Bus in ritardo nel capoluogo, ecco perché Trentino Trasporti non modifica gli orari
L'esperienza sul campo dice che le tabelle orarie nelle fasce di punta sono impossibili da rispettare, ma non vengono cambiate? Il retroscena in una lettera interna: «Meglio cento corse al giorno in ritardo cronico che settanta in orario»
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TRENTO. Ma perché mai se l'esperienza sul campo dice che le tabelle orarie degli autobus cittadini nei momenti di maggiore traffico sono impossibili da rispettare non vengono cambiate? Gli autisti, che sono in prima fila e si sorbiscono le quotidiane lamentele dell'utenza, lo chiedono da anni. Inascoltati.
E adesso anche il Comune, che paga il servizio a Trentino Trasporti, solleva il problema. Risposte ufficiali da parte della Provincia, socio di maggioranza della società che gestisce il trasporto pubblico, non ce ne sono, a parte il richiamo dell'assessore ai trasporti Mattia Gottardi al Comune perché si impegni di più nella realizzazione di corsie preferenziali che garantiscano una maggiore scorrevolezza dei mezzi.
Ma una spiegazione plausibile, mai confessata pubblicamente, la si ritrova in un documento interno a Trentino Trasporti.La lettera è un po' datata, è del 23 dicembre del 2019, ma nei contenuti appare maledettamente attuale. L'allora responsabile dei servizi urbani proponeva le sue considerazioni sullo stato del servizio di trasporto pubblico urbano all'allora presidente, della società Monica Baggia (che oggi è assessore all'urbanistica in Comune) e al direttore generale dell'epoca. «Stiamo assistendo da tempo - scriveva - a un incremento delle segnalazioni e dei reclami riguardanti i ritardi delle corse.
Vengono segnalate corse saltate, soppresse, non effettuate, anche se questa è quasi sempre la rappresentazione superficiale, percepita dall'utenza, di una corsa eseguita con ritardo di entità tale da corrispondere all'intervallo della frequenza della linea scambiato dall'utente per un vuoto di servizio e per una corsa non eseguita».
Si racconta di rilievi mossi agli autisti durante la guida, di frequenti diverbi e litigi, di un deterioramento del grado di soddisfazione dell'utenza e sempre maggiori richieste di rimborso del biglietto. «Il fenomeno segnalato - ammette il responsabile del servizio urbano - trova riscontro oggettivo nei dati di traffico e colpisce, in misura variabile, tutte le linee».
A titolo di esempio si riportano per la linea 8 ritardi al capolinea nord di 14 minuti nelle ore di punta e di 10 in quelle di morbida. L'inizio di questa tendenza viene fatto risalire all'autunno del 2017 in un crescendo costante. Ma venendo alle possibili soluzioni il responsabile del servizio urbano fa presente che la più logica e immediata, quella di rivedere le tabelle orarie e sistemarle in ragione delle condizioni di traffico, comporterebbe un taglio del numero di corse calcolato tra il 26% della linea 13 e il 30% della linea 8. Perché è logico che maggior tempo di percorrenza per ogni corsa, a numero di mezzi e di autisti invariato, significa meno corse effettuate.
E allora cosa propone, in quel dicembre 2019, il responsabile del servizio urbano ai vertici della società? Nulla nello specifico. «Con sintesi brutale - scrive nella comunicazione interna - giunti a questo punto l'opzione dovrebbe essere la seguente: 100 corse al giorno in ritardo medio di 10 minuti sono preferibili a sole 70 corse al giorno, molto più distanziate tra di loro e che rispettano l'orario di tabella ma con un tempo di percorrenza programmato molto più allungato». Insomma: meglio lasciare invariate le tabelle orarie pur sapendo che non sono credibili.Per cercare di arginare l'ondata di proteste per i ritardi cronici si proponeva invece di agire attraverso la tecnologia e la comunicazione.
Per gli utenti digitalizzati che usano la app che fornisce in tempo reale la posizione dell'autobus atteso si presume che diventi un'abitudine consultare direttamente lo smartphone senza curarsi delle tabelle orarie. Per gli altri il suggerimento (che non risulta però essere stato recepito) era di precisare con note evidenziate sui siti, social, tabelle alle fermate e opuscoli che "i tempi di percorrenza sono stimati e suscettibili di scostamenti variabili, in dipendenza delle condizioni del traffico veicolare urbano".
Ora, quattro anni dopo, il problema del rispetto degli orari non è certo risolto. Per contro la frequenza delle corse, in ragione della carenza degli autisti, è drasticamente calata, almeno nei periodi di vacanza scolastica. E al malcontento degli utenti si è aggiunto quello del Comune, socio e"cliente" di Trentino Trasporti, con le proteste sulla qualità del servizio che hanno scatenato le polemiche degli ultimi giorni.