Questura di Trento: stop al corteo pro palestina nel Giorno della memoria
Attuando gli indirizzi contenuti nella circolare del capo della polizia, si spiega che l'iniziativa prevista in città potrà però svolgersi in una qualunque altra data. Intanto nella comunità ebraica, che denuncia l'aumento di atti di antisemitismo, c'è sgomento per le manifestazioni anti-Israele programmate proprio per il 27 gennaio da chi si schiera con i palestinesi nello scenario tragico, dopo gli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre e la risposta militare
TRENTO. La questura di Trento non ha autorizzato il corteo pro-Palestina organizzato nel capoluogo trentino domani, 27 gennaio, dall'associazione "Controcultura: spazio aperto Be.Brecht", in quanto concomitante con il Giorno della memoria.
Il raduno in vista dell'iniziativa era previsto per le ore 16, in piazza del Duomo.
Le indicazioni della questura prevedono che la manifestazione si possa tenere in qualsiasi altra data scelta dai promotori.
Negli ultimi giorni, l'associazione aveva lanciato diversi appelli sui social network per una mobilitazione a favore del popolo palestinese il 27 gennaio. Informati dalla Questura, i promotori hanno revocato l'iniziativa. L'attenzione delle forze dell'ordine a Trento rimarrà alta per possibili manifestazioni non autorizzate.
La tensione attorno alla scelta di molte realtà italiane di manifestare pro Palestina anche nel Giorno della memoria sta sollevando polemiche.
E c'è chi, nonostante domani sia il Giorno della Memoria (il 27 gennaio 1945 le truppe dell'Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz) e la circolare del capo della polizia, Vittorio Pisani, abbia previsto il rinvio delle manifestazioni in favore della Palestina - ha deciso comunque di tentare di dare vita a iniziative alternative o chiaramente pro Gaza.
È il caso del corteo antimilitarista che domani sfilerà dalle 16 dal Teatro Lirico di Cagliari, sino in piazza Yenne. I militanti saranno in piazza nonostante il divieto imposto dal questore Paolo Rossi "perché nella legge istitutiva della Giornata della Memoria viene spiegato che i valori della giornata stessa sono finalizzati a far sì che non si ripeta più quanto accaduto. E oggi in Palestina è in atto un genocidio che rischia di distruggere un popolo intero", affermano.
A Ripoli, comune di 25mila anime nella città metropolitana di Firenze, l'Anpi locale è stata al centro di una bufera per un convegno organizzato con Assopalestina, e dove è prevista la presenza dell'imam, dove in sostanza si fa un parallelo tra "lo sterminio degli ebrei e il genocidio a Gaza". Il convegno si sarebbe dovuto tenere domani al circolo di Antella, intitolato "Mai più: 80 anni fa lo sterminio del popolo ebraico da parte dei nazisti. Oggi il genocidio del popolo palestinese da parte dello stato di Israele". Dopo le polemiche il circolo ha revocato la sala e l'iniziativa è stata spostata, sempre domani, al Cpa Firenze Sud a Firenze.
I vertici dell' Anpi locale, che avevano paventato le dimissioni, non si sono però più dimessi.
A Massa, poi, prima città insignita della medaglia d'oro al valor militare per il contributo dato alla guerra di Liberazione, il generale Roberto Vannacci presenterà il suo contestato libro. "Ma quella di domani - si è difeso lui - è una data scelta per puro caso, approfittando di una cancellazione ad Ancona e mai ci saremmo immaginati una strumentalizzazione come quella in atto".
La Cgil di Massa Carrara, tuttavia, sarà in presidio domani alle 16 in piazza per protestare contro la presentazione.
E alla vigilia del Giorno della Memoria, le scritte 'W Hitler' e 'Fuck Israele' sono comparse sul murale - che rappresenta I Simpson come deportati - accanto al memoriale del Binario 21 a Milano ricordano che l'antisemitismo è tutt'altro che un ricordo di un passato buio.
Anzi, dopo l'attacco dei terroristi di Hamas a Israele e la guerra a Gaza l'onda antisemita cresce in tutto l'Occidente. Con un record inquietante in Francia, dove gli atti antisemiti crescono del 1000%. Ma è allarme anche in Italia.
Dal 7 ottobre è stato registrato un "netto incremento di episodi di antisemitismo: 135 su tutto il territorio nazionale fino al 31 dicembre, tra scritte sui muri, striscioni anti-Israele, cori durante cortei , danneggiamenti, imbrattamenti, insulti. Sono state deferite all'autorità giudiziaria 42 persone ritenute presunte responsabili di questi episodi".
Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. Le segnalazioni presenti nella banca data interforze riferite a persone denunciate o arrestate per condotte di propaganda ed istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa "sono state 313 da gennaio a novembre 2023, a fronte delle 154 dello stesso periodo del 2022", ha aggiunto. Dati ancora più preoccupanti sono quelli forniti dall'Osservatorio antisemitismo del Cdec, la Fondazione centro di documentazione ebraica contemporanea, ha registrato 73 segnalazioni a ottobre, 72 a novembre, 67 a dicembre. Il totale degli episodi verificati dal Cdec nel 2023 è di 454, nel 2022 i casi registrati erano stati 241, nel 2021 furono 226.
Eventi che suscitano preoccupazione nelle comunità ebraiche. "Anche a Napoli portare simboli ebraici, come la kippah e la stella di David, è diventato un pericolo. Alcuni ebrei della nostra comunità sono stati minacciati, per fortuna solo verbalmente e non fisicamente", denuncia Cesare Moscati, rabbino capo della comunità ebraica napoletana. Situazione ancora più allarmante negli Usa, dove gli episodi di antisemitismo, dall'attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre, sono aumentati del 400% rispetto all'anno precedente.
Lo ha rilevato la Anti-Defamation League, organizzazione non governativa ebraica. "Quando si verifica un conflitto in Israele - ha commentato il numero uno dell'Adl, Jonathan Greenblatt - immediatamente si verificano episodi di antisemitismo negli Stati Uniti e nel mondo. Dai gruppi di supremazia bianca in California che sventolano striscioni antisemiti lungo le autostrade agli antisionisti estremisti che aggrediscono gli ebrei solo per il fatto che sostengono lo stato di Israele, siamo testimoni di un allarmante aumento di attività' antisemite".
In Germania, post 7 ottobre, sono stati commessi 2.249 reati a sfondo antisemita. Secondo il Commissario del governo tedesco per la lotta all'antisemitismo, Felix Klein, anche se il trend era stato notato anche prima dell'attacco di Hamas, c'è stata una crescita vertiginosa proprio nelle ultime settimane, visto che la somma dell'intero 2023 è di 2.300. Il Presidente del Consiglio Centrale degli Ebrei in Germania, Josef Schuster, ha affermato che molti ebrei, per paura, non si identificano più come tali in pubblico.
Il 'primato' però sembra essere quello della Francia, dove i registra un aumento del 1000% dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre, secondo quanto pubblicato dal Crif, il Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia. Le cifre del rapporto parlano di un antisemitismo "mai cosi' forte", che arriva ovunque, "anche all'interno delle abitazioni delle vittime".
Le cifre sulle quali si basa lo studio sono state fornite dal ministero dell'Interno: l'anno scorso sono stati registrati 1.676 atti antisemiti in Francia, contro i 436 del 2022. Dal 7 ottobre si sono decuplicati: ad ottobre, novembre e dicembre 2023 ci sono stati altrettanti incidenti (1.242) di quanti se ne erano verificati in totale nei 3 anni precedenti.
"Quest'anno, nel partecipare al Giorno della Memoria, ci sentiamo un po' imbarazzati, dopo il 7 ottobre e tutto quello che è successo, perché da quella data assistiamo a eventi che ci lasciano sgomenti. Auspico che questa giornata non abbia più lo scopo di compiangere gli ebrei morti, ma abbia l'obiettivo concreto di evitare che il rischio possa succedere di nuovo. Purtroppo di questi tempi c'è una tragica differenza rispetto al 1938. Nel '38, chi poteva, sapeva dove scappare, oggi purtroppo non sappiamo neanche più dove scappare": è uno dei passaggi dell'intervento del rabbino capo di Torino, Ariel Finzi, alla cerimonia a Palazzo civico.
"Eventi che ci lasciano sgomenti - osserva -, come il processo a Israele per crimini contro l'umanità intentato dal Sudafrica, che ci ricorda altri processi della storia o della letteratura, come quello a Dreyfus o a Shylock. O la Croce rossa che non ha mai visitato i prigionieri israeliani, i movimenti femministi che anziché schierarsi in difesa delle donne massacrate e violentate hanno avuto atteggiamenti come quelli forse di cento anni fa, o i movimenti studenteschi che bruciano la bandiera israeliana e professori universitari che incitano al boicottaggio.
E il mondo civile - conclude rispetto la conflitto in corso a Gaza - che, forse per l'unica volta nella storia, quando c'è una guerra fra una tirannia e una democrazia si schiera dalla parte della tirannia e pensa che la tirannia voglia la pace e la democrazia voglia la guerra".