La scuola trentina perde tremila studenti all’anno: dispersione scolastica al 7,3%, l'Alto Adige va peggio
Il Trentino, pur rientrando sul podio delle migliori regioni secondo i dati del Cgia di Mestre, registra un calo nella tenuta del sistema soprattutto dopo la pandemia. A Bolzano il tasso di dispersione arriva al 13,5%, a fronte di una media nazionale dell’11,5%. L’altra faccia della medaglia sono i cervelli in fuga
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TRENTO. Tremila ragazzi in Trentino che escono dalla classe e non ci tornano più. Seimila in provincia di Bolzano. Esistenze che si incrinano, che quasi sempre faticano a trovare una direzione. Mancate competenze che il mercato del lavoro non avrà a disposizione e che, al contrario, non troveranno un'occupazione se non con grandissima difficoltà, perché ormai il sistema chiede saperi e conoscenze in ogni ruolo.
Dall'altra, ci sono quelli che se ne vanno: 2.260 in regione, nel solo 2022, con un trend in costante negli ultimi 10 anni, i cervelli in fuga o comunque in viaggio. E pure qui, l'impatto sul sistema economico è il medesimo: sono talenti che mancano all'appello. Con l'aggravante di aver speso del denaro pubblico - oltre ad una mezza fortuna delle famiglie - per prepararli. Questi i dati che emergono dall'ultimo report del Centro studi della Cgia di Mestre. Dati che indicano come la situazione in Trentino sia per molti aspetti migliore che altrove - la dispersione scolastica in Alto Adige è il doppio, tra le peggiori d'Italia - ma che indicano un terreno su cui resta urgente continuare l'impegno. Anche perché la dispersione scolastica è in crescita.
Chi abbandona gli studi.
È il dato più triste: quanti sono quelli che, tra i 18 e i 24 anni, ha solo la licenza media, non ha un diploma, non sta studiando e non ha concluso un corso di formazione professionale? Troppi, viene da dire, perché l'abbandono degli studi è comunque il segno di un malessere che fatica a trovare risposte. La media italiana è dell'11,5%, peggio di noi in Europa fanno solo Germania e Spagna (la media dell'Eurozona è del 9,7%). In Trentino Alto Adige siamo al 10,5%, ma se si scorpora il dato tra le due province si vede che c'è una grandissima differenza. In questo caso a Trento si sta molto meglio che a Bolzano, dove i numeri sono da allarme rosso: in Trentino abbandona, come detto, il 7,3% degli studenti (per un dato assoluto di 3mila), in Alto Adige la percentuale si impenna di più del doppio al 13,5% (6mila).
A livello nazionale il Trentino è da podio, meglio riescono a fare solo Marche e Basilicata. Merito anche dei progetti messi in campo contro la dispersione scolastica, anche grazie al fatto che istituzioni scolastiche e Provincia possono contare qui su un provato sociale forte più che altrove. L'Alto Adige non è maglia nera, ma poco ci manca: peggio fanno solo Sicilia, Campania, Sardegna e Puglia. Quanto al trend, è evidente che il Covid ha giocato un ruolo importante: i dati sono infatti in peggioramento dal 2019: a livello regionale si è passati da una dispersione del 9,2% nel 2019, al 10,8% del 2020 al 10,9% del 2021, appunto al 10,5% del 2022, ultimo dato disponibile.
Chi se ne va all'estero.
Il tema è di quelli che segnano il declino di un Paese. Quanti se ne vanno? A livello italiano 55mila. Un esodo grave, se si pensa al fatto che sono talenti formati qui ma che qui non trovano un ecosistema adatto a crescere. Il Trentino Alto Adige non fa eccezione, in questo senso: nel 2022 sono stati 2.160 i giovani che si sono trasferiti all'estero. E il dato non conta quanti sono rimasti in Italia, ma non in regione, preferendo piazze più competitive, a partire dalla Lombardia. In questo caso poca è la differenza tra le due province: dal Trentino sono partiti nel 2022 1087 ragazzi. Ma è il trend a fare impressione: erano 171 nel 2002, nel 2022 risultano essere 1087. L'aumento è del 500%.
Questa è comunque l'altra faccia della medesima medaglia, rispetto alla dispersione scolastica: che non si formino, o che se ne vadano una volta formati, il problema è che il sistema produttivo non avrà talenti su cui contare.