in piazza, di riattivare i corsi alla relazione di genere nelle scuole. Per noi questo si chiama concretezza ed essere dalla parte delle donne, non la presenza in piazza", hanno detto le attiviste di Non una di meno Trento in apertura del corteo, rivolgendosi al numero uno della Provincia, che era presente in piazza. In marcia anche il sindaco di Trento, Franco Ianeselli.

Un corteo veramente molto partecipato si è mosso da un'affollatissima via Verdi, davanti alla facoltà di Sociologia, ha attraversato il centro storico e ha sostato davanti alla chiesa di Santa Maria Maggiore (nella foto di Diego Morone).

"Il femminicidio non è un delitto passionale, è un delitto di potere", hanno detto le attiviste riprendendo le parole della lettera scritta da Elena Cecchettin, sorella di Giulia.

Violenza sulle donne, migliaia in marcia a Trento per dire basta

Affollato corteo questa sera, lunedì 20 novembre, per ricordare Giulia Cecchettin e tutte le vittime di femminicidio e lanciare un nuovo appello per iniziative concrete di prevenzione: ecco alcune immagini del corteo

Nel corso della manifestazione, davanti alla chiesa, sono stati anche letti i nomi delle vittime di femminicidio in Italia, dall'inizio di quest'anno: si è avuta una morte ogni quattro giorni. Secondo i dati ufficiali del Viminale, aggiornati al 12 novembre scorso, sono 82 le donne uccise in ambito familiare/affettivo. A loro va aggiunta la tragedia di Giulia Cecchettin, un episodio sanguinoso che ha scosso l'intero Paese. E che ha spinto anche i familiari della giovane veneta a lanciare ripetuti appelli: alle istituzioni perché facciano di più nella prevenzione, alle ragazze perché stiano attente ai comportamenti dei loro partner e amici, ai maschi perché si facciano davvero un esame di coscienza per sradicare la cultura maschilista humus delle devianze violente.

La poesia di Cristina Torres Càceres

Se domani non rispondo alle tue chiamate, mamma.

Se non ti dico che vengo a cena. Se domani, il taxi non appare.

Forse sono avvolta nelle lenzuola di un hotel, su una strada o in un sacco nero (Mara, Micaela, Majo, Mariana).

Forse sono in una valigia o mi sono persa sulla spiaggia (Emily, Shirley).

Non aver paura, mamma, se vedi che sono stata pugnalata (Luz Marina).

Non gridare quando vedi che mi hanno trascinata per i capelli (Arlette).

Cara mamma, non piangere se scopri che mi hanno impalata (Lucia).

Ti diranno che sono stata io, che non ho urlato abbastanza, che era il modo in cui ero vestita, l’alcool nel sangue.

Ti diranno che era giusto, che ero da sola.

Che il mio ex psicopatico aveva delle ragioni, che ero infedele, che ero una puttana.

Ti diranno che ho vissuto, mamma, che ho osato volare molto in alto in un mondo senza aria.

Te lo giuro, mamma, sono morta combattendo.

Te lo giuro, mia cara mamma, ho urlato tanto forte quanto ho volato in alto.

Ti ricorderai di me, mamma, saprai che sono stata io a rovinarlo quando avrai di fronte tutte le donne che urleranno il mio nome.

Perché lo so, mamma, tu non ti fermerai.

Ma, per carità, non legare mia sorella.

Non rinchiudere le mie cugine, non limitare le tue nipoti.

Non è colpa tua, mamma, non è stata nemmeno mia.

Sono loro, saranno sempre loro.

Lotta per le vostre ali, quelle ali che mi hanno tagliato.

Lotta per loro, perché possano essere libere di volare più in alto di me.

Combatti perché possano urlare più forte di me.

Perché possano vivere senza paura, mamma, proprio come ho vissuto io.

Mamma, non piangere le mie ceneri.

Se domani sono io, se domani non torno, mamma, distruggi tutto.

Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima.

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