Neurochirurgia a Trento: nuovi spazi, più posti letto e privacy. E due professori per la facoltà
Un intervento di ristrutturazione del reparto costato 1 milione 200 mila euro, a fronte di un aumento continuo degli interventi chirurgici, anche su pazienti da fuori regione
TRENTO. Inaugurati oggi i nuovi spazi di Neurochirurgia al Santa Chiara.
Al quinto piano dell’ospedale ambienti più funzionali e rinnovati, con attrezzature all’avanguardia: è un reparto di neurochirurgia completamente rinnovato quello inaugurato oggi all’ospedale Santa Chiara di Trento dal direttore generale di Apss Antonio Ferro alla presenza dell’assessore alla salute Mario Tonina e delle varie autorità del mondo sanitario.
I lavori di ristrutturazione, coordinati dal Dipartimento infrastrutture, hanno consentito di elevare lo standard di comfort sia per i pazienti sia per il personale della Unità operativa: è stata ricavata una nuova stanza di degenza, portando a 16 i posti letto totali, e tutte le camere sono state dotate di servizi igienici (quelli «vecchi» sono stati tutti rifatti).
Tutte le finiture (pavimenti, serramenti interni ed esterni, controsoffitti) sono state tutte sostituite, così come l’impianto di distribuzione dell’aria. È stato rifatto l’impianto elettrico, con interventi migliorativi sul fronte della sicurezza, e sono stati realizzati interventi di messa a norma antincendio. Particolare attenzione è stata dedicata al miglioramento della privacy nell’area di degenza rispetto alla zona destinata agli ambulatori e agli studi medici.
La ristrutturazione ha inoltre consentito di adeguare gli spazi dedicati all’attività ambulatoriale ricavando un ambulatorio per le visite neurochirurgiche e un ambulatorio dedicato alla preparazione dei pazienti candidati al trattamento chirurgico e ai controlli post-operatori.
La ristrutturazione degli spazi dedicati alla neurochirurgia rientra in un progetto più ampio che ha visto come primo step la creazione della terapia intensiva neurochirurgica, la cui attività è stata avviata nel marzo del 2021. Uno spazio con dieci posti letto dedicati ai pazienti neurochirurgici e neurologici, con personale medico e infermieristico specializzato che ha consentito un ulteriore incremento della complessità della patologia trattata, ma anche il massimo livello di sicurezza e qualità delle cure per i pazienti affetti da patologie complesse del sistema nervoso centrale.
Per i lavori di ristrutturazione della neurochirurgia – che hanno interessato un’area di 1.100 mq – sono stati investiti 1 milione e 200 mila euro. I lavori sono cominciati nel 2019 e sono terminati nel 2023, suddivisi in tre distinte fasi realizzative, per garantire la continuità dell’attività del reparto.
Complessivamente, nel corso del 2023 sono stati oltre 750 gli interventi eseguiti alla neurochirurgia di Trento: si tratta di un record storico per il reparto, che ha registrato un incremento del 30% anche sul fronte delle visite ambulatoriali rispetto all’epoca pre-Covid. Il 20% dei pazienti sottoposti a intervento negli ultimi due anni proviene da fuori provincia; un trend in crescita.
Gli investimenti da parte di Apss e le crescenti attività sul fronte della neurochirurgia hanno permesso di sviluppare diverse attività di ricerca nel corso dell’ultimo decennio e hanno contribuito ad incrementare fortemente l’attrattività dell’Unità operativa anche per i professionisti, come testimoniato dalle crescenti richieste di frequentazione da parte di medici in formazione specialistica e di neurochirurghi formati provenienti da diverse realtà italiane.
I nuovi professori per Medicina e Chirurgia
Contemporaneamente alla presentazione degli spazi, sono stati presentati sempre oggi, alla presenza dell’assessore alla salute Mario Tonina, del direttore vicario del Centro interdipartimentale di Scienze mediche dell’Università di Trento Carlo Cosimo Quattrocchi, del preside della facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Verona Giuseppe Lippi e del direttore generale Apss Antonio Ferro, i nuovi professori del corso di laurea di medicina e chirurgia dell’Università di Trento che, in convenzione con Apss, sono stati inseriti nell’attività assistenziale dal 1° gennaio. Sono Frank Reinhard Heinrich Lohr e Silvio Sarubbo che, oltre all’attività accademica e di ricerca, guideranno rispettivamente le unità operative di Protonterapia e Neurochirurgia dell’ospedale di Trento.
«Oggi presentiamo due nuovi professori clinici che contribuiscono a consolidare il corso di laurea in medicina e chirurgia – ha evidenziato l’assessore alla salute Mario Tonina – oltre a rafforzare ulteriormente il sistema sanitario trentino. Stiamo parlando del professor Silvio Sarubbo, direttore dell’Unità operativa di neurochirurgia, e del professor Lohr, che è diventato il nuovo direttore dell’Unità operativa di protonterapia. Due figure di elevata competenza, in due aree cruciali nelle quali i contributi del mondo accademico sono strategici. Se ormai conosciamo e apprezziamo la professionalità di Silvio Sarubbo, che ormai da tre anni guida Neurochirurgia, reparto da poco completamente ristrutturato, siamo altresì convinti che Franck Lohr potrà unire l’attività clinica alla ricerca scientifica che nel Centro di protonterapia viene già condotta da Azienda sanitaria, Università di Trento, Tifpa (Istituto nazionale di fisica nucleare) e Fondazione Bruno Kessler».
Soddisfazione per questo nuovo passaggio importante per Medicina e Chirurgia è stata espressa, a nome del rettore dell’Università di Trento Flavio Deflorian, dal direttore vicario del Centro interdipartimentale di Scienze mediche (Cismed), Carlo Cosimo Quattrocchi: «Con le assunzioni di Silvio Sarubbo e Franck Lohr il progetto di Medicina e Chirurgia prosegue con una ulteriore tappa, un’operazione di alta qualità con due professori e clinici molto forti. Per il corso di laurea al professor Lohr sarà affidato l’insegnamento di terapia radiante avanzata che partirà l’anno prossimo nel piano del quinto anno. È uno degli otto percorsi a scelta vincolata, attivati nel corso di laurea di Medicina e Chirurgia. Sono percorsi originali, unici nell’offerta formativa italiana dei corsi di laurea in Medicina. Si innestano su insegnamenti di stampo tradizionale e li arricchiscono con un approccio molto pratico con competenze di tipo tecnologico e l’impiego di strumentazioni di avanguardia e, ad esempio, della realtà aumentata. Inserire questi percorsi già nella formazione di base è una grande novità che caratterizza l’impianto della nostra laurea e permette di coinvolgere vari altri dipartimenti UniTrento. Oltre a Terapia radiante avanzata, gli orientamenti tematici attivati – alcuni già dal prossimo semestre – sono Medicina di precisione, Robotica in medicina, Medicina ricostruttiva e rigenerativa, Intelligenza artificiale in medicina, Terapia genica e cellulare, Intelligenza artificiale per la diagnostica per immagini, Promozione della salute, prevenzione e corretti stili di vita».
«Nel frattempo – ha concluso Quattrocchi – stiamo lavorando sui prossimi passi: le scuole di specializzazione, possibilmente già dall’anno prossimo 2024/25, e due nuovi corsi di laurea delle professioni sanitarie, realizzati con l’Università di Verona, per il Tecnico di laboratorio e Tecnico di radiologia, che saranno approvati e accreditati in primavera. Il progetto di Medicina e Chirurgia sta crescendo e si sta diversificando, come previsto, con altri rami della formazione medica. Tutte queste iniziative dovrebbero essere oggetto di un finanziamento ad hoc su fondi provinciali che auspichiamo venga definito in breve tempo».
Il direttore generale di Apss Antonio Ferro ha ricordato quanto la scuola di medicina e chirurgia possa «dare una forte spinta al superamento della carenza di professionisti oltre che impulso alla qualità dell’offerta di prestazioni di Apss. Il percorso che insieme alla Provincia autonoma di Trento e all’Università stiamo attuando, permetterà di arrivare all’istituzione dell’Azienda sanitaria universitaria integrata con una solida base di professionisti e diverrà fondamentale non solo per reclutare ma anche per trattenere il personale attraverso nuove opportunità di carriera per i sanitari delle nostre strutture».
«Quella tra l’Università di Trento e l’Università di Verona è davvero una sinergia molto importante – ha dichiarato Giuseppe Lippi, preside della Facoltà di medicina e chirurgia di Verona – un percorso fruttuoso che ha portato all’apertura dei corsi di laurea delle professioni sanitarie e poi della Scuola di medicina. Attraverso questo percorso di collaborazione si riafferma con forza la necessità di una transizione verso l’Azienda ospedaliera integrata. Assistenza, ricerca e didattica – ha concluso – sono le parole chiave che devono guidarci in questo percorso».
Nel pomeriggio l’assessore Tonina ha visitato il Centro di protonterapia per conoscere meglio una delle strutture di massima eccellenza della sanità trentina. I medici e i fisici dell’Unità operativa di protonterapia hanno presentato all’assessore le attività in corso e i possibili sviluppi futuri dell’utilizzo dei protoni in sanità.
La protonterapia è una particolare forma di radioterapia oncologica che utilizza particelle dotate di massa e carica, i protoni, al posto dei raggi X (fotoni) adottati nella radioterapia tradizionale. I protoni rilasciano la loro energia nei tessuti irradiati in modo caratteristico: la dose viene depositata quasi interamente, e con estrema precisione, nello spazio di pochi millimetri, consentendo di somministrare dosi elevate al tumore, risparmiando i tessuti sani in prossimità della lesione. Dalla nascita del Centro a oggi sono stati trattati 2.142 pazienti trattati, di cui 540 pediatrici. Il trattamento con i protoni risulta particolarmente efficace nel caso di tumori in età pediatrica, perché rispetto al trattamento tradizionale ai raggi X riduce il rischio di difetti nella crescita e di problemi nello sviluppo.
Di seguito i curricula dei nuovi professori
Frank Reinhard Heinrich Lohr – direttore Unità operativa protonterapia - Dipartimento medico specialistico - Servizio ospedaliero provinciale
Professore associato di diagnostica per immagini e radioterapia al Centro interdipartimentale di scienze mediche - CisMed dell’Università di Trento, è inserito in attività assistenziale in Apss dal 1° gennaio.
Laureato all’Università di Heidelberg (Germania) e si è specializzato al Dipartimento di radioterapia oncologica della stessa Università e al Centro di ricerca oncologico tedesco di Heidelberg. Durante la specializzazione ha investito due anni nella ricerca radiobiologica sull’ipertermia quale stimolante della terapia genica all’Università di Duke (USA). Al termine della specializzazione ha iniziato a lavorare al Dipartimento di radioterapia del Centro medico universitario di Mannheim dell’Università di Heidelberg dove nel 2004 è diventato vice primario e nel 2005 professore a contratto. È stato dal 2016 alla attuale nomina direttore della Struttura complessa di radioterapia del Dipartimento di oncologia di Modena e dal 2019 professore associato di UniMoRe e direttore della Scuola di specializzazione in radioterapia. Il professor Lohr ha un particolare interesse per quanto riguarda le terapie radiante ad alta precisione quali radioterapia a intensità modulata (IMRT), tecniche volumetriche ad arco (VMAT) (ha eseguito il secondo trattamento con tecnica VMAT in Germania), radioterapia guidata dalle immagini (IGRT), radioterapia stereotattica extracraniale (SBRT), total body irradiation (TBI) e terapia con particelle (la sua tesi di dottorato è stata sui trattamenti con neutroni e sviluppato sistemi di immobilizzazione per la terapia con protoni e ioni carbonio). I principali interessi clinici sono le neoplasie polmonari, gastriche, tumori del capo-collo, del sistema nervosa centrale e della prostata. È stato principale ricercatore clinico per la regione Germania-Austria-Svizzera in uno studio di fase III, sull’utilizzo della combinazione tra radioterapia e immunoterapia attiva per i tumori prostatici. Frank Reinhard Heinrich Lohr è stato direttore scientifico e organizzatore di molti corsi internazionali su tecniche IMRT/VMAT. Ha contribuito alla stesura di più 230 articoli scientifici in giornali internazionali peer reviewed (H-index 41), a capitoli di libri di testo ed è stato co-editore di un libro di testo sulla radioterapia. È revisore di molteplici riviste scientifiche internazionali.
Silvio Sarubbo – direttore Unità operativa neurochirurgia Ospedale di Trento - Dipartimento emergenza - Servizio ospedaliero provinciale
Professore associato di neurochirurgia al Centro interdipartimentale di scienze mediche - CisMed dell’Università di Trento, dal 1° gennaio è anche inserito in attività assistenziale in Apss.
Si è laureato in medicina e chirurgia all’Università degli studi di Ferrara dove, nel 2010, si è specializzato in neurochirurgia. Il professionista ha iniziato la propria carriera nell’Unità operativa di neurochirurgia dell’Azienda ospedaliero - universitaria di Ferrara per poi trasferirsi, nel 2013, all’Unità operativa di neurochirurgia dell’Apss della quale è stato nominato direttore, sostituto nel 2019 e al pieno titolo nel 2020. Il professor Sarubbo ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienze biomediche - neuroscienze all’Università di Ferrara ed è abilitato al ruolo di professore di prima fascia nel settore disciplinare di neurochirurgia. Silvio Sarubbo è esperto di chirurgia cranica nel settore neuro-oncologico cerebrale e della base cranica, vascolare e funzionale, dove vanta una corposa casistica chirurgica, è stato docente e tutor in molteplici corsi di formazione nazionali e internazionali nell’ambito della neurochirurgia, dell’imaging radiologico avanzato, e delle neuroscienze cliniche. Ha partecipato e ha diretto diversi progetti di ricerca nazionali e internazionali e ha avviato diverse collaborazioni scientifiche con le principali realtà del settore neuroscientifico del territorio trentino, così come con diversi centri di ricerca europei e nordamericani. Il professionista vanta una produzione scientifica di assoluto rilevo con oltre 80 pubblicazioni indicizzate e diversi capitoli di libri e contributi scientifici inerenti la neurochirurgia nel settore cranico, neuro-oncologico, funzionale e vertebrale che gli valgono mediane scientifiche di particolare rilievo nel suo settore disciplinare con un H-Index di 27.