Università, il monito del Rettore: «Abbiamo pochi posti letto, occorre dare risposte»
In città c’è un migliaio di posti, ne servirebbero almeno il doppio. Ma adesso gli «affitti brevi turistici» fanno concorrenza al mercato studentesco
TRENTO. Ora più solida dal punto di vista finanziario, orientata al futuro ma anche attenta all'attualità. L'Università di Trento ha celebrato ieri i propri neolaureati, alla presenza del rettore Flavio Deflorian, che ha fatto il punto sui tanti temi che ruotano attorno al mondo universitario.
Rettore, l'Università ha recentemente attraversato serie difficoltà economiche: allarme rientrato?
Siamo in via di risoluzione. La legge che ha dato in delega alla Provincia la gestione dell'Università già prevedeva strumenti di aggiornamento della quota base ogni cinque anni, dunque applicando la legge è stato trovato un accordo tra ente provinciale, Ministero dell'istruzione e Ministero dell'economia: la nostra quota base aumenterà perciò di 13 milioni di euro.
Resta però sul tavolo il tema degli alloggi: di quanti posti avremmo bisogno?
Considerate tutte le strutture di Trento destinate agli studenti, siamo a circa un migliaio di posti. Ne servirebbero però almeno il doppio. Su questo, è in programma un ampliamento dello studentato di Sanbàpolis di circa 200 posti letto, poi verrà realizzata una nuova struttura a Piedicastello, inoltre è costante il dialogo con i privati perché vengano incontro alle esigenze degli studenti. Anche a Rovereto dovrebbe arrivare un intervento, quindi siamo fiduciosi.I prezzi negli appartamenti privati sappiamo essere aumentati parecchio.
Si è creata concorrenza con il settore turistico.
Gli affitti brevi ai turisti rendono di più rispetto al destinare gli appartamenti agli studenti. Servirebbe qualche regolamentazione nazionale o provinciale per svincolare la ricerca di alloggio dalle fluttuazioni del mercato.
Sul numero di alloggi, inciderà anche la denatalità?
È un tema su cui stiamo ragionando e che impatterà sul mondo universitario negli anni. Per questo, serve equilibrio: dobbiamo rispondere alle reali necessità di chi viene a studiare sul nostro territorio, ma senza esagerare. Altrimenti corriamo il rischio di trovarci con appartamenti sfitti in futuro e non possiamo permettercelo. Le iniziative edilizie devono considerare le esigenze presenti ed anche come queste possono cambiare negli anni successivi.
Rispetto alle proteste universitarie in tutto il mondo inerenti il conflitto israelo-palestinese, ma non solo, lei che idea si è fatto?
Dobbiamo apprezzare il fatto che le giovani generazioni non sono apatiche davanti a simili questioni, ma anzi le seguono con passione. Non sempre si è d'accordo sulle posizioni, ma non dobbiamo confondere quelle estremiste e rigide di qualcuno, compresa la componente studentesca, con altre dialoganti e ragionevoli, che sono la maggioranza.
Discutere è importante così come lo sono la libertà di espressione e il rispetto delle opinioni altrui, ma dobbiamo anche chiederci per quale motivo alcune azioni arrivano ad essere così forti. Questi ragazzi sono la classe dirigente del futuro, vanno capite le loro ragioni.