Frana di Valbrenta, Fugatti al vertice in Prefettura a Vicenza: «Riaprite il traffico per le automobili»
Ci vorranno mesi per riparare il tratto colpito dai massi: una campata del cavalcavia a San Marino spostata di sette centimetri dall’urto. Gli industriali veneti: serve un adeguamento dell'arteria
VALSUGANA. La frana che si è abbattuta sulla Valsugana, invadendo la sede ferroviaria e quella stradale, addirittura spostando una campata del viadotto di San Maino di sette centimetri, costringe alla chiusura della statale della Valsugana, probabilmente per alcuni mesi.
Ma la Provincia di Trento chiede al Comune di Valbrenta di riaprire al traffico. Lo ha detto oggi il presidente Maurizio Fugatti, che ha partecipato alla riunione in Prefettura a Vicenza, per fare il punto della situazione.
« Abbiamo spiegato alla Prefettura di Vicenza la difficoltà generata dal blocco totale della mobilità in Valsugana e abbiamo chiesto di verificare la possibilità di cambiare la posizione del Comune di Valbrenta al fine di rivedere il prima possibile l'ordinanza di chiusura, valutando la riapertura al traffico per le auto».
Improponibile il ripristino sulla carreggiata danneggiata. Ma Fugatti parla di una «deviazione» sulla viabilità locale in Destra Brenta.
In un primo momento il Comune di Valbrenta aveva consentito il transito sulle stradine di campagna per i soli mezzi leggeri. Ma dopo una giornata, aveva cambiato idea, per la mole di traffico e per l’inadeguatezza delle arterie alternative.
"È auspicabile che il ripristino della transitabilità lungo la SS 47 possa avvenire nel più breve tempo possibile e che altrettanto avvenga riguardo alla circolazione ferroviaria. Nel frattempo, si confida che in sede prefettizia, con il coinvolgimento degli enti interessati, possano essere individuate soluzioni transitorie" afferma in una nota Claudio Pozza, delegato alle Infrastrutture di Confindustria Vicenza, dopo la frana che ha interrotto 10 giorni fa la Statale Valsugana. Gli Industriali vicentini insistono per una "risoluzione strutturale e definitiva" del collegamento tra il Vicentino e il Trentino.
"Quest'ultima frana, che per pura casualità non ha portato ad incidenti o vittime - prosegue Pozza - sta portando pesanti ripercussioni che chissà per quanto tempo ancora produrranno effetti nefasti sui traffici tra Veneto e Trentino e viceversa. Ora non si può più tergiversare, il territorio e tutti i suoi enti competenti devono una volta per tutte affrontare sia il tema della riqualificazione, ammodernamento e messa in sicurezza della SS 47, sia quello della creazione di un nuovo corridoio infrastrutturale che colleghi efficacemente la pedemontana veneta con il Trentino", conclude.