Anche nelle scuole di Trento il ricordo di Giulia Cecchettin e azioni contro la violenza sulle donne
Omaggio alle vittime e riflessioni su come prevenire le tragedie: il minuto di silenzio disposto dal ministero è diventata un'occasione di dibattito e in vari casi di "fare rumore", come ha chiesto la sorella della ragazza veneta uccisa dall'ex. L'Unione degli studenti: il governo finalmente si muova per l'educazione sessuale, al consenso e all'affettività
TRENTO Migliaia di persone in corteo contro la violenza sulle donne
FEMMINICIDIO Giulia Cecchettin ha lottato 25 minuti per difendersi dai colpi
TRENTO. Anche in tante scuole del Trentino è stata ricordata oggi l'uccisione di Giulia Cecchettin da parte dell'ex fidanzato, FIlippo Turetta. In molte classi sono stati letti i nomi delle vittime di femminicidio, quest'anno, in Italia: se ne contano purtroppo già 83. In nvari casi è stato fatto anche rumore, come ha invitato a fare la sorella Elena, in tante c'è stato un minuto di silenzio.
In queste immagini scattate da Daniele Panato, l'iniziativa svoltasi al liceo Rosmini di Trento: qui sono stati letti i nomi delle donne uccise in Italia e si è rispettato un minuto di raccoglimento.
Nel frattempo, prosegue, in un clima di dolore ma anche di rabbia, il confronto culturale e politico sulle iniziative da migliorare per prevenire i femminicidi.
E non mancano le polemiche sulla linea del governo Meloni. Bianca Chiesa, coordinatrice nazionale dell'Unione degli studenti, osserva: "A meno di una settimana dalla Giornata internazionale sulla violenza di genere è esplosa la notizia di un ulteriore femminicidio la proposta del ministro Valditara, è quella di promuovere in tutte le scuole un minuto di silenzio per ricordare Giulia. Non possiamo accettare che momenti come questo siano affrontati con il silenzio, vogliamo invece che in tutte le scuole ci siano momenti di confronto e formazione relativamente all'educazione sessuale, al consenso, all'affettività e alle emozione a partire dalle attivazioni proposte dagli studenti. Questi momenti non possono essere un punto di arrivo quanto puntare ad istituire un'istruzione al consenso che sia costante nel tempo".
"Oltre a ciò il ministro ha pubblicato le linee guida del progetto "Educare alle relazioni, dichiarando di averlo redatto con il consenso delle organizzazioni studentesche - prosegue Alice Beccari dell'esecutivo nazionale dell'Uds - ma noi non siamo stati consultati, né tantomeno abbiamo espresso il nostro appoggio. Ci erano state mandate a settembre delle linee guida iniziali e abbiamo risposto prontamente mettendo in luce tutte le criticità del modello di educazione sessuale del Ministro".
Da anni come Uds, dicono i giovani, "abbiamo una proposta concreta di educazione sessuale, al consenso, alle emozioni, all'affettività, non vogliamo una saltuaria educazione al "rispetto", come è stata chiamata dal ministro stesso, ma un'educazione in primo luogo al consenso".
"Il 17 novembre decine di migliaia di studenti erano in piazza anche per richiedere un modello di educazione al consenso, all'affettività, al piacere e alla sessualità reale e continuativa nel tempo, ma il ministro non ci ha voluto ascoltare - le fa eco Chiesa - per questo oggi in tutte le scuole del Paese gli studenti si stanno riprendendo la propria voce attivandosi proprio durante questi due minuti di silenzio".