Rubavano auto per rivenderle: otto ordinanze di custodia cautelare dopo un'operazione dei carabinieri di Trento
L'intevento dei militari è avvenuto questa mattina, venerdì 1° marzo, dopo indagini estese anche nelle province di Forlì-Cesena, Latina e Roma. Contestati i furti di 15 veicoli, avvenuti in Trentino e in Emilia, in parcheggi privati o nelle concessionarie
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TRENTO. Nelle prime ore di questa mattina, venerdì 1° marzo, i carabinieri del Nucleo investigativo di Trento hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di otto persone (due albanesi, un colombiano, un ucraino e quattro italiani) ritenute responsabili a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata ai delitti contro il patrimonio, tra cui furti e ricettazione di autoveicoli.
L'operazione è stata portata avanti nelle province di Trento, Bologna, Forlì-Cesena, Latina e Roma.
Sono stati contestati 11 furti (di cui 2 tentati) dal 2018 al 2022 nelle province di Trento e di Bologna, per un totale do 15 veicoli e motocicli. L'indagine - informa l'Arma - era stata avviata a gennaio 2018 dai carabinieri di Trento dopo un primo furto di 3 autovetture, avvenuto presso un concessionario trentino.
Il gruppo rubava presso concessionarie e abitazioni private, avvalendosi della collaborazione di un basista.
Le macchine venivano poi consegnate a persone residenti in Romagna, in provincia di Roma e in Slovenia, che avevano indicato in precedenza il modello di veicolo che desideravano. Sono risultate strategiche due concessionarie laziali che fanno capo a due degli indagati, padre e figlio, i quali avevano il ruolo di ricettatori.
Il promotore dei reati è stato individuato in un pregiudicato albanese che, durante la sua permanenza in carcere, sfruttava i permessi premio per mettere a segno i furti. È stato lui stesso ad occuparsi del reclutamento degli autori dei furti, pregiudicati recidivi, tra cui anche minorenni.
I carabinieri sono riusciti a risalire ai responsabili grazie all'analisi di tabulati telefonici e alle attività tecniche di intercettazione. Per depistare le forze dell'ordine, il gruppo cambiava continuamente la targa dei veicoli, rubando targhe ad altre vetture di uguale modello, e cercava di percorrere strade secondarie senza videosorveglianza. Gli autori dei furti, inoltre, indossavano il passamontagna e usavano i mezzi pubblici per raggiungere gli obiettivi.