Consiglio provinciale bloccato, il monito dei sindacati: Autonomia svilita, basta con le ripicche politiche
«Lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati attendono risposte sull’emergenza salariale, sulle misure di sostegno alle famiglie. Il resto sono inutili giochetti, incomprensibili per la maggioranza dei cittadini» dicono i segretari di Cgil, Cisl e Uil
IL RIASSUNTO Consiglio bloccato e giunta ritoccata
TRENTO. L’ennesima seduta nulla, oggi, in Consiglio Provinciale vede il «parlamento» del Trentino bloccato dai veti incrociati e dalle trattative sulle poltrone. Ma i tre sindacati confederali lanciano una pesante accusa alla politica: «Il Parlamento dell'Autonomia non può restare ancora sospeso. Basta ripicche: lavoratori e pensionati attendono risposte».
E’ la dichiarazione dei segretari generali di Cgil Cisl Uil: «Le istituzioni non possono essere ridotte a mero terreno di scontro politico. Sono luoghi dove si assumono scelte per il bene della collettività tutta. Per questa ragione è inconcepibile che, dopo il braccio di ferro tra i partiti di maggioranza che ha tenuto per oltre un mese il Trentino senza un esecutivo, adesso ad essere bloccato sia il Consiglio provinciale. Facciamo appello a tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, perché recuperino il senso delle istituzioni, che deve appartenere a chi ha assunto una carica pubblica. E’ ora di smetterla con ripicche e inutili tatticismi che, provando a ridurre le garanzie riconosciute per prassi al bilanciamento tra maggioranza e opposizioni, bloccano l’operatività delle istituzioni.
Lo ribadiamo per l'ennesima volta: il Trentino ha bisogno di un Governo provinciale autorevole e operativo e di un Consiglio provinciale in grado di funzionare al meglio immediatamente. Maggioranza e opposizione debbono potersi misurare fin da subito sui provvedimenti concreti. Lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati attendono risposte sull’emergenza salariale, a partire dagli stanziamenti per il rinnovo del contratti provinciali, sulla casa, sulle misure di sostegno alle famiglie insufficienti a coprire l’inflazione. Sono queste le questioni che impattano sulla vita delle persone. Il resto sono inutili giochetti, incomprensibili per la maggioranza dei cittadini».