L'allarme del senatore Patton: Autonomia Differenziale, un pericolo per il Trentino
Il parlamentare trentino spiega che c’è un emendamento al disegno di legge Calderoli, che nella parte sul premierato metterebbe le Autonomie Speciali al pari delle altre»
TRENTO. «Sul Trentino l’autonomia differenziale prevista dal ddl Calderoli sostanzialmente non interviene. L’autonomia di Trento e Bolzano è presente in Costituzione e le nostre competenze sono stabilite dagli statuti. Ma attenzione, il rischio arriva da un emendamento contenuto nella riforma del premierato: esso tocca gli statuti senza interpellare prima le province autonome».
Intervenuto ieri a palazzo Benvenuti, il senatore Pietro Patton (gruppo Autonomie, eletto nel centrosinistra) ha acceso l’attenzione sulle riforme promosse dal centrodestra nazionale che potrebbero mettere in discussione i cardini dell’autonomia trentina e altoatesina.
L’insidia non arriverebbe tanto dall’introduzione delle autonomie differenziate: «Esse nascerebbero come patto di natura procedurale tra Stato e regioni ordinarie, che si vedrebbero assegnate delle competenze particolari. In questo caso la scommessa è la capacità politica ed organizzativa di gestire le competenze, non basta una norma. La pubblica amministrazione deve essere capace di attirare una classe dirigente all’altezza, cosa che non sempre accade», indica Patton.
Un campanello d’allarme è suonato due giorni fa quando un emendamento Svp al ddl Calderoli che voleva inserire clausole di salvaguardia per l’autonomia trentino-altoatesina è stato bocciato dal centrodestra nazionale: «Il rischio è che Bolzano decida di mollare la Regione - ha indicato Patton - Ci troveremmo tra qualche anno a celebrare il funerale dell’autonomia così come pensata da De Gasperi e Gruber, si andrebbe verso due autonomie completamente disgiunte. Il pericolo è che in sede locale la Provincia Autonoma di Trento abbia deciso di conformarsi alle regioni a statuto ordinario tanto care e tanto amiche come Veneto e Lombardia».
Il rischio maggiore per la specialità trentina arriverebbe dalla riforma del premierato, quella che ridisegna il ruolo del Presidente del Consiglio e del Parlamento. È stato segnalato un emendamento al disegno di legge costituzionale che prevede una modifica agli statuti delle autonomie speciali e che non passa preventivamente dal parere delle regioni e province autonome: «Il tema è reale - ha sottolineato Patton - Viene detto che la modifica passerà in un secondo momento attraverso i consigli regionali e nel nostro caso provinciale, ma è il caso che i nostri consiglieri provinciali possano intervenire con suggerimenti migliorativi prima che la riforma sia approvata da uno dei due rami del Parlamento, perché intervenire dopo è sempre molto difficile».
Patton chiede che le riforme delle autonomie speciali passino attraverso uno specifico intervento di rango costituzionale, non un semplice emendamento: «Le leggi che disciplinano gli statuti sono discipline di rango costituzionale e dovrebbero avere un’autonoma configurazione, è una questione di dignità».
Dal senatore trentino, un richiamo ai presidenti delle province autonome: «Se fossi stato nei panni di Fugatti e Kompatscher, il quale ultimamente è restio a recepire consigli, avrei preteso che fosse depositato un apposito disegno di legge di modifica dello statuto. Non si può accettare una furbata di questo genere, non c’è nessuna capacità politica di tenere al centro del dibattito il tema delle autonomie speciali».
La risposta della Lega: la senatrice Elena Testor e la deputata Vanessa Cattoi terranno una conferenza stampa lunedì «per rispondere alle dichiarazioni inesatte del senatore Pietro Patton su Premierato e Autonomia Differenziata».