Agricoltura / Mele

Il buco di bilancio di Sft: ai contadini venti centesimi al chilo, e parte la grande svendita immobiliare

La cooperativa della valle dell’Adige dovrà fondersi con La Trentina, ma prima deve mettere a posto la voragine bancaria. A rischiare sono anche i 132 dipendenti da ricollocare

di Daniele Battistel

TRENTO. Venti centesimi a chilogrammo conferito. Circa la metà rispetto ai "colleghi" che aderiscono a Melinda o La Trentina. Ma lo sapevano già da tempo i 250 soci di Sft che l'unica strada per provare a portare in salvo la cooperativa è quella dei sacrifici, e avevano avuto qualche mese per prepararsi all'idea. E così, seppure non proprio con il sorriso sul volto, hanno approvato il magro bilancio (chiuso a luglio 2023) della cooperativa.

I numeri sono questi: 19,7 milioni di chili conferiti, con una parte importante di mele biologiche, hanno prodotto 3,993 milioni di liquidato ai soci, pari ad un prezzo medio di 0,20 euro. L'utile è di 197.749 euro, mentre il patrimonio ammonta a 8.988.226 euro.

Nella sede di Romagnano, accanto al nuovo presidente Danilo Brida e al nuovo direttore (da Melinda) Franco Paoli, anche presidente e direttore generale della Federazione della Cooperazione, Roberto Simoni e Alessandro Ceschi, nonché l'ex presidente e attuale consigliere di Apot Ennio Magnani.

L'obiettivo era chiaro: provare a dimostrare anche fisicamente che il mondo cooperativo è pronto a sostenere gli sforzi di Sft per rimettersi in piedi nonostante i pesantissimi debiti accumulati in questi anni.

«È stata tracciata con coraggio, da parte dei soci di Sft, una strada fondamentale per il proprio destino - ha detto Simoni -. Siamo tutti parte di una grande squadra, Provincia inclusa, che vuole portare fuori dalle difficoltà questa cooperativa per riuscire ad avere un futuro di soddisfazioni che vadano a compensare anche le sofferenze subite negli ultimi anni».

La strada di cui parla Simoni è quella del rientro in Apot (già definito) e la fusione in La Trentina a partire dal prossimo luglio. Un obiettivo - è stato messo nero su bianco nella nota di ieri sera della Federazione - che è «realizzabile a fronte di un serio e condiviso piano di riorganizzazione e miglioramento dei principali indicatori economici e patrimoniali».

Dunque, prima di confluire in La Trentina, Sft deve assolutamente sistemare le pendenze finanziarie, che vedono la cooperativa della Destra Adige essere in debito di 10 milioni con le banche.

E nella tristezza dei numeri, la notizia positiva è il fatto che il fondo rotativo immobiliare della Provincia gestito da Cooperfidi verrà in soccorso di Sft comprando il capannone di Volano ex Sav.

Un immobile che non ha valenza "strategica" per la cooperativa melicola di Romagnano ma che è comunque a patrimonio per una cifra importante, tra i 7 e gli 8 milioni di euro.In questo quadro si capisce come mai nei giorni Patrimonio del Trentino ha acquisito per 5 milioni dal Fondo immobiliare la struttura di Maso Franch (ex Cantina Lavis): un modo per "liberare risorse" e permettere al fondo rotativo di prendersi in carico il magazzino ex Sav. Il quale, per altro, sarebbe comunque utilizzato da Sft pagando un "affitto" (lease-back).

Inoltre, per coprire la parte di "buco" nei confronti del mondo bancario Sft dovrebbe cedere un terreno edificabile ad Aldeno. Le due operazioni permetterebbero alla cooperativa di rientrare di una buona parte dell'indebitamento finanziario.

I sacrifici, però, non termineranno qui. Il lease-back è permesso solo se, a valle dell'operazione, la cooperativa dimostra che la normale gestione resta in piedi. Sft, in questo momento, è piuttosto sbilanciata dal punto di vista dei costi del personale. E qui dovrà intervenire il sistema cooperativo, con la Federazione che deve garantire il ricollocamento di parte dei 132 lavoratori che molto probabilmente non potranno più trovare spazio in Sft.

Sul finire dell'assemblea sono stati nominati all'unanimità anche tre nuovi consiglieri che entreranno, da domani, a far parte del consiglio di amministrazione: Fabio Coser, Claudio Moratelli e Matteo Baldo.

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