Caso Pedri, è battaglia sulla possibilità di reintegro in Apss del primario Saverio Tateo
Oltre al fronte penale, rimane aperta la causa di lavoro sul risarcimento. Il medico non esclude un’altra azione legale. Emanuela Pedri: «La sentenza arriverà a dicembre, c’è la speranza di un risultato giusto. Non vendetta o punizione ma, visti i fatti emersi nell’incidente probatorio, pensiamo che il lavoro fatto non verrà vanificato»
IL CASO Tateo respinge ogni accusa di maltrattamenti
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TRENTO. Il dottor Saverio Tateo, che respinge con forza le accuse di maltrattamenti in corsia e si è visto riconoscere in sede civile l' "illegittimo" licenziamento, è pronto nuovamente a rivolgersi agli avvocati per far valere le proprie ragioni.
Da dicembre 2023 è in corso un fitto scambio di corrispondenza con l'Azienda sanitaria trentina per trattare su due punti contenuti nella sentenza del giudice del lavoro Giorgio Flaim: le modalità di reintegro nella funzione di direttore dell'unità operativa di ginecologia e di ostetricia dell'ospedale Santa Chiara di Trento, e il quantum delle retribuzioni non percepite. Sul reintegro, l'Apss ha evidenziato che in esecuzione della sentenza il primario riprenderà il servizio «fatto salvo il potere del datore di lavoro». Ciò significa, secondo la difesa del dottor Tateo, che l'Azienda sanitaria potrebbe sì reinserire il medico nel reparto che ha guidato per anni, ma anche disporre un successivo trasferimento, anche per incompatibilità.
Da parte del primario è stata quindi inviata una prima lettera all'Avvocatura dello Stato - che sta seguendo per conto dell'Azienda sanitaria la trattativa - evidenziando l'inottemperanza alla sentenza. Ma l'Apss, che ha risposto attraverso una memoria, è rimasta sulla proprie posizioni. Anche il dottor Tateo prosegue sulla propria strada, sottolineando con una nuova nota la mancata ottemperanza da parte dell'Azienda sanitaria alla decisione del giudice, e facendo intendere di essere pronto ad una nuova azione legale.
Il confronto è serrato anche sul fronte del risarcimento, trattandosi di calcoli che hanno considerato differenti parametri: il medico chiede una somma che sfiora i 300mila euro, mentre l'Azienda sanitaria ha presentato un conto che è pari alla metà. Il primo ha calcolato le somme che coprono il periodo di licenziamento (dal 19 ottobre 2021 al primo novembre 2023) e le somme maturate dopo la sentenza del 14 settembre 2023 (queste ultime pari alla differenza fra la retribuzione prima corrisposta da Apss, pari a 14.800 euro mensili, e la retribuzione media mensile guadagnata in Francia da Tateo, circa 7mila euro) per un totale di 297mila euro lordi.
Invece l'Apss ha calcolato un'indennità risarcitoria mensile più bassa (si tiene conto anche dell'iscrizione o meno a Laborfonds per l'accantonamento del Tfr), pari a 9.500 euro circa, a cui sono stati sottratti i compensi in quel periodo percepiti dal medico, per un totale lordo di 156mila euro. Il dottor Tateo tornerà in aula a fine mese per concludere l'esame nell'ambito del procedimento penale per maltrattamenti in concorso e in continuazione (della stessa accusa si deve difendere la sua vice di allora, Liliana Mereu).
Nell'udienza di venerdì 19 aprile, il medico ha parlato per 8 ore e si è commosso al pensiero di Sara Pedri, la giovane ginecologa scomparsa da tre anni: «Non sapevo nulla del suo disagio» ha detto in aula. La sorella di Sara, Emanuela Pedri, ha fondato l'associazione Nostos, per combattere il mobbing: «La sentenza arriverà a dicembre - spiega - e c'è la speranza di un risultato giusto. Non vendetta o punizione ma, vista l'evidenza dei fatti scritti nero su bianco ed emersi nell'incidente probatorio, pensiamo che tutto il lavoro fatto non verrà vanificato. Attendiamo un risultato giusto che possa un domani portare del bene, perché il sacrificio di Sara non sia stato vano e per salvare più vite possibili».