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Corecom, la maggioranza rinuncia a Bezzi: sul Mart si continua a puntare su Vittorio Sgarbi

Al Muse c'è la conferma di Laura Strada. Per il Museo di S. Michele la giunta punta a confermare presidente Ezio Amistadi e nel Cda Andrea Sommavilla e per questo li ha proposti. Tra le autocandidature l'unico nome di donna per completare la terna è quello di Elisabetta Silvino

TRENTO. La maggioranza di centrodestra fa retromarcia sul nome di Giacomo Bezzi - che era stato proposto da Fratelli d'Italia - per la presidenza del Corecom (Comitato regionale per le comunicazioni). La nomina dell'ex deputato del Patt ed ex consigliere provinciale autonomista, passato a Forza Italia e ora a Fratelli d'Italia, non è fattibile perché non ha nessuno dei requisiti previsti dalla legge.

Lo ha spiegato chiaramente il presidente del consiglio provinciale Claudio Soini nella riunione di maggioranza convocata dal governatore Fugatti proprio per confrontarsi sulle nomine previste nella seduta del Consiglio della settimana prossima e sul rinnovo dei Cda delle società pubbliche di cui la Giunta dovrà occuparsi tra maggio e giugno. Quindi Fratelli d'Italia dovrà trovare un altro nome per il Corecom oppure per Bezzi un'altra poltrona, magari in qualche Cda, o l'ex presidente del consiglio provinciale solandro resterà a bocca asciutta.

D'altra parte, sul Corecom le minoranze potrebbero facilmente impugnare la nomina, come per altro aveva già annunciato di voler fare il capogruppo del Pd, Alessio Manica, per carenza di requisiti. Sulle presidenze delle società pubbliche, al netto di Itea e Patrimonio del Trentino, che il presidente Fugatti ha detto di voler scegliere personalmente, le forze politiche della maggioranza potranno avanzare le loro proposte. Si sa che Fratelli d'Italia punta alla presidenza della Trentino School of Management (Tsm) per Francesco Barone, esponente di partito molto vicino alla vicepresidente della Provincia, Francesca Gerosa.

Intanto, la prima commissione del consiglio provinciale era chiamata ad esprimere il parere sulle candidature per le nuove presidenze e Cda di Muse, Mart e Museo degli usi e costumi di San Michele. Le minoranze hanno votato compatte contro l'indicazione del nome di Stefano Bruno Galli, ex assessore regionale alla cultura della Lega in Lombardia, per la presidenza del Muse, voluto dalla Giunta, che ha ottenuto 4 voti contrari e 4 a favore con il voto del presidente della commissione Carlo Daldoss (Fd), che vale doppio e quindi alla fine il parere è stato positivo. È stato messo in evidenza che nel suo curriculum di storico delle dottrine non c'è alcuna competenza scientifica. Parere negativo delle minoranze anche sulla conferma di Vittorio Sgarbi alla presidenza del Mart.

Il critico ha ottenuto però il voto a favore di cinque consiglieri di maggioranza. Paolo Zanella (Pd) ha messo in evidenza l'inopportunità della conferma di Sgarbi soprattutto dopo le sue recenti dichiarazioni inaccettabili, compreso quando ha detto a dei ragazzi «ma non sarete mica finocchi» e altre frasi del genere. La vicepresidente della Provincia, Francesca Gerosa, ha però replicato che vanno distinti i due piani e pur non condividendo le sue esternazioni ha mostrato capacità nella presidenza del Mart. Gli altri nomi probabili per il Cda sono la conferma di Silvio Cattani e l'ingresso di Cecilia Leoni di area autonomista al posto di Delia Macii. Al Muse c'è la conferma di Laura Strada. Per il Museo di S. Michele la giunta punta a confermare presidente Ezio Amistadi e nel Cda Andrea Sommavilla e per questo li ha proposti. Tra le autocandidature l'unico nome di donna per completare la terna è quello di Elisabetta Silvino

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