In Trentino si vive più a lungo, ma con qualche criticità: va raddoppiata l’assistenza domiciliare
Secondo l’analisi della Fondazione Gimbe sulla mobilità sanitaria nel periodo 2010-2021 la Provincia ha accumulato un saldo negativo di oltre cento milioni di euro. Pubblicato il Report “L’autonomia differenziata in sanità” per esaminare il testo di disegno di legge del ministro Calderoli
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TRENTO. La notizia positiva è che nella nostra provincia si vive più a lungo che nel resto d'Italia. 84 anni. Quella meno buona è che va migliorata l'assistenza domiciliare, anche alla luce del fatto che con gli anni la fascia di popolazione anziana sarà sempre più numerosa.
La Fondazione Gimbe ha pubblicato il Report "L'autonomia differenziata in sanità", per esaminare le criticità del testo del DdL Calderoli sull'autonomia differenziata, approvato al Senato e ora in discussione alla Camera, analizzare il potenziale impatto sul Ssn delle maggiori autonomie richieste dalle Regioni in materia di "tutela della salute".
«Le nostre analisi - ha dichiarato Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe - documentano dal 2010 enormi divari in ambito sanitario tra il Nord e il Sud del Paese e sollevano preoccupazioni riguardo all'equità di accesso alle cure». In particolari sono stati presi in considerazione gli adempimenti ai livelli assistenziali di assistenza (Lea), l'aspettiva di vita, la mobilità sanitaria e il raggiungimento degli obiettivi della Missione Salute del Pnrr.
Per quanto riguarda il Trentino, l'analisi degli adempimenti Lea, le prestazioni sanitarie che la Provincia Autonoma deve garantire ai cittadini gratuitamente o attraverso il pagamento di un ticket, dimostra che nel decennio 2010-2019 la percentuale cumulativa totale di adempimento della Provincia autonoma ai Lea è del 78,8% (media Italia 75,7%), ovvero il 21,2% delle risorse assegnate nel periodo 2010-2019 non ha prodotto servizi per i cittadini, dunque è sono andate sprecate. Nel 2020 il punteggio totale degli adempimenti della Provincia autonoma ai Lea è di 259,6 (punteggio max 300).
Sempre secondo l'analisi Gimbe la nostra provincia si posiziona 3a tra le regioni e province autonome ed è risultata adempiente secondo il Nuovo Sistema di Garanzia (NSG) perché ha registrato un punteggio più che sufficiente nell'area della prevenzione (88,42 su 60), nell'area distrettuale (78,07 su 60) e nell'area ospedaliera (93,07 su 60). Ne 2021, infine, il punteggio totale degli adempimenti del Trentino ai Lea è di 268,4 (punteggio max 300) aggiudicandosi anche per quell'anno la terza posizione. Bene, come si diceva, per quanto riguarda l'aspettativa di vita. Nel 2022 è pari a 84,2 anni (media Italia 82,6 anni), prima fra le regioni e seconda in Europa solo dietro a Madrid.
Dall'analisi della mobilità sanitaria nel periodo 2010-2021 emerge che la provincia autonoma ha accumulato complessivamente un saldo negativo pari a -EUR 100.360.326. Dunque sono più le persone che si fanno curare altrove, che quelle che per volontà o per forza (incidenti sportivi o malori durante le vacanze) scelgono gli ospedali trentini. L'analisi della mobilità sanitaria conferma in generale la forte capacità attrattiva di alcuni regioni del Nord e la fuga da quelle del Centro-Sud: infatti, nel periodo 2010-2021 tutte le Regioni del Sud ad eccezione del Molise (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia) hanno accumulato complessivamente un saldo negativo pari a EUR 13,2 miliardi, mentre sul podio per saldo attivo si trovano proprio le tre Regioni che hanno già richiesto le maggiori autonomie.
Nel 2021 su EUR 4,25 miliardi di valore della mobilità sanitaria, il 93,3% della mobilità attiva si concentra in Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, mentre il 76,9% del saldo passivo grava su Calabria, Campania, Sicilia, Lazio, Puglia e AbruzzoIl raggiungimento degli obiettivi della Missione Salute del Pnrr, infine, è strettamente legato alle performance della provincia autonome, in particolare: per raggiungere il target 2026 di assistere almeno il 10% della popolazione over 65 in Adi (al domicilio) la Provincia autonoma deve aumentare i pazienti assistiti del 91%. Nonostante la carenza di personale i dati analizzati mostrano che sono presenti 6,11 infermieri ogni mille abitanti. La Provincia Autonoma è sopra la media nazionale, pari a 5,06.