L’alunno delle scuole medie viene “sanzionato”: i genitori presentano ricorso al Tar
Al Tribunale amministrativo si chiede di annullare il provvedimento disciplinare e la delibera del Consiglio di Stato. La scuola: “Non è una punizione, per chi non rispetta le regole proponiamo attività per riflettere sul proprio sbaglio”
TAR I genitori chiedono la bocciatura del figlio
TRENTO. “Due differenti modi di pensiero, due concetti diversi in merito al significato di "educare". Da una parte una famiglia trentina, dall'altra la dirigente di un istituto comprensivo del capoluogo: i momenti di confronto non sono mancati, neppure le occasioni per eventuali chiarimenti, ma il punto di incontro non è stato trovato. La discussione, che si protrae dallo scorso ottobre, ruota attorno ad un provvedimento disciplinare preso dalla scuola nei confronti di un gruppetto di ragazze e di ragazzi delle medie che non hanno rispettato le regole.
La sanzione, che la maggior parte dei genitori ha ritenuto corretta come risposta educativa all'accaduto, non è stata accettata dalla madre e dal padre di uno studente. Non solo non è piaciuta, ma viene contestata anche formalmente: è stato presentato un ricorso davanti al Tribunale amministrativo regionale contro il provvedimento della scuola.
L'istituto comprensivo verrà rappresentato e difeso in udienza dall'Avvocatura della Provincia. Innanzitutto due precisazioni: non c'è stata alcuna sanzione di sospensione dalle lezioni, né si può parlare di episodi avvenuti in un contesto sociale delicato o nati da un disagio. Tutt'altro: il ragazzo non è per nulla un soggetto "difficile", né lo sono le compagne ed i compagni che come lui sono stati colpiti dal provvedimento disciplinare.
«Siamo di fronte ad una situazione che si presenta frequentemente nel contesto scolastico: sono ragazzi che sfidano le regole» spiega la dirigente. Senza entrare nel merito di cosa ha combinato il gruppo (non si tratta né di bullismo, né di danneggiamenti alla struttura, da ciò che trapela dalla scuola), l'errore commesso o, meglio, l'azione che è andata oltre le regole è stata discussa dal consiglio di classe, che ha preso il provvedimento.
«La scuola non è un tribunale e non punisce, ma si chiama sanzione e ha un valore educativo: non è assolutamente una sospensione, ma un'attività per riflettere sul proprio sbaglio, perché l'errore serve per migliorare - spiega la dirigente - Proponiamo ai ragazzi un lavoro in più, una riflessione sul rispetto delle regole, sull'importanza di stare in gruppo, sull'educazione civica. È un percorso che prospettiamo ai genitori, prima di applicarlo ai ragazzi».
Il lavoro scolastico extra, individuato per chi non rispetta le regole, va dalla lettura di testi scelti che aiutano a riflettere sul problema alla stesura di un elaborato. «Sono sanzioni educative - precisa la dirigente - Non abbiamo mai avuto problemi con le famiglie, ma nel caso specifico non c'è stata una condivisione di intenti fra i genitori e la scuola».
Mamma e papà non si sono limitati a manifestare alla dirigente la loro contrarietà al provvedimento disciplinare, ma hanno presentato un ricorso al Tar per contestare le procedure amministrative con cui l'istituto è arrivato a tale decisione: al Tribunale amministrativo viene chiesto l'annullamento della sanzione e del verbale del consiglio di classe.