Crisi di vocazioni e fedeli, da Mattarello l'appello alla «riforma delle parrocchie»
In Trentino ci sono 452 parrocchie, affidate a 110 sacerdoti la cui età media è oltre i 70 anni. Il Consiglio pastorale: «Occorre trovare nuove forme di evangelizzazione»
MATTARELLO. «Un invito ad impegnarsi fin da ora per operare delle scelte e/o delle revisioni condivise e far sì che le comunità parrocchiali di Mattarello e Valsorda crescano nella responsabilità, nella partecipazione, nella consapevolezza che tempi nuovi richiedono visioni e strumenti nuovi». Questo il senso della lettera che il Consiglio pastorale interparrocchiale ha inviato domenica scorsa ai fedeli per condividere il percorso che intraprenderà nell'ambito dell'attività pastorale «per trovare i modi più appropriati per affrontare al meglio questo momento inedito che la Chiesa sta attraversando», con chiese sempre meno frequentate, crollo delle vocazioni sia alla vita consacrata sia alla vita donata nel volontariato, pessimismo dilagante.
In questo contesto - scrivono i dodici consiglieri - la comunità cristiana può decidere di rimanere aggrappata a idee e prassi che stanno morendo o può risvegliare la speranza e cogliere questo momento come un'opportunità per riscoprire la vera essenza della fede e trovare nuovi modi di evangelizzazione.
In diocesi attualmente ci sono 452 parrocchie affidate a centodieci parroci la cui età media è sopra i settant'anni; Mattarello e Valsorda, che alla fine del 2022, insieme, facevano 6.349 abitanti, ne hanno uno, don Paolo Vigolani, ma molto probabilmente anch'esse nei prossimi anni saranno unite a quelle vicine. «Pur comprendendo la difficoltà ad accettare e metabolizzare un cambiamento - osservano i consiglieri -, sembrano fuori luogo le striscianti lamentele per la soppressione o per il cambio d'orario di qualche messa o di altre tradizioni».
Nella nuova riorganizzazione, tenendo conto del calo della partecipazione alla vita della Chiesa, si imporranno non solo la modifica degli orari e la ridistribuzione dei luoghi delle celebrazioni ma dovranno essere riviste consuetudini e abitudini che hanno esaurito il loro senso pastorale e di annuncio e ciò non vale solo per l'ambito liturgico ma per ogni aspetto della pastorale e della vita comunitaria.
Il Consiglio, che intende muoversi in spirito di fraternità secondo gli orientamenti diocesani e dell'arcivescovo Lauro, avvierà nelle prossime settimane una serie di incontri con i gruppi parrocchiali «con l'obiettivo di raccogliere informazioni, criticità, punti di vista e suggerimenti per favorire l'interazione fra i gruppi e ottimizzare il servizio svolto, condividere le grandi trasformazioni che attendono le comunità, richiamare tutti all'opportunità che questi tempi ci aprono, in ascolto di ciò che lo Spirito ci dice ma, soprattutto, per stimolare la consapevolezza che l'impegno personale non può ridursi a un semplice fare ma deve mettere al centro la Parola».
Storicamente Mattarello fu eretta a parrocchia dal vescovo Celestino Endrici il 21 novembre 1906; in precedenza era cappella e curazia della pieve di S. Maria Maggiore di Trento, dalla quale dipendevano anche le Novaline e maso Brusaferro. Il 4 novembre 1906, a poche settimane dalla morte del pievano don Dario Trentini da Villa Lagarina (1845-1906), fu indetto un referendum sollecitato dalla richiesta dell'allora comune di erigere a parrocchia il paese, che allora contava circa 2.600 anime.
La consultazione diede i seguenti risultati: dei 271 capifamiglia aventi diritto votarono in 107 e di questi 103 alla domanda «di rinunziano in perpetuo al diritto che avevano di eleggere e presentare il proprio curatore di anime e di accettare incondizionatamente e per sempre la nomina dei futuri parroci fatta dal principe vescovo», risposero affermativamente.