Silvia Barulli, la trentina pilota d'aerei più giovane d'Italia: prende il brevetto di volo a 17 anni
Ha studiato da tecnico aeronautico al Martini di Mezzolombardo. "Ho scoperto questo mondo - racconta - grazie a mio padre, che è un elicotterista della Guardia di finanza, mi sono avvicinata però da sola al mondo dell'aeronautica, mi sono innamorata: è di un'adrenalina incredibile"
TRENTO. Avere in mente cosa fare della propria vita è un enigma che non tutti riescono a risolvere, un po' come se fosse il più grande rebus esistenziale, al quale siamo tutti esposti, prima o dopo. Silvia Barulli, trentina neo 18enne, non sembra essere stata scalfita da dubbi di questo tipo, a giudicare dalla sua storia, molto peculiare. Silvia ha ottenuto il brevetto di volo a 17 anni, il 5 aprile, giusto prima del suo diciottesimo, il giorno seguente. «Un bel regalo di compleanno», dice lei a riguardo.
«Chi non ha mai sognato da bambino di volare? Ho scoperto questo mondo grazie a mio padre, che è un elicotterista della Guardia di finanza, mi sono avvicinata però da sola al mondo dell'aeronautica, mi sono innamorata: è di un'adrenalina incredibile».
La scelta, non indifferente per quanto riguarda il peso che può avere sulla vita di un'adolescente, è stata presa nel 2023, quando ha iniziato il corso per il brevetto, il Ppl: «Ho iniziato a frequentare lo scientifico per i primi due anni, ero avviata verso il tennis, ma ho virato poi sul tecnico aeronautico, al "Martino Martini" di Mezzolombardo, dove c'è la possibilità di iscriversi a "conduzione del mezzo aereo": finiti gli esami vorrei provare per l'aeronautica, ora sono in quarta».
Far combaciare tutto, tra vita, professionalità - legata al corso e alla scuola - e anche un po' di tempo libero, necessario con il carico mentale a cui si è sottoposta, non deve essere stato facile, ma Silvia sta vivendo la piena soddisfazione di essere riuscita nel suo obiettivo: «La scuola di volo sono tante ore, sarebbero 100, ma con Italfly, che ha una convenzione con la scuola, se ne fanno 120: c'è prima il teorico, poi il pratico. Il teorico sono 10 materie, finivo scuola, con due rientri a settimana ed ero qui dalle 19 alle 21. Sono stati mesi lunghi, l'unico giorno libero era la domenica, a volte il lunedì: ora è un'emozione impagabile».
La soddisfazione di avere in casa una delle pilote più giovani d'Italia è stata propria anche del papà, Tommaso Barulli, elicotterista della Guardia di Finanza: «Il sentimento a casa è stato "strano". I miei erano felici, però l'apprensione c'era, è comprensibile quando voli da sola. L'aeroplano è un monomotore a pistoni, un po' come una macchina, piccola però. A casa c'è un po' di contrasto affettuoso, io guido gli aerei, papà gli elicotteri», aggiunge lei.
Dal canto suo il papà ha precisato il suo orgoglio: «È stata bravissima nel far conciliare tutto, dai buonissimi voti alla scuola. Non c'è stata un'influenza esterna nella scelta: a vederla volare via a 17 anni c'era anche un po' d'ansia».
Quell'ansia che si sono vissuti da terra, Silvia non sembra averla percepita nelle sue navigazioni: «L'idea di volare da sola la preferisco, non c'è nessuna pressione. Intraprendere un percorso del genere non me lo sarei mai aspettato». Tra un racconto dell'esame pratico - una guidata di cinque ore in aereo, tra Bolzano e Trento, su vari circuiti - e quello del teorico - durato svariate ore, con un test a risposta multipla sul modello Invalsi - c'è stato modo di raccogliere anche il parere di Luca Nabacino, general manager di Italfly, la scuola di volo dove Silvia Barulli ha ottenuto il suo Ppl: «Qualcuno che a questa età ci sia riuscito c'è, ma sono un numero estremamente piccolo, si contano sulle dita di una mano. C'è soddisfazione, abbiamo la fortuna di avere un istituto che ci dà linfa con i giovani che arrivano qui, è ovvio essere felici di vedere una giovane che entra nel nostro mondo e si appassiona così, che vuole farlo in maniera professionale».
La professionalità, nel futuro, sembra essere una chiave, perché il sogno di Silvia, tagliato un traguardo così importante prima ancora di poter arrivare alla patente delle macchine, sembra essere l'aeronautica: «Mi vedo a Pozzuoli, all'accademia, poi magari a Lecce per l'addestratore, che in questo momento è il vecchio frecce tricolori, ma poi si vedrà».