Aumenti delle rette nelle case di riposo dopo dieci anni di stop: «Mediamente un euro in più al giorno»
L’Upipa fa il punto sull’adeguamento delle tariffe, approvato dall’assessore Tonina: «La maggior parte delle strutture si trova tra un aumento compreso tra lo zero e il 3,15% (15 strutture) e tra il 3,15 e il 4% (14 strutture)». Ma il problema è la carenza di posti: fra 1200 e 1600 trentini in attesa
IL PROBLEMA. Ci sono 1600 anziani in attesa di un posto
TRENTO. Aumentano – grazie al via libera dell’assessore alla sanità Mario Tonina – le rette delle Aziende pubbliche di servizio alle persone (Apsp) in Trentino, con incrementi medi del 3,12% e punte che arrivano fino al 6,67% dei costi giornalieri, in base alle necessità di bilancio delle diverse strutture.
I dati sono stati presentisti in conferenza stampa dall'Unione provinciale istituzioni per l'assistenza (Upipa). Mediamente si passa da 48,9 euro al giorno a 50,5 euro.
"L'aumento medio ponderato è di molto inferiore all'aumento inflativo, e quindi più basso del gradino da colmare. Si tratta di un incremento non omogeneo, ma corrispondente allo stretto necessario per garantire budget in pareggio delle diverse strutture provinciali", ha spiegato la presidente di Upipa, Michela Chiogna.
Le strutture pubbliche di servizi alle persone sono state divise in quattro gruppi, in relazione all'aumento della retta giornaliera. Si passa dall'incremento percentuale superiore al 4% (16 strutture), per un valore complessivo compreso tra i due e i tre euro, fino alla strutture che, per introiti patrimoniali, hanno deciso di non aumentare le rette.
La maggior parte delle strutture si trova tra un aumento compreso tra lo zero e il 3,15% (15 strutture) e tra il 3,15 e il 4% (14 strutture).
"Prima di approvare il budget chiamiamo sempre i rappresentati dei famigliari e condividiamo con loro il budget. Rileviamo comprensione per un aumento fermo da dieci anni e la ferma richiesta che qualità servizi siano mantenuti", ha concluso Chiogna.
"Nei giorni scorsi abbiamo incontrato l'assessore alla salute, Mario Tonina, e gli abbiamo sottoposto alcune urgenze, tra cui il numero minimo di personale finanziato e il percorso di associazione tra strutture più piccole e strutture più grandi per garantire la qualità dei servizi offerti". Così la presidente di Upipa, Michela Chiogna. "Dobbiamo fare in modo che tutte le strutture alzino la propria qualità di servizio, che passa chiaramente per il numero di personale, sanitario e non. Inoltre vogliamo potenziare e sostenere le strutture più piccole, nel processo di aggregazione volontaria con strutture territoriali più grandi", ha aggiunto Chiogna.
Un'altra criticità evidenziata riguarda le liste d'attesa, che si sono svuotate durante la pandemia e per poi congestionarsi nuovamente passata l'emergenza. "Attualmente stimiamo che vi siano tra le 1.200 e le 1.600 persone in attesa su tutta la provincia, mentre tutti i posti privati risultano coperti", ha specificato il direttore di Upipa, Massimo Giordani.