Femminicidi / In piazza

Trento, uomini al fianco delle donne: «Assumiamoci la responsabilità di contrastare violenza e patriarcato»

I firmatari: «Siamo in molti a rigettare la cultura patriarcale e sostenere la parità di genere, fondata sul rispetto e sulla valorizzazione reciproca. La diffusa omertà maschile è stata spesso garanzia di impunità per i violenti. Dobbiamo agire, noi uomini, per sradicare discriminazione e violenza»

VOCI/1 Carlo Micheluzzi: «Trasformare il dolore in forza contro i femminicidi»
VOCI/2 Massimo Baroni: «Imparare a rispettare le donne e le loro scelte»
LE FOTO Gli uomini contro la violenza di genere in piazza Pasi

TRENTO. Alle ore 16 di oggi, sabato 13 gennaio, piazza Pasi a Trento ha accolto l’iniziativa «Uomini contro la violenza di genere: un appello all’azione», momento di riflessione sociale (e corale) da parte degli uomini trentini a fronte della piaga rappresentata dai femminicidi. In memoria di Ester Palmieri, uccisa dall’ex compagno Igor Moser (poi toltosi la vita) a Valfloriana,  

Tante le autorità presenti, oltre ai cittadini, che hanno risposto alla chiamata di Marco Buiatti (tecnico di laboratorio CiMeC dell'Università di Trento), dal sindaco di Trento Franco Ianeselli accompagnato dai consiglieri comunali, alle parlamentari Sara Ferrari e Michela Calzà del Pd. Presente anche il presidente della Cooperazione Trentina, Roberto Simoni e la famiglia di Alba Chiara Baroni, uccisa il 31 luglio 2017 dal fidanzato (poi suicida) a Tenno.

«In Italia, ogni tre giorni un uomo uccide una donna con cui ha un legame familiare e/o affettivo. Nella grande maggioranza dei casi, l’uomo è o è stato partner della donna e la uccide per impedire che quest’ultima eserciti la propria libertà (di lasciarlo, di realizzarsi, di condurre una vita autonoma). Questo tipo di omicidio è così diffuso e si ripete così uguale se stesso che è stato definito con un neologismo: femminicidio».

«I femminicidi sono la punta di un enorme iceberg: una donna su tre ha subito nel corso della sua vita almeno un atto di violenza fisica o sessuale, quasi una su due violenza psicologica o economica (Istat, Indagine sulla sicurezza delle donne, 2014), e gli attori della violenza sono sempre uomini, tantissimi uomini. Il problema della violenza sulle donne è quindi prima di tutto un problema degli uomini. Purtroppo, questo problema è figlio di una cultura patriarcale alimentata - nella nostra società - da ancora troppi uomini, fondata su un’arcaica nozione di superiorità e di possesso dell’uomo sulla donna che si riflette nella ancora diffusa dominazione maschile nei ruoli di potere, all’interno delle famiglie e nell’immaginario collettivo, dove le donne sono rappresentate troppo spesso come oggetto del desiderio maschile».

LE FOTO 

Trento in piazza contro la violenza di genere: la marcia degli uomini

Alle ore 16 di oggi, sabato 13 gennaio, in piazza Pasi a Trento ha preso piede l'iniziativa "Uomini contro la violenza di genere, un appello all'azione", marcia volta a sensibilizzare sul tema della violenza contro le donne e in memoria di Ester Palmieri, uccisa giovedì dall'ex compagno poi toltosi la vita a Valfloriana (Val di Fiemme) . "Alla Provincia chiediamo di riattivare i percorsi di educazione alla relazione di genere - fanno sapere i presenti, tra autorità e cittadini - promuovendoli capillarmente in tutte le scuole del territorio provinciale, nella prospettiva di renderli strutturali". (Foto: Daniele Panato)

«Siamo in molti uomini a rigettare questa cultura e a sostenere invece una concezione paritaria della relazione donna-uomo, fondata sul rispetto e la valorizzazione reciproca. Siamo però consapevoli che fino ad oggi a questa posizione abbiamo fatto seguire raramente un’adeguata reazione e crediamo che questa diffusa omertà maschile sia stata spesso garanzia di impunità per gli uomini violenti. È quindi ora di agire, di urlare pubblicamente che la discriminazione e la violenza di genere sono un fenomeno da sradicare perché mina le radici stesse della nostra comunità. Ci assumiamo la responsabilità di contrastarlo, in alleanza con le donne, con tutti i mezzi a nostra disposizione».

«Proprio per rendere la nostra posizione più visibile, chiara e riconoscibile, questo appello è proposto da soli uomini. Cosa possiamo fare? Prima di tutto, chiediamo agli uomini di prendere consapevolezza del problema in tutti i suoi aspetti, ascoltando le esperienze delle donne, la loro prospettiva e le loro fortissime richieste di cambiamento. A partire da questa consapevolezza, chiediamo di contrastare la discriminazione di genere e di promuovere la parità di genere in tutti gli ambiti che frequentiamo quotidianamente, nei luoghi di lavoro e di potere, nei nostri rapporti sociali e all’interno delle nostre stesse famiglie.

«Infine, per affrontare il problema con un’azione concreta e immediata sul nostro territorio, ci appelliamo alla Provincia di Trento con una richiesta specifica riguardante l’educazione. Al fine di “prevenire e combattere la violenza contro le donne”, il Consiglio d’Europa individua il ruolo centrale del sistema educativo, raccomandando di inserire nei programmi scolastici argomenti quali la parità tra donne e uomini, il contrasto agli stereotipi di genere e la risoluzione pacifica dei conflitti interpersonali (Convenzione di Istanbul del Consiglio Europeo, Art. 14, 2011)».

«Nello stesso spirito, qualche anno fa, la Provincia di Trento si è fatta promotrice di una sperimentazione esemplare e all’avanguardia, nata da una collaborazione con l’IPRASE e con il Centro Studi Interdisciplinari di Genere dell'Università di Trento: i “percorsi di educazione alla relazione di genere”, finalizzati a smontare gli stereotipi di genere per costruire in maniera autentica e positiva la relazione con l’altro genere».

«Questo progetto, diventato rapidamente un modello a livello nazionale, è stato sospeso indefinitamente nel 2018 dalla Giunta Provinciale eletta poche settimane prima. Il nostro appello è quindi il seguente: come azione concreta per contrastare la violenza sulle donne, chiediamo alla Provincia di Trento che vengano riattivati al più presto i percorsi di educazione alla relazione di genere e promossi capillarmente in tutte le scuole sul territorio provinciale, nella prospettiva di renderli strutturali». 

CONTATTI: uominicontroviolenzagenere@gmail.com 

I FIRMATARI DEL COMUNICATO (prima dunque della manifestazione effettiva): Marco Buiatti (tecnico di laboratorio CiMeC UniTN), Andrea Massironi (docente), Jacopo Zannini (coach e formatore), Lucio Matteotti, Marco de Lindemann (essere umano - si firma, ndr), Enrico Scappatura (psicologo e psicoterapeuta, consigliere Ordine degli Psicologi di Trento), Michele Brugnara (consigliere comunale di Trento), Riccardo Pomarolli (consigliere comunale di Rovereto), Marcello Carli (consigliere comunale di Trento), Paolo Zanella (consigliere provinciale di Trento), Federico Zappini (libraio e consigliere comunale di Trento), Luca Filosi (consigliere comunale di Trento), Gerri Stefani (docente), Michele Vullo (facilitatore della comunicazione), Michele de Candia (docente), Franco Ianeselli (sindaco di Trento), Stefano Ciccone (associazione “Maschile Plurale”), Alessandro Giacomini (referente UAAR Provincia di Trento), Tommaso Ulivieri (consigliere comunale di Arco), Alessandro Giovannini (medico specializzando e consigliere circoscrizionale di Trento), Alex Benetti (presidente circoscrizione Bondone di Trento), Carlo Fait (consigliere comunale di Rovereto), Stefano Bosetti (medico e consigliere comunale di Trento), Andrea Segatta (segretario generale TAR di Trento), Edoardo Croni (pensionato), Luca Oliver (presidente ACLI trentine), Andrea Vilardi (docente e presidente circoscrizione Argentario di Trento), Massimiliano Pilati (presidente Forum Trentino per la pace e i diritti umani), Emanuele Corn (professore Giurisprudenza UniTN, collettivo “GeneriAmo”), Ivan Pezzotta (psicologo-psicoterapeuta, collettivo GeneriAmo), Leandro Malgesini (sociologo, collettivo GeneriAmo), Fausto Manzana (presidente Confindustria Trento), Tommaso Vaccari (operatore sociale), Flavio Canal (pensionato), Paolo Piccoli (presidente Consiglio comunale di Trento), Cristiano Moiola (insegnante e consigliere comunale di Mori), Massimo Vassallo (funzionario PAT), Renzo Dori (presidente della Consulta provinciale per la salute), Andreas Fernandez (consigliere comunale di Trento), Francesco Valduga (medico e consigliere provinciale di Trento), Roberto Stanchina (consigliere provinciale di Trento), Michele Malfer (consigliere provinciale di Trento), Alessio Manica (consigliere provinciale di Trento), Pierfrancesco Rensi (project manager), Stefano Schiavo (direttore Scuola di Studi Internazionali UniTN), Zebenay Jabe Daka (presidente Associazione “Amici dell’Etiopia”), Andrea de Bertolini (avvocato e consigliere provinciale), Paolo Crepaz (medico dello sport e vicepresidente CONI), Gianfranco Maino (essere umano - si firma, ndr), Omar Korichi (consigliere comunale di Rovereto), Errico Di Pippo (ingegnere e presidente circoscrizione Oltrefersina di Trento), Roberto Sebastiani (docente universitario), Gianluigi Carta (psicologo-psicoterapeuta e vicepresidente Ordine degli Psicologi di Trento), Tullio Zampedri (architetto e consigliere comunale di Avio), Francesco Pavani (docente universitario CiMeC UniTN), Yuri Bozzi (docente universitario CiMeC UniTN), Alberto Zanutto (docente universitario), Maurizio Agostini, Andrea Fracasso (docente universitario SSI/DEM UniTN), Mattia Civico (operatore sociale)

HANNO ADERITO: Associazione Laici Trentini per i Diritti Civili, CGIL Trentino, FLC-CGIL Trentino, Collettivo GeneriAmo, Consulta provinciale per la salute, Ordine degli Psicologi di Trento, CISL Trentino, UIL Trentino

comments powered by Disqus