Alberto Bolognani ordinato diacono a 27 anni nel giorno dell'Immacolata
La cerimonia questo pomeriggio, nella basilica di Santa Maria Maggiore, così l'arcivescovo Lauro Tisi si è rivolto al giovane, originario di Vigo Cavedine, studente del Seminario diocesano: "Come Maria affrettati a dire il tuo sì, scoprirai con gioia che consegnarti a Cristo non ha nulla di etereo, al contrario, ti ritroverai con Lui inginocchiato a lavare i piedi di tanti fratelli e sorelle, affaticati dalla vita"
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TRENTO. Il giorno dell'Immacolata, venerdì 8 dicembre, la Chiesa di Trento ha ordinato un nuovo diacono. Si tratta del ventiseienne Alberto Bolognani, originario di Vigo Cavedine e studente del Seminario diocesano, che in questi anni ha collaborato con le parrocchie di Riva del Garda, Mattarello e Cavalese (con la quale collabora tuttora). Negli anni scorsi - si legge in una nota della Diocesi di Trento - Bolognani è stato a Montecassino per vivere all'interno di una casa-famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII. La scelta di intraprendere il percorso per diventare sacerdote è nata anche grazie allo zio, don Silvio Benedetti, scomparso nel 2021. "Ancora adesso lo sento molto vicino, sento che mi sta accompagnando", ha detto Bolognani al settimanale diocesano Vita Trentina.
L'ordinazione diaconale oggi pomeriggio nella basilica di Santa Maria Maggiore, a Trento.
"Come Maria affrettati a dire il tuo sì, scoprirai con gioia che consegnarti a Cristo non ha nulla di etereo, al contrario, ti ritroverai con Lui inginocchiato a lavare i piedi di tanti fratelli e sorelle, affaticati dalla vita. Sentirai l’ebbrezza dell’Amore del Padre, imparerai la bellezza di relazioni dove l’obiettivo è far esistere e lasciar esistere, gioire per il bene dell’altro, e addirittura gustare la bellezza del suo essere diverso da me", ha detto l'arcivescovo Lauro Tisi rivolgendosi ad Alberto Bolognani.
Nell'omelia, don Lauro ha esordito sottolineando come "la paura è l’indiscussa protagonista di quest’ora della storia dell’umanità" insieme alla "sistematica ricerca di un capro espiatorio su cui riversare frustrazione e rabbia, per nascondere l’angoscia che ci abita".
La risposta, secondo l'arcivescovo è offerta dal Vangelo stesso della solennità dell'Immacolata, l'Annuncio dell'angelo a Maria: "Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù". "Meraviglioso e instancabile Dio, senza nessun imbarazzo - commenta Tisi -, ti fai carne e vita non solo nella bella umanità della donna di Nazareth, ma anche nella meno nobile umanità della tua Chiesa capace, incredibilmente, di dare volto e carne al tuo Figlio".
"Sotto il cielo di Gaza e di Israele, nelle corsie dei nostri ospedali, nelle strade in salita dei giovani, nella fragilità delle nostre famiglie, continua - è la certezza di don Lauro - a venire alla luce il Bambino di Betlemme, mentre i signori della storia provvedono ai loro censimenti e i vari Erode tentano di sopprimere la vita. Non è, questa, evasione sentimentale: ha i lineamenti concreti di tanti uomini e donne impegnati ad asciugare lacrime, ascoltare parole segnate dall’angoscia e dalla disperazione, come pure la bellezza di padri e madri impegnati ad avviare alla gioia di vivere i propri figli, la generosità di tanti giovani capaci di porre con disinvoltura ed entusiasmo segni di prossimità".
Scriveva la Diocesi nella nota che annunciava l'evento: "Momento chiave nella sua vocazione, coltivata nelle amicizie e nel dialogo con la comunità, la partecipazione a un gruppo vocazionale e un’adorazione notturna vissuta in valle dei Laghi con tante domande in cerca di risposte. Risposte che, di certo, considerata la tappa che lo attende, Alberto è riuscito almeno in parte a trovare. In una lunga intervista pubblicata sull’ultimo numero del settimanale Vita Trentina, Bolognani – passione per la cucina e per la musica di Ramazzotti – si dice orientato ad 'investire tanto nell’ascolto, perché quando chi ascolta riesce a mettersi nei panni dell’altro può essere tanto d’aiuto. In quell’ascolto, poi, voglio portare la testimonianza di Cristo: una testimonianza concreta, non solo attraverso la mia vita, ma anche attingendo delle esperienze di vita che ci circondano'.
Alla vigilia dell'ordinazione, scriveva ancora la Diocesi, Alberto Bolognani tiene anzitutto a pronunciare un “grazie” per il suo prozio don Silvio Benedetti, prete molto amato, scomparso nel 2021: “Se oggi dico sì alla chiamata del sacerdozio è anche grazie a lui, conservo ancora le lettere che mi mandava nei momenti importanti della mia vita, come l’entrata in seminario o il rito di ammissione, e ancora adesso lo sento vicino, sento che mi sta accompagnando”.
[foto: Claudio Libera]