Statistica / Lo studio

Essere mamma e lavorare? In Trentino è dura: siamo terzultimi in Italia, secondo il rapporto Save the Children

A dimostrarlo sono i dati del nono rapporto di Save the Children, «Le Equilibriste, la maternità in Italia», titolo che ben sottintende cosa comporta oggi l'essere madre. Nota positiva per il Trentino i servizi offerti (in cui sono compresi quelli per l'infanzia) per i quali si attesta la prima posizione con 131,719 punti

di Francesca Cristoforetti

TRENTO. Essere mamma in Italia è ancora troppo difficile. E grossi ostacoli si incontrano anche in Trentino, territorio che sul fronte "lavoro" si colloca terzultimo fra i peggiori della Penisola. A dimostrarlo sono i dati del nono rapporto di Save the Children, «Le Equilibriste, la maternità in Italia», titolo che ben sottintende cosa comporta oggi l'essere madre.

È un quadro poco confortante quello tracciato in questo report - che offre una fotografia per l'anno 2023 - pochi giorni prima della Festa della Mamma, i cui risultati segnano ancora purtroppo un netto disequilibrio del carico di lavoro che grava sulle donne, anche - e soprattutto - a livello famigliare, mettendo in luce le infinite porte sbarrate che le donne si trovano ad affrontare quando decidono di diventare madri.

Se da una parte la provincia autonoma di Bolzano, nella classifica generale, ottiene il primato fra tutte le Regioni (proprio come nel 2022) dell'Indice generale in quanto a territorio amico delle madri con un punteggio di 115,255 - seguita da Emilia-Romagna e Toscana - la provincia di Trento finisce dritta agli ultimi posti per quanto riguarda la voce "lavoro".

Sette le dimensioni che sono state analizzate con un punteggio, per comprendere in che misura le regioni italiane fossero "mother friendly": demografia, lavoro, rappresentanza, salute, servizi, soddisfazione soggettiva e violenza, per un totale di 14 indicatori da diverse fonti del sistema statistico nazionale.

«Nonostante rispetto all'anno precedente la situazione italiana è migliorata sia in modo assoluto che per gap territoriale - si legge nel rapporto - le regioni del Mezzogiorno continuano a posizionarsi tutte al di sotto del valore di riferimento italiano».

Male il Trentino per le mamme lavoratrici. La provincia autonoma di Trento, nella classifica generale - considerando dunque tutte le voci - non spicca particolarmente nel 2023 in quanto a territorio amico delle mamme, a differenza dei vicini di casa altoatesini, posizionandosi all'incirca a metà della griglia, per la precisione all'undicesimo posto con un punteggio pari a 102,644, poco sopra il valore di riferimento nazionale (100).

Molto male la nostra provincia sotto la dimensione "lavoro". Se Marche (102,488), Piemonte (100,979), Abruzzo (100,504) e Liguria (100,321), occupano i primi posti rappresentando Regioni dove per le madri il mondo del lavoro è più accessibile e dove il numero di dimissioni o quello delle riduzioni di orario di lavoro non volontarie dopo la nascita di uno o più figli sono più bassi, in Trentino la storia sembra essere diversa.

Agli ultimi posti infatti troviamo la Puglia (84,667), la Provincia Autonoma di Trento (84,356), la Sicilia (81,567) e la Campania (81,535). Nota positiva per il Trentino i servizi offerti (in cui sono compresi quelli per l'infanzia) per i quali si attesta la prima posizione con 131,719 punti. Segue la Valle D'Aosta con 125,124. Stando al report, nel Mezzogiorno invece le regioni dove l'offerta di servizi è più bassa, troviamo ultima la Sicilia (76,675), preceduta da Campania (79,862) e Puglia (82,462). L'Alto Adige riconferma il primato.

Diverso il discorso per la Provincia autonoma di Bolzano. Innegabile che l'Alto Adige salti all'occhio riguardo all'area della "Demografia": con un punteggio pari a 130,857, che supera nettamente il valore di riferimento nazionale 100, la provincia autonoma fa infatti da capofila delle regioni più virtuose. Gli altoatesini si distinguono però anche nell'area della "soddisfazione soggettiva" delle mamme che supera tutte le regioni dello stivale con 129,849 punti, mentre la Sicilia è fanalino di coda con 88,832.

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