Tribunale, l'ex primario Saverio Tateo respinge ogni accusa di maltrattamenti in reparto
Oggi, venerdì oggi 19 aprile, lunga udienza preliminare con le domande degli avvocati difensori, fra dieci giorni quelle di pm e parti civili. Il medico ha anche detto di non aver notato segnali di disagio della giovane ginecologa Sara Pedri, scomparsa tre anni fa
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TRENTO. Ha respinto tutte le accuse, oggi, venerdì oggi 19 aprile, l'ex primario di ginecologia del Santa Chiara, Saverio Tateo, ascoltato in tribunale a Trento nell'udienza preliminare.
Il medico, che ha chiesto di essere processato con rito abbreviato, è accusato assieme alla vice, la dottoressa Liliana Mereu (che pure respinge ogni accusa), di maltrattamenti ai danni del personale, che sarebbero avvenuti nel reparto.
Questa parte della sua deposizione è durata oltre sette ore, è cominciata questa mattina e si è ponclusa nel pomeriggio. Si è trattato delle risposte date dal medico ai propri avvocati, mentre lunedì 29 aprile sarà la volta delle domande del pubblico ministero e dei legali di parte civile.
Tateo oggi ha affrontato tutti i punti che gli sono contestati, per affermarne l'infondatezza argomentando con le proprie ragioni e respingendo ogni addebito.
Le indagini per i presunti maltrattamenti sono seguite alla scomparsa della giovane ginecologa Sara Pedri, 31enne di Forlì, di cui si sono perse le tracce dal 4 marzo 2021, in val di Non.
In proposito, l'ex primario ha spiegato che non aveva notato una situazione di disagio della giovane dottoressa.
Tateo si è soffermato a lungo anche sulla descrizione della complessità anche organizzativa del reparto che dirigeva.
La difesa ad inizio anno, ricordiamo, ha depositato nuovi elementi, «frutto di una lunga indagine difensiva», come ha spiegato il legale di Tateo, avvocato Salvatore Scuto.
Sono ben 36 mila pagine di pdf di perizia basata sul contenuto di messaggi vocali, messaggi sui social e altri file contenuti nel computer portatile di Sara dai quali, secondo i legali di parte, sarebbe emerso che il malessere di cui soffriva la ginecologa non sarebbe riconducibile all’ambiente del reparto dell’ospedale di Trento, ma da una situazione di disagio pregressa.
Gli avvocati della parte civile, compresi i rappresentanti della famiglia Pedri, invece, ricordano che sulle stesse basi è stata prodotta già da tempo un’altra perizia psichiatrica, che dimostrerebbe come la situazione di Sara fosse invece legata all’ambiente lavorativo del reparto del Santa Chiara.
[foto di Alessio Coser]