Dalle classi separate per i disabili a Mussolini “grande statista”, Lega trentina perplessa su Vannacci
Fa discutere all’interno del Carroccio locale la decisione di Salvini di puntare sul generale per le prossime Europee. Bisesti e Segnana non lo voteranno. Binelli difende il segretario nazionale
TRENTO. La candidatura del generale Roberto Vannacci alle prossime elezioni europee, presentata con entusiasmo dal ministro e segretario della Lega Matteo Salvini, non ha riscosso il successo che quest'ultimo, sicuramente, auspicava. Anzi, è arrivata anche qualche polemica, soprattutto dopo le ultime uscite di Vannacci (classi separate per i disabili e Mussolini definito “grande statista”, ndr). A livello nazionale infatti la notizia ha diviso gli esponenti del partito - il presidente del Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, per esempio, ha già annunciato che non lo voterà e che darà la propria preferenza ai friulani - ed anche a livello locale, seppur con toni meno impattanti, qualche presa di posizione possiamo già darla per assodata.
«Si è trattato di una scelta politica e dobbiamo prenderne atto, ma personalmente in Trentino voterò altre persone, che da anni portano avanti temi e argomenti dimostrando di sapere cos'è l'Europa e quali sono le priorità - ha spiegato Mirko Bisesti, ex assessore ed oggi consigliere provinciale del Carroccio. - Non so dire se la polemica, in questo momento, faccia bene o meno: sicuramente le sensibilità all'interno del partito sono diverse. Lo ribadisco, voterò la Lega come ho sempre fatto, ma non Vannacci. La mia preferenza andrà a chi, come me, ha una storia di coerenza e crescita all'interno del partito, un elemento che di questi tempi è giusto rimarcare. L'Italia ha bisogno di persone che sappiano lavorare nel modo migliore e che conoscano le dinamiche di Bruxelles».
Una posizione, quella di voler premiare coloro che da anni militano all'interno della Lega, condivisa anche da un'altra ex assessora in Provincia, Stefania Segnana.
Chi invece non comprende la polemica, dicendosi anche sorpreso visto che la candidatura di Vannacci era nell'aria da tempo, è Alessandro Savoi, leghista della prima ora fin dall'inizio degli anni '90: «L'obiettivo di Salvini è chiaramente quello di intercettare le preferenze di chi, pur non essendo sostenitore della Lega, vede in Vannacci una persona a cui dare fiducia. Personalmente non lo voterò, non farò campagna elettorale "su di lui" e sosterrò anzi i candidati locali, ma capisco la logica».
Più netta invece la linea del segretario provinciale leghista Diego Binelli, che difende la scelta del ministro Salvini.