Il femminicidio di Carmela Morlino nel podcast «Ricorda il mio nome» per restituirle vita oltre la morte
Con l’avvocata perginese Roberta Sandri, la scrittrice Anna Bardazzi ha ricostruito la vita delle donne ammazzate perché donne «affinché possano essere ricordare come persone, non come il numero di un conteggio che aggiorniamo ogni tre giorni»
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TRENTO. «Poco di me ricordo / io che a me sempre ho pensato. / Mi scompaio come l’oggetto / troppo a lungo guardato. / Ritornerò a dire / la mia luminosa scomparsa». Sono i versi di Patrizia Cavalli (1947-2022), poeta italiana che ha reso comunitaria la poesia italiana, a risuonare nella mente oggi, a cinque giorni dal femminicidio di Ester Palmieri, ammazzata nella sua Moltalbiano di Valfloriana (Val di Fiemme). Cinque giorni in cui la violenza di genere, in Italia, non si è certo arrestata ma anzi ha visto strappata alla vita anche Elisa Scavone, accoltellata dal marito a Torino e morta in un letto d’ospedale.
Cinque giorni in cui, ancora una volta, una donna scompare «come l’oggetto troppo a lungo guardato» e di lei poco ricorda negli anni la memoria collettiva, se non la parvenza della sua ombra oscurata dalle parole e dal gesto di chi l’ha strappata alla vita. «Solo con una forte azione culturale, dalle scuole materne e dalle scuole elementari, cambi il modo di pensare» ha detto Matteo Morlino, padre di Carmela, ammazzata il 12 marzo 2015 dal marito Marco Quarta nella casa di Zivignago.
Oggi è giunto il momento di mutare la narrazione riservata alle vittime di femminicidio, restituendo loro spazio, tempo e voce della «luminosa» vita vissuta prima di essere avvolte dal vortice della violenza di genere, non raccontando soltanto la loro «scomparsa» ma accostandola sempre a ciò che sono state, per gli affetti e per sé stesse, prima di essere uccise in quanto donne. Di violenza di genere si muore ed è compito di ciascuno e ciascuna fare in modo che quella morte non sia solo etichetta al ricordo brutale.
Con questo intento proprio oggi, 15 gennaio, la storia di Carmela Morlino è ripercorsa dalle parole di Anna Bardazzi, scrittrice ed autrice del libro «La felicità non va interrotta» (Salani, 2021), attraverso il terzo episodio del podcast «Ricorda il mio nome», dedicato alle vittime di femminicidio (disponibile su Spotify e sulle altre piattaforme di podcasting). Prima di Carmela, sono gli attimi di vita di Anastasìa Shakurova e di Laura Russo (citata però con il cognome materno, Zizzo) ad essere ripercorsi: Anastasìa, nata nel 1987, è stata uccisa il 17 giugno 2017 insieme al suo compagno e al bambino che stavano aspettando; la piccola Lauretta, nata nel 2002, è stata uccisa dal padre il 22 agosto 2014 (la sorella Marika, appena 14enne, si è salvata per miracolo).
«Da mesi lavoro a storie di donne che sono state ammazzate perché donne - spiega Bardazzi - da mesi leggo sentenze, ricostruisco vite affinché queste donne possano essere ricordare come persone e non come il numero di un conteggio che aggiorniamo ogni tre giorni. Questo è il mio obiettivo, oltre a far capire, se ancora servisse, che gli autori di femminicidio sono uomini qualunque. Non “pazzi”, non mostri, ma i nostri padri, fratelli, compagni, figli. È stato emotivamente difficile iniziare a lavorarci, è tuttora difficilissimo scoprire una nuova storia, entrare nella vita di una donna che è separata da me da un filo sottile: io sono stata fortunata».
A condividere con lei questo percorso l’avvocata Roberta Sandri di Pergine, iscritta all’Ordine degli Avvocati di Trento dal 2004 (abilitata alle Giurisdizioni Superiori), che segue i settori di diritto di famiglia, tutela dei minori e diritto civile, avvalendosi di professionisti fidati per quanto riguarda il diritto tributario, il diritto penale e il diritto del lavoro. «La storia di Carmela Morlino è stata proposta da Roberta all’inizio del nostro lavoro, quando abbiamo cominciato a sviluppare l’idea del Podcast stesso - ha aggiunto Anna Bardazzi - vi abbiamo dedicato tempo ed energia durante la primavera 2023, ma il prodotto finale non era quello che volevamo: non comunicava a sufficienza i messaggi che desideravamo comunicare. Così ci siamo prese un momento di pausa e, dopo aver studiato altri casi e il contesto sociale di essi, siamo andate avanti sentendoci poi pronte a riprendere la storia di Carmela».
I 39 minuti dell’episodio sia aprono con la “Roccia delle roncole” al castagneto di Nago: quella grossa lama uncinata, utilizzata in Trentino per potare i rami più piccoli e in Germania per decorare gli stemmi nobiliari, lega con un sottile filo rosso la vita di Carmela Morlino, che amava la Germania e vi era andata a studiare, trasferendosi a Trento dopo l’Erasmus per laurearsi in Economia. A Trento, dove si era sposata con Marco Quarta, l’uomo che il 12 marzo 2015 decise di strapparla alla vita con una roncola.
Così Carmela, «che porta i soldi a casa, che manda avanti tutto anche per lui. Troppo forte, troppo di successo, eppure pacata, tranquilla, con un solo obiettivo: fare stare bene la sua famiglia», trova una voce che sovrasta l’oscurità del dolore e raggiunge i genitori, i figli, in un abbraccio capace di superare l’avversità di ciò che è stato. La pagina Instagram dedicata al Podcast (@ricordailmionome_podcast) raccoglie anche tutti i nomi delle donne uccise da fine novembre 2023 (il primo episodio è stato pubblicato il 24 novembre) e un frammento della loro vita prima di essere brutalmente ammazzate dagli uomini che hanno amato: Meena Kumari, Vincenza Angrisano, Vanessa Ballan, Rosa D’Ascenzo, Maria Rus, Delia Zarnescu, Ester Palmieri ed Elisa Scavone.